Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Riprogrammare le microglia malate, per pulire le proteine dell'Alzheimer

Nuova tecnologia CRISPR rimette in pista le microglia malate.

microglia from human stem cellsMicroglia (verdi) ottenute da cellule staminali umane dal laboratorio Kampmann. (Fonte: Olivia Teter)

La scoperta del modo di cambiare le cellule cerebrali danneggiate da uno stato malato a uno sano presenta un nuovo percorso potenziale per trattare il morbo di Alzheimer (MA) e altre forme di demenza. Un nuovo studio di ricercatori della University of California di San Francisco si è concentrato sulle microglia, le cellule che stabilizzano il cervello eliminando i neuroni danneggiati e le placche proteiche spesso associate alla demenza e ad altre malattie cerebrali.


"Queste cellule sono poco studiate, nonostante sia noto che i cambiamenti che le interessano abbiano un ruolo significativo nel MA e in altre malattie cerebrali", ha affermato Martin Kampmann PhD, autore senior nello studio, apparso l'11 agosto su Nature Neuroscience. "Ora, usando un nuovo metodo CRISPR che abbiamo sviluppato, possiamo controllare effettivamente queste microglia, perché smettano di fare cose tossiche e tornino a svolgere i loro lavori vitali di pulizia. Questa capacità offre l'opportunità di un tipo di approccio terapeutico completamente nuovo".

 

Sfruttare il sistema immunitario del cervello

La maggior parte dei geni noti per aumentare il rischio di MA agisce attraverso le microglia. Pertanto, queste cellule hanno un impatto significativo sul modo di manifestarsi di tali malattie neurodegenerative, ha affermato Kampmann.


Le microglia fungono da sistema immunitario del cervello. Le cellule immunitarie ordinarie non possono attraversare la barriera emato-encefalica, quindi è compito delle microglia sane eliminare i rifiuti e le tossine, mantenendo i neuroni funzionanti al meglio. Quando le microglia iniziano a perdere il loro percorso, il risultato può essere l'infiammazione cerebrale e il danno ai neuroni e alle reti che formano.


In alcune condizioni, ad esempio, le microglia iniziano a rimuovere le sinapsi tra i neuroni: sebbene questa sia una parte normale dello sviluppo del cervello nell'infanzia e nell'adolescenza, può avere effetti disastrosi nel cervello adulto.


All'incirca negli ultimi 5 anni, molti studi hanno osservato e profilato questi stati microgliali diversi, ma non sono stati in grado di caratterizzare la genetica che li sottende. Kampmann e il suo team volevano identificare esattamente quali geni sono coinvolti in specifici stati di attività microgliale e come è regolato ciascuno di questi stati. Con questa conoscenza, sono quindi riusciti a spegnere e attivare i geni, riportando le cellule ribelli sulla strada giusta.

 

Dalla genomica avanzata a un santo graal

Per realizzare quell'attività i ricercatori hanno dovuto superare ostacoli fondamentali che finora avevano impedito di controllare l'espressione genica in queste cellule. Ad esempio, le microglia sono molto resistenti alla tecnica CRISPR più comune, che prevede di trarre il materiale genetico desiderato dalla cellula usando un virus per il trasporto.


Per ovviare a questo, il team di Kampmann ha convinto delle cellule staminali donate da volontari umani a diventare microglia e hanno ottenuto la conferma che queste cellule funzionassero come le loro normali controparti umane. Il team ha quindi sviluppato una nuova piattaforma che combina una forma di CRISPR, che consente ai ricercatori di attivare e spegnere i singoli geni - e che Kampmann ha contribuito in modo significativo a sviluppare - con letture di dati che indicano funzioni e stati delle singole microglia.


Attraverso questa analisi, Kampmann e il suo team hanno individuato i geni che influenzano la capacità della cellula di sopravvivere e proliferare, la sua propensione a produrre sostanze infiammatorie e l'aggressività con cui pota le sinapsi. E, visto che gli scienziati avevano determinato quali geni controllano tali attività, erano in grado di ripristinare i geni e rimettere la cellula malata in uno stato sano.


Armato di questa nuova tecnica, Kampmann prevede di indagare su come controllare gli stati pertinenti delle microglia, puntando le cellule con molecole farmaceutiche esistenti e testandole in modelli preclinici (=animali). Spera di trovare molecole specifiche che agiscono sui geni necessari per riportare le cellule malate a uno stato sano.


Kampmann ha affermato che una volta invertiti i geni giusti, è probabile che le microglia 'riparate' riprenderanno le loro responsabilità, rimuovendo le placche associate alla malattia neurodegenerativa e proteggendo le sinapsi anziché farle a pezzi.


"Il nostro studio fornisce un progetto per un nuovo approccio al trattamento",
ha affermato. "È un po' un santo graal".

 

 

 


Fonte: Robin Marks in University of California - San Francisco (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nina Dräger, ...[+17], Martin Kampmann. A CRISPRi/a platform in human iPSC-derived microglia uncovers regulators of disease states. Nature Neuroscience, 11 Aug 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.