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La tecnologia per tenere i pazienti con demenza fuori dall'ospedale

tablet health monitor

Sensori abbastanza piccoli da stare nell'orecchio, dispositivi robotici e monitor del sonno potrebbero diventare tecnologie standard nelle case delle persone con demenza, dicono degli scienziati. L'idea è di mantenere le persone sicure e indipendenti nelle loro case, piuttosto che debbano andare in ospedale.


Scienziati, ingegneri e medici stanno lavorando per sviluppare la tecnologia all'Imperial College di Londra. Dicono che gran parte di essa è accessibile e "potrebbe essere utilizzabile in cinque anni". Parte della tecnologia esiste già, ma i ricercatori del nuovo Care Research & Technology Centre di Londra ora vogliono estenderla e adattarla all'uso dei pazienti con demenza nella loro vita quotidiana.


Stanno valutando lo sviluppo di un dispositivo EEG (elettroencefalogramma) che si adatti all'orecchio per monitorare le fluttuazioni dell'attività cerebrale e la tecnologia radar per tracciare i movimenti delle persone nella propria casa.


L'obiettivo è che i sensori nella casa rilevino cambiamenti nel comportamento dei pazienti che potrebbero metterli a rischio di ricovero, come cambiamenti nel modello di camminata che potrebbero portare a una caduta o un aumento della temperatura corporea che potrebbe suggerire un'infezione.


I sensori e i dispositivi indossati a casa possono monitorare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l'attività cerebrale, mentre monitorano l'attività del sonno. La tecnologia può quindi avvisare precocemente medici o infermieri se ci sono potenziali problemi.

 

 

'Veloce ed efficace'

Trevor Truman, la cui moglie ha avuto la diagnosi di Alzheimer nel 2016, ha testato alcune delle tecnologie nell'ambito di un esperimento a casa sua. Le letture di un sensore della pressione indicavano che sua moglie aveva bisogno di vedere un medico:

"Quando siamo andati dal medico di famiglia, avevamo i dati di mia moglie (presi dall'app sul mio tablet) che hanno dato al nostro medico un resoconto istantaneo della sua salute e della sua storia recente.

"Nuovi farmaci sono stati prescritti quel giorno. È stato rapido, efficiente ed efficace per noi".


A un certo punto, la signora Truman aveva fino a 20 sensori o dispositivi separati che raccoglievano dati nella sua casa, monitorando i modelli di sonno, la temperatura della stanza o movimenti insoliti. Altri monitoravano il peso, la temperatura corporea e i livelli di idratazione.


Il professor David Sharp, neurologo e capo del centro tecnologico, che fa parte dell'UK Dementia Research Institute all'Imperial College di Londra, ha affermato che le nuove tecnologie miglioreranno il supporto per le persone nella loro casa, aumentando anche la comprensione di come progredisce la demenza: "Ci permetteranno di intervenire in una fase precoce, per prevenire crisi che così spesso portano a ricoveri in ospedale, o il passaggio a una casa di cura".


Ci sono 850.000 persone che vivono con demenza nel Regno Unito e si prevede che saliranno a 2 milioni entro il 2051. Un letto di ospedale su quattro è occupato da qualcuno con demenza e il 20% di questi ricoveri è dovuto a cause prevenibili, ha detto.


Ogni sei mesi, 50 persone con demenza e i loro caregiver saranno chiamati a testare la tecnologia nelle loro case dall'Università del Surrey. L'obiettivo finale è creare "case sane" in cui le persone con demenza possono vivere, usando la tecnologia.


Sebbene non sia noto come verrà finanziata la tecnologia, gli scienziati hanno affermato che alcuni elementi sarebbero gratuiti, come le app di memoria, e alcuni sensori potrebbero costare solo £ 10.


Payam Barnaghi, professore di Intelligenza Artificiale dell'Università del Surrey, ha dichiarato:

"I medici potranno avere fiducia nella loro capacità di monitorare le persone da remoto e di reagire rapidamente a eventuali cambiamenti preoccupanti. Migliorare la qualità della vita delle persone con demenza è fondamentale per il benessere generale loro e delle loro famiglie".

 

 

 


Fonte: BBC (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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