Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer, così il protocollo 'Train the brain' aiuta a rallentare la patologia

Un innovativo progetto è stato realizzato in Assolombarda per la prevenzione dei lavoratori contro l’invecchiamento del cervello, la perdita di memoria e le patologie collegate come le Demenze e l’Alzheimer. È stato applicato dalla Fondazione Igea Onlus il protocollo Train the brain, realizzato all’Istituto di Neuroscienze del CNR da un consorzio di circa 40 persone del gruppo della comunità medico-scientifico di Pisa, con il generoso sostegno finanziario della Fondazione Pisa per la Scienza, sotto la guida del neurofisiologo Lamberto Maffei, presidente emerito dell’Accademia dei Lincei.

Come ha spiegato lo stesso professor Maffei,

"Occorre premettere che al momento la demenza Alzheimer non ha nessuna possibilità di cura. Il progetto Train the brain, che ha dato risultati positivi nell’80% dei casi, riesce a rallentare la patologia e a rimandare la discesa nella malattia grave di almeno un anno e mezzo fino a due anni nella maggioranza dei casi.

"I soggetti studiati erano MCI, cioè con sintomi che prevedono la caduta nella patologia grave nel 70% dei casi. I pazienti avevano un’età da 65 a 89 anni. Il progetto Train the brain è stato pubblicato in molteplici riviste e riassunto su Scientific Reports di Nature nel 2017.

"Il protocollo Train the brain non prevede l’impiego di farmaci ma solo stimoli fisiologici opportunamente studiati. Un simile approccio realizzato anche in altri laboratori, risulta valido per mantenere un migliore stato fisiologico di salute sia livello circolatorio che cognitivo anche in soggetti sani.

"I trattamenti praticati hanno fatto registrare nei pazienti variazioni della funzionalità cerebrale e vascolare, tra cui un aumento dell’afflusso sanguigno nel cervello e una miglior risposta cerebrale a test cognitivi".


Il protocollo viene proposto ai cittadini e anche alle imprese dove i colloqui di valutazione dello stato cognitivo fanno parte delle attività per la tutela della salute dei singoli dipendenti, considerati principalmente individui prima che lavoratori. I test tendono a valutare le risorse soggettive personali, a monitorare e tutelare nel trascorrere degli anni la "work ability" e a contrastare il declino cognitivo e il conseguente rischio di infortuni sul lavoro.


Dopo una certa età i primi sintomi delle malattie neurodegenerative possono essere rilevati dal medico di base e se passate all’esame di specialistici neurologi e psicologi possono essere diagnosticate e fronteggiate. È anche importante fare colloqui di prevenzione (mini test mentali) che consentono a uno specialista di individuare precocemente le situazioni di rischio. Lo stesso ministero della Salute valuta che è importante effettuare periodicamente esami di questo tipo dopo i 50 anni.


Nei test cognitivi effettuati dalla Fondazione Igea tra i cittadini e anche presso le aziende la risposta è stata molto positiva, oltre il 90% delle persone e dei lavoratori che hanno partecipato ha mostrato un elevato gradimento per il protocollo, che consente di conoscere un aspetto nuovo della propria salute e di rispondere alle domande (o preoccupazioni) del tipo "Come cambiano la mente e la memoria nel corso degli anni?", "Qual è la mia condizione oggi?", "Come posso fronteggiare il cambiamento?"


Il protocollo, trasferito con modalità diverse ma sufficientemente valide nelle aziende, costituisce un’importate azione di Social Responsibility, sia per le persone a rischio e le loro famiglie, sia per Servizio sanitario nazionale, dato che i costi diretti e indiretti di un malato di Alzheimer ammontano a oltre 100 mila euro l’anno. Diffondere il protocollo significa comunicare la cultura della prevenzione a tutte le persone, anche a quelle malate inconsapevoli perché sottovalutano i sintomi, che hanno bisogno del Train the brain ma ancora non lo sanno. 

 

 


Fonte: Giovanni Anzidei (fondatore e vicepresidente della Fondazione Igea Onlus) in IlSole24Ore

Riferimenti: Train the Brain Consortium. Randomized trial on the effects of a combined physical/cognitive training in aged MCI subjects: the Train the Brain study. Scientific Reports, Jan 2017, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.