Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I sei Oli Essenziali che possono aiutare a combattere l'Alzheimer

Gli oli essenziali sono stati usati per molto tempo da antiche civiltà per curare una vasta gamma di disturbi, sia del corpo che della mente. Gli antichi Egizi furono tra i primi a riconoscere il potere degli oli, seppellendo i loro faraoni con fiale di oli essenziali da usare nella vita ultraterrena. In seguito le civiltà indiane e cinesi hanno posto grande fiducia nella capacità degli oli essenziali di dare benefici cosmetici e guaritivi.


Negli ultimi anni, la comunità della medicina alternativa ha valorizzato sempre di più la vasta gamma di benefici che questi oli possono offrirci. Mentre è ben studiato il ruolo degli oli essenziali nella cura delle malattie e dei disturbi del corpo, sta iniziando solo ora a ricevere attenzione scientifica la capacità degli oli essenziali di compensare gli effetti dell'invecchiamento sulla mente e prevenire lo sviluppo di disturbi neurologici.

 

Uso degli oli essenziali con l'aromaterapia

La nozione di "aromaterapia" è apparsa per la prima volta nella letteratura scientifica per mano del chimico francese René-Maurice Gattefossé, che nel 1910 ha scoperto per caso che l'olio essenziale di lavanda aveva un notevole effetto curativo sulle ustioni. Da allora, il ruolo degli oli essenziali nella guarigione e nella prevenzione delle malattie ha ricevuto uno studio notevole sia dal settore scientifico che di quello delle medicine alternative.


In termini generali, si definisce aromaterapia l'uso di oli vegetali altamente concentrati per migliorare il benessere fisico e psicologico, e per prevenire le malattie e migliorare l'umore. Mentre l'aroma di alcuni oli essenziali può da solo innescare alcune funzioni cerebrali e influenzare direttamente l'umore e il comportamento, il termine "aromaterapia" ha un significato molto più ampio. Si riferisce all'applicazione terapeutica o medicinale di sostanze aromatiche (in questo caso, gli oli essenziali) per promuovere la guarigione e il benessere olistici.


I metodi dell'aromaterapia includono l'uso di diffusori per propagare gli oli essenziali nell'aria, strofinare gli oli essenziali direttamente sulla pelle per permettere l'assorbimento nel flusso sanguigno o semplicemente mettere un flacone di olio essenziale direttamente sotto il naso e inalarlo.

 

Gli oli essenziali che combattono la demenza

Mentre continua la ricerca sugli oli essenziali, sta aumentando rapidamente il numero di oli che danno benefici alla salute. Sei oli in particolare, tuttavia, hanno dimostrato di fornire stimoli sensoriali alle persone con Alzheimer e altri sintomi debilitanti di demenza. I seguenti oli essenziali hanno dimostrato di trattare e anche invertire i sintomi della demenza.

 

Lavanda

L'olio di lavanda è uno degli oli essenziali studiato più esaurientemente di tutti gli per la sua versatilità di utilizzo e per l'efficacia nella cura delle malattie e nel rafforzamento della nostra salute. E' stato studiato per il suo effetto sull'Alzheimer attraverso l'aromaterapia, riducendo l'ansia e ripristinando l'equilibrio delle emozioni volatili. Inoltre, è un antidepressivo provato e può essere usato per migliorare il sonno.

 

Rosmarino

L'olio essenziale di rosmarino ha un effetto stimolante sia sul corpo che sulla mente, e i recenti studi suggeriscono che l'esposizione all'olio di rosmarino è in grado di migliorare notevolmente le funzioni cognitive sia in termini di velocità che di precisione. Inoltre, gli studi hanno scoperto che alte concentrazioni di cineolo 1,8 presenti nell'olio essenziale di rosmarino risultano in migliori prestazioni cerebrali e nel miglioramento dell'umore. Il cineolo 1,8 è stato ampiamente studiato per le sue proprietà medicinali, e ha un forte effetto antimicrobico, anti-infiammatorio, analgesico, antibatterico, antiossidante e antispasmodico sul corpo.

 

Melissa

L'olio essenziale di melissa ha avuto notevoli studi scientifici in relazione all'Alzheimer e ad altre forme di demenza, contribuendo a calmare e rilassare chi lo inala o lo strofina sulla pelle. Pur essendo costoso, l'olio essenziale di melissa ha dimostrato di essere uno degli oli più efficaci contro l'insorgenza o la progressione dell'Alzheimer e inoltre fornisce sollievo da ansia e insonnia.

 

Ylang Ylang

L'olio essenziale di Ylang Ylang è efficace per alleviare la depressione e per promuovere il buon sonno, che sono entrambi di vitale importanza per il miglioramento di coloro che soffrono di demenza. Inoltre, a causa delle sue capacità di combattere l'insonnia e di alzare l'umore, lo Ylang Ylang può essere uno strumento efficace per quei caregivers che si occupano di malati di demenza. L'olio essenziale di Ylang Ylang è più efficace insieme all'olio essenziale di melissa.

 

Bergamotto

La ricerca ha dimostrato che l'olio essenziale di bergamotto allevia efficacemente ansia, agitazione, depressione lieve e stress, effetti collaterali che sono spesso sperimentati da chi soffre di demenza. A questo punto, sarai forse sorpreso di sentire che il bergamotto può essere usato anche per contrastare l'insonnia.

 

Menta piperita

L'olio essenziale di menta piperita è un energizzante noto per la mente e per il corpo, funzionando contemporaneamente per stimolare la mente e calmare i nervi sfilacciati. Si ritiene che la menta piperita prevenga lo sviluppo di assenza-distrazione.

 

 

 


Fonte: Liivi Hess in The Alternative Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.