Pianificare in anticipo per alleviare le sfide morali ed etiche dell'Alzheimer

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Quali sono alcune delle sfide morali o etiche dell'Alzheimer?

 

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Donne che si prendono cura
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Ven, 10 Mag '24  20:30 > 22:00   Auto Mutuo Aiuto
Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Altivole
Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
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Donne che si prendono cura
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[CA Pedemontano] «Ti SOStengo. Un salvagente legale in un mare di dubbi»
Il Caffè Alzheimer è un servizio che la Casa di Soggiorno ...
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Donne che si prendono cura
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Donne che si prendono cura
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Mer, 5 Giu '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
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Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
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Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Valdobbiadene
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Apatia legata ad aumento del rischio di demenza

L'apatia è legata ad un aumento del rischio di demenza incidente negli anziani: questa la conclusione di uno studio olandese.


Jan Willem van Dalen, dell'Università di Amsterdam e i colleghi, hanno riferito in JAMA Psychiatry che la loro revisione sistematica e meta-analisi dei pazienti di clinica della memoria, ha scoperto che l'apatia negli anziani (età media 71,6) è un forte predittore di demenza incidente.


Tra i 12 studi con 7.299 individui che avevano usato una definizione convalidata di apatia, questa era legata a un rischio quasi doppio di demenza, anche dopo il massimo aggiustamento dei dati, e nonostante la notevole eterogeneità. Questi anziani con apatia avevano anche una probabilità 17 volte più alta di demenza incidente.


Tuttavia, un'analisi per sottogruppo ha mostrato questa relazione leggermente indebolita per gli anziani con deficit cognitivo.


Questi risultati non sono particolarmente sorprendenti, ha detto Willem van Dalen. Il suo gruppo aveva già riscontrato associazioni simili tra l'apatia e la demenza incidente in studi più piccoli e che

"l'apatia è uno dei sintomi più pervasivi nel deterioramento cognitivo lieve e nella demenza precoce. Allo stesso modo, ci aspettavamo che l'apatia fosse particolarmente forte come predittore a breve termine piuttosto che a lungo termine, in quanto abbiamo già trovato alcuni indicazioni di questo in precedenza".

"Siamo stati tuttavia sorpresi dall'entità della eterogeneità - le differenze tra i risultati dello studio - che potrebbero essere spiegate dalle differenze nei tempi di studio. Apparentemente, l'apatia è particolarmente potente come predittore di demenza a breve termine, corroborando la ipotesi che potrebbe essere prodromica alla demenza e al concetto di lieve deterioramento comportamentale".


La meta-analisi ha incluso individui senza demenza all'ingresso nello studio, ma presentavano un lieve deterioramento cognitivo (MCI) o problemi cognitivi soggettivi. La maggior parte degli studi inclusi nell'analisi erano costituiti da popolazioni di pazienti con MCI. Associazioni simili sono state trovate quando l'analisi era limitata a solo quelli con MCI.


La maggior parte degli studi che hanno definito l'apatia ha usato tutti punteggi positivi di apatia del Neuropsychiatric Inventory Questionnaire. Tra i circa 7.300 individui degli studi che hanno usato questa misura convalidata, circa il 20% dei pazienti è stato diagnosticato con apatia al basale.


Identificare i marcatori economici e non invasivi di aumento del rischio di demenza per i pazienti nella clinica della memoria è "una preoccupazione importante", ha affermato Willem van Dalen, che ha evidenziato il fatto che molti pazienti anziani con disturbi della memoria non svilupperanno la demenza:

"Mentre molte ricerche [sulla demenza] usano biomarcatori prognostici basati su tecniche di risonanza magnetica avanzata o analisi del liquido cerebrospinale, merita di essere considerata la valutazione relativamente semplice dei sintomi neuropsichiatrici, poiché è meno invasiva, più economica e più facile da implementare su vasta scala, garantendo l'esplorazione come alternativa possibile a indagini invasive e relativamente costose".


Egli raccomanda ai professionisti sanitari di discutere dell'apatia con i caregiver di questi pazienti:

"L'apatia può avere un impatto particolarmente negativo sui caregiver, soprattutto perché spesso non c'è alcuna ragione apparente per mancanza di iniziativa, indifferenza e cessazione delle attività.

"Oltre a ciò, i pazienti spesso hanno scarsa conoscenza delle proprie condizioni, e ciò può causare frustrazione. Può aiutare dare informazioni ai caregiver riguardo alla condizione e sottolineare che i pazienti non sono riluttanti ma piuttosto incapaci di mostrare iniziativa.

"Inoltre, può essere saggio tenere sotto stretta osservazione questi pazienti in quanto rappresentano un gruppo molto vulnerabile che potrebbe essere incline a rinunciare, o a ritirarsi dall'assistenza sanitaria se lasciato a sé stesso".

 

 

 


Fonte: Kristen Monaco in MedPage Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jan Willem van Dalen, Lennard L. van Wanrooij, Eric P. Moll van Charante, Carol Brayne, Willem A. van Gool, Edo Richard. Association of Apathy With Risk of Incident Dementia. A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online 18 July 2018. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2018.1877

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