Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Non solo ippocampo: la memoria si può formare anche nella corteccia entorinale

Non solo ippocampo: la memoria si può formare anche nella corteccia entorinaleI ratti girano in un'arena (A) prima di affrontare il labirinto, dove li attende una ricompensa (B). Mentre dorme, il ratto consolida il ricordo di dove si trovava la ricompensa (C). Una cellula di posizione emette un potenziale di azione ogni volta il ratto è in una posizione particolare nel campo (D) creando un indizio per ogni punto dove una cellula di griglia emette un potenziale d'azione. Le posizioni di 'sparo' delle cellule (vedi punti) formano una griglia sopra l'arena (E) e, mentre il ratto è addormentato, le cellule di griglia ripassano questo schema di accensione (C). Immagine: IST Austria

Fino ad ora l'ippocampo era considerato l'area più importante del cervello per la formazione e il richiamo della memoria, mentre le altre regioni contribuivano solo come subordinate. Ma uno studio pubblicato ieri su Science ritiene che una regione del cervello chiamata 'corteccia entorinale' abbia un ruolo nuovo e indipendente nella memoria.


Un team di ricercatori guidato da Jozsef Csicsvari, professore dell'Istituto di Scienza e Tecnologia Austria (IST Austria), ha dimostrato nei ratti che la corteccia entorinale rivede i ricordi del movimento indipendentemente dall'input dell'ippocampo.


"Fino ad ora la corteccia entorinale era considerata asservita all'ippocampo, sia nella formazione che nel richiamo della memoria. Ma noi dimostriamo che la corteccia entorinale mediale può riprodurre il modello di 'sparo' associato allo spostamento in un labirinto, indipendentemente dall'ippocampo. La corteccia entorinale potrebbe essere un nuovo sistema di formazione della memoria che funziona in parallelo con l'ippocampo", spiega Jozsef Csicsvari.


Quando si forma una memoria spaziale, le cellule nella corteccia entorinale mediale (MEC), in particolare le cellule di griglia, agiscono da sistema di navigazione. Esse forniscono all'ippocampo le informazioni su dov'è l'animale e gli indizi su dove è arrivato e in quale direzione. I ratti codificano la posizione e il movimento attraverso la formazione di reti di neuroni nell'ippocampo che 'sparano' insieme.


Finora si credeva che, quando un ricordo viene richiamato per essere stabilizzato, la MEC fosse secondaria all'ippocampo. Nell'ippocampo tale richiamo avviene durante le cosiddette "onde/increspature acute", quando le reti neuronali sparano in modo altamente sincronizzato. Secondo l'opinione prevalente fino ad ora, l'ippocampo è l'iniziatore di questa replica e coordina il consolidamento della memoria, mentre la MEC è solo un posto di collegamento che diffonde il messaggio ad altre aree del cervello.


Per capire se la riproduzione si verifica anche nella MEC, i ricercatori hanno studiato il richiamo della memoria nei ratti che si muovono in un labirinto. Essi hanno dimostrato che i neuroni negli strati superficiali della corteccia entorinale mediale (SMEC), una parte della MEC che invia input all'ippocampo e contengono le celle di griglia, 'sparano' durante il compito di memoria e codificano l'itinerario come raffiche di 'spari'.


Gli autori hanno scoperto con sorpresa che la riproduzione dello 'sparo' nella SMEC non è accompagnata dalla riproduzione analoga nell'ippocampo. Durante il sonno e i periodi di veglia, la SMEC innesca la propria riproduzione e inizia il recupero e il consolidamento, indipendentemente dall'ippocampo.


Joseph O'Neill, primo autore e postdottorato del gruppo di Jozsef Csicsvari, spiega che questi risultati cambiano il nostro modo di vedere la formazione della memoria: "L'ippocampo da solo non domina la formazione e il richiamo dei ricordi, ma la corteccia entorinale e l'ippocampo sono probabilmente due sistemi che cooperano per formare e richiamare la memoria". Pur essendo interconnesse, le due aree possono lavorare in parallelo, possono reclutare diversi percorsi e avere ruoli diversi nella memoria.

 

 

 


Fonte: Institute of Science and Technology Austria via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: J. O’Neill, C.N. Boccara, F. Stella, P. Schoenenberger, J. Csicsvari. Superficial layers of the medial entorhinal cortex replay independently of the hippocampus. Science, 2017; DOI: 10.1126/science.aag2787

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)