Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il comfort di casa: aiutare le persone con demenza a rimanere a casa più a lungo.

Questo periodo dell'anno mi rende felice di essere a casa. Vedo la mia teiera e il suo copriteiera, entrambi regali dei miei figli. Conosco l'uso e la storia delle cose intorno a me; sono collegati alla mia vita e alle persone che amo. La casa significa molto per me.


La casa è in risonanza anche per le persone che vivono con demenza, che ci dicono che vorrebbero rimanere lì più a lungo possibile. Vogliono anche il comfort, il senso di sicurezza e di appartenenza della casa. Ma restare a casa con la demenza può essere difficile in quanto c'è un declino delle funzioni e i sintomi aumentano.


Oggi gli Stati Uniti hanno più di 5 milioni di persone con demenza e 15 milioni di caregiver familiari che li supportano. È un lavoro duro, perché c'è molto da imparare sulla cura della demenza: quando è il momento di smettere di guidare? o di cucinare? Molti anziani prendono 10 o più farmaci al giorno: è sicuro mentre la memoria se ne va?


Quando i caregiver non sanno cosa fare, una persona anziana con demenza può finire al pronto soccorso, e poi in ospedale e poi in una casa di cura. Aiutare le persone con demenza a stare al sicuro a casa significa aiutare coloro che si prendono cura di loro.


Ho parlato di recente con Quincy Samus PhD e Deirdre Johnston MBBCh/MD, insegnanti del programma Mind at Home della Johns Hopkins University, un approccio innovativo all'assistenza alla demenza in casa propria. La Samus e la Johnston aiutano non solo la persona che ha la demenza, ma anche coloro che la assistono.


Chiaramente amano quello che fanno. Parlano una sull'altra, desiderose di dirmi perché questo programma è importante. La Samus scopre che troppe persone sentono che non c'è niente da fare per quelli con demenza, e non è d'accordo, sostenendo che "Migliorare la qualità della vita non richiede una grande azione. Molte cose che facciamo nella vita quotidiana possono migliorare la vita di una persona e renderla più confortevole".


La Johnston spiega che gli operatori sanitari di comunità del programma formano un legame cruciale tra famiglie e medici. L'operatore sanitario controlla attentamente la casa della persona: che cosa può aiutare a prevenire le cadute, o le ustioni da cucina? quali adattamenti eviteranno alla persona con demenza di farsi male o di ammalarsi e perdere la capacità di restare a casa?


L'operatore si coordina con i medici di Mind at Home per sviluppare un piano su misura non solo per la persona con demenza, ma anche per i suoi caregiver.


Recentemente, un collega mi ha parlato di un parente che è andato in un centro medico d'elite in cui un abile medico ha ordinato molti test e diagnosticato la demenza. Le ha fatto iniziare a prendere farmaci e l'ha spinta a iscriversi a studi clinici.


Era arrabbiata; non sentiva di essere stata aiutata dal medico. Voleva sapere per quanto tempo avrebbe potuto vivere da sola e cosa avrebbe potuto fare ancora in tranquillità. Questo è esattamente il tipo di cura che offre questo programma e pochi altri.


Non che il suo medico fosse un pessimo dottore, ma  molti dei problemi della demenza all'inizio non sono strettamente medici: sono sociali, emotivi e logistici, e non quello che i medici sono di solito impostati per gestire.


Questi sono comunque problemi seri che possono trasformarsi in problemi medici; per esempio quando la mancata gestione di più farmaci finisce per causare delirio, quindi una caduta, un'anca rotta e la vita in una struttura di cura.


Programmi come Mind at Home mirano a migliorare la qualità di vita delle persone con demenza, ma sperano anche di risparmiare denaro prevenendo costose visite al pronto soccorso o ricoveri. I loro primi dati sono promettenti, ma non ancora conclusivi.


L'intervento 'NYU Caregiver' ha un approccio e degli obiettivi simili, e il suo progetto dimostrativo nel Minnesota ha permesso a quelli con demenza di rimanere a casa quasi un anno in più rispetto ad altre persone nella stessa condizione. Quel periodo a casa è prezioso di per sé, ma potrebbe anche far risparmiare al Minnesota quasi un miliardo di dollari all'anno ritardando l'assistenza in casa di cura.


Come può un intervento risparmiare denaro? Il programma Mind at Home costa circa $ 2.500 all'anno. Una singola visita al pronto soccorso può costare altrettanto o di più; una settimana in ospedale può costarne decine di migliaia; una casa di cura costa $ 85.000 all'anno e oltre. Spendere poco per risparmiare molto suona come un buon piano, soprattutto quando ci rende più felici e sicuri e fornisce cure migliori.


Quindi perché questi programmi non sono più diffusi? "Abbiamo davvero bisogno di un cambiamento nella mentalità del pubblico", afferma la Johnston. "Devono chiedere questo supporto. Non sanno di averne bisogno finché non è troppo tardi. E le organizzazioni sanitarie devono riconoscere il valore e finanziarlo. La maggior parte delle organizzazioni sanitarie non sanno nemmeno quanti dei loro membri hanno la demenza, o quanto stanno costando”. La Samus interviene, dicendo: "Non è sul loro radar".


Parte del problema è la sotto-diagnosi di demenza. Le persone anziane possono finire nel pronto soccorso con disidratazione, o una caduta, e quello viene scritto come diagnosi, ma il problema generale è la demenza, e questo può essere ignorato.


Ecco un buon proponimento: aiutare più persone con demenza a vivere bene, con le comodità di casa.

 

 

 


Fonte: Tia Powell MD, direttrice del Centro Bioetica Montefiore Einstein e autrice di Dementia Reimagined: Building a Life of Joy and Dignity from Beginning to End.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.