Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Giochi terapeutici e stimolazione cerebrale mitigano il declino cognitivo negli anziani

Le persone anziane potrebbero riuscire ad aumentare la loro memoria di lavoro seguendo un nuovo approccio che unisce giochi terapeutici online a una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva. I risultati di uno studio pubblicato oggi su Frontiers da un team di ricerca italo-canadese-britannico. Prima firmataria è Sara Assecondi, ingegnere biomedico del CIMeC UniTrento

È sfuggente, ma necessaria. E con il passare del tempo si perde. È la 'memoria di lavoro', fondamentale nello svolgimento delle attività di ogni giorno, perché consente alle persone di interagire con l’ambiente in modo efficace ed efficiente.


Caratteristica di questa forma di memoria è il fatto che contiene ed elabora una quantità finita di informazioni in un breve intervallo di tempo. Purtroppo però la memoria di lavoro, di norma, peggiora con l’età e causa difficoltà quotidiane nelle persone con malattia di Parkinson, demenza e in quelle che sono sopravvissute a un ictus.


Un gruppo di ricerca composto da scienziati e scienziate e clinici dell’Università di Trento, della University of Birmingham (UK) e della Dalhousie University in Nuova Scozia (Canada), ha individuato una nuova tecnologia per contrastare questo declino. Gli autori e le autrici dello studio pubblicato su Frontiers in Ageing Neuroscience hanno definito questa tecnologia "un allenamento delle esigenze e capacità cognitive" e hanno dimostrano che può apportare grandi benefici alle persone anziane che presentano scarsa capacità di memoria di lavoro.


Gli esercizi terapeutici online, sviluppati per migliorare la memoria di lavoro, l’attenzione e lo stato di veglia, sono confezionati con un tipo di interfaccia coinvolgente che suona familiare a chi usa app o giochi online. La stimolazione cognitiva è infatti somministrata attraverso un dispositivo senza fili che, nel corso di una seduta, applica una debole (2 milliampere) stimolazione transcranica con corrente continua (tDCS).


Lo studio ha coinvolto persone in salute tra i 55 e i 76 anni di età, suddivise in due gruppi, uno dei quali di controllo. Entrambi i gruppi hanno eseguito i giochi online per venti minuti al giorno per un periodo di cinque giorni. Un gruppo ha ricevuto anche la stimolazione tDCS, mentre l’altro gruppo ha indossato il dispositivo tDCS (che assomiglia a una cuffia da nuoto) senza però ricevere il trattamento.


I ricercatori e le ricercatrici hanno misurato la capacità di memoria di lavoro come riferimento iniziale prima dello studio. A due giorni dalla sua conclusione, hanno riscontrato che la capacità di memoria di lavoro era migliorata considerevolmente in tutti i partecipanti, indipendentemente dal fatto che avessero ricevuto o meno la stimolazione tDCS. Tuttavia nelle persone più anziane la somministrazione della stimolazione tDCS ha consentito un vantaggio ulteriore.


A beneficiare in modo particolare della combinazione di giochi di allenamento e tDCS sono state le persone più anziane con capacità di memoria di lavoro più bassa. Questa sottocategoria comprendeva persone di età compresa tra i 69,5 e i 76 anni. Il vantaggio è parso evidente fin dal primo giorno di allenamento ed è divenuto statisticamente importante entro la fine della formazione.


"Gli approcci seguiti per la riabilitazione ospedaliera sono difficilmente trasferibili a un contesto domestico", spiega Sara Assecondi, ingegnere biomedico, in precedenza alla University of Birmingham e ora al Centro Interdipartimentale Mente/Cervello-CIMeC dell’Università di Trento. "Tuttavia il nostro approccio si basa su strumenti online e la somministrazione della stimolazione cognitiva avviene tramite un dispositivo che può essere utilizzato in qualsiasi luogo, con il dosaggio stabilito da remoto da un medico".


Già in un precedente studio gli autori e le autrici avevano dimostrato che associando la tDCS con strategie incentrate sullo svolgimento di compiti che richiedono l'uso della memoria di lavoro può aiutare le persone più giovani con una scarsa capacità di memoria di lavoro a migliorare le proprie prestazioni, aiutandole ad attuare strategie che non sarebbero altrimenti state in grado di utilizzare.


"Gli effetti che abbiamo osservato in entrambi gli studi sono chiari", aggiunge Asscondi. "Il primo studio ha indicato che la combinazione di stimolazione e formazione strategica può migliorare le prestazioni della memoria di lavoro negli adulti più giovani. Il secondo ha dimostrato che l’uso della strategia potrebbe essere agevolato dalla stimolazione nei partecipanti più anziani".


Insieme a Sara Assecondi, prima autrice dello studio, ha lavorato allo sviluppo della tecnologia anche Kim Shapiro, neuroscienziato cognitivo e professore della Birmingham, impegnato nello studio sull’attenzione e sulla memoria:

"Anche se il declino cognitivo delle persone anziane è inevitabile, approcci come quello che abbiamo sperimentato, uniti all’esercizio fisico quotidiano possono contenerlo e garantire alle persone una migliore qualità della vita".


I giochi terapeutici online sono stati sviluppati da Gail Eskes, neuropsicologa e professoressa alla Dalhousie University, la cui attività clinica si concentra sul miglioramento e il ripristino delle funzioni cognitive. L'attività di ricerca clinica della professoressa Eskes, che si concentra sull’allenamento volto al miglioramento e al ripristino delle funzioni cognitive, ha permesso di individuare gli esercizi cognitivi. La Eskes ha detto: 

"Per migliorare la capacità o l’efficienza cognitiva occorrono esercizi intensivi del giusto livello di difficoltà. Gli aspetti ludici aumentano la motivazione e facilitano la partecipazione alle sessioni più impegnative".


Ora i ricercatori e le ricercatrici assieme agli uffici del trasferimento tecnologico della University of Birmingham e della Dalhousie University sono alla ricerca di partner commerciali disposti a collaborare allo sviluppo di tecnologie che utilizzano questo approccio e a lanciarle sul mercato.


Il lavoro prosegue poi anche nell’esame di altri strumenti di stimolazione cognitiva che potrebbero essere ancora più efficaci. In particolare, il gruppo di ricerca sta ultimando uno studio di valutazione dei benefici di questo approccio in pazienti sopravvissuti a ictus.

 

 

 


Fonte: Università di Trento

Riferimenti: S Assecondi, ...[+3], K Shapiro. Older adults with lower working memory capacity benefit from transcranial direct current stimulation when combined with working memory training: A preliminary study. Front in Aging Neurosc., 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)