Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Isolamento del cablaggio del cervello è il fattore principale del deterioramento del cervello da età

oligodendrocyte precursor cells white and myelin redNell'immagine le cellule staminali chiamate 'celle precursori oligodendrociti' (bianco) che generano oligodendrociti per tutta la vita. Gli oligodendrociti producono mielina (rosso) che promuove la trasmissione efficiente degli impulsi dei neuroni isolando gli assoni. (Fonte: dott. Andrea Rivera)

Un nuovo studio guidato dall'Università di Portsmouth ha individuato uno dei principali fattori del deterioramento del cervello correlato all'età: la perdita di una sostanza chiamata mielina.


La mielina è l'involucro protettivo e isolante attorno alla propaggine che trasporta il segnale comunicativo dei neuroni nel cervello, chiamato assone. La mielina è essenziale per gli scambi elettrici superveloci di tra le cellule nervose che sottendono l'enorme potere del cervello umano.


La perdita di mielina si traduce in declino cognitivo ed è centrale per diverse malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla e l'Alzheimer. Questo nuovo studio ha trovato che le cellule che guidano la riparazione della mielina diventano meno efficienti quando invecchiamo e ha identificato un gene cruciale che è colpito maggiormente dall'invecchiamento, riducendo la capacità delle cellule di sostituire la mielina persa.


Lo studio, appena pubblicato su Aging Cell, fa parte di una collaborazione internazionale guidata dal professor Arthur Butt dell'Università di Portsmouth con il dott. Kasum Azim dell'Università di Düsseldorf in Germania, insieme ai gruppi di ricerca italiani della prof.ssa Maria Pia Abbracchio di Milano e del dott. Andrea Rivera di Padova.


Il prof. Butt ha detto:

"Tutti hanno familiarità con la materia grigia del cervello, ma pochissimi conoscono la materia bianca, che comprende i cavi elettrici isolati che collegano tutte le diverse parti del nostro cervello.

"Una caratteristica fondamentale del cervello che invecchia è la progressiva perdita di materia bianca e di mielina, ma le ragioni alla base di questi processi sono in gran parte sconosciute. Le cellule cerebrali che producono mielina - chiamate oligodendrociti - devono essere sostituite per tutta la vita da cellule staminali chiamate precursori di oligodendrociti.

"Se questo processo va male, allora c'è una perdita di mielina e materia bianca, che provoca effetti devastanti sulla funzione cerebrale e un declino cognitivo. Un nuovo risultato entusiasmante del nostro studio è che abbiamo scoperto uno dei motivi per cui questo processo è rallentato nel cervello che invecchia".


Il dott. Rivera, primo autore dello studio quando era all'Università di Portsmouth e ora Fellow all'Università di Padova, ha spiegato:

"Confrontando il genoma del cervello di un topo giovane con quello di un topo senile, abbiamo identificato quali processi sono influenzati dall'invecchiamento. Queste analisi molto sofisticate ci hanno permesso di svelare le ragioni per cui il rifornimento di oligodendrociti, e la mielina che producono, sono ridotti nel cervello invecchiato.

"Abbiamo capito che il gene GPR17, associato a questi precursori specifici, è il più colpito nel cervello invecchiato e che la perdita di GPR17 è associata a una ridotta capacità di questi precursori di lavorare attivamente per sostituire la mielina perduta".


Il lavoro, che continua, ha aperto la strada a nuovi studi su come indurre il 'ringiovanimento' delle cellule precursori degli oligodendrociti per reintegrare in modo efficiente la materia bianca perduta. Il dott. Azim dell'Università di Dusseldorf ha dichiarato:

"Questo approccio è promettente per il puntare la perdita di mielina nelle malattie del cervello che invecchia e in quelle da demielinazione, che comprendono la sclerosi multipla, l'Alzheimer e i disturbi neuropsichiatrici. In effetti, abbiamo solo toccato la punta dell'iceberg e le indagini future dei nostri gruppi di ricerca puntano a portare questi risultati nell'ambiente umano".


Il dott. Rivera ha eseguito gli esperimenti chiave pubblicati in questo studio mentre era all'Università di Portsmouth e ha ricevuto il prestigioso MSCA Seal of Excellence @UniPD Fellowship per tradurre questi risultati e indagare ulteriormente su questo principio nel cervello umano, in collaborazione con i professori Raffele de Caro, Andrea Porzionata e Veronica Macchi dell'Istituto di Anatomia Umana dell'Università di Padova.

[...]

 

 

 


Fonte: University of Portsmouth (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andrea Rivera, Francesca Pieropan, Irene Chacon‐De‐La‐Rocha, Davide Lecca, Maria Abbracchio, Kasum Azim, Arthur Butt. Functional genomic analyses highlight a shift in Gpr17‐regulated cellular processes in oligodendrocyte progenitor cells and underlying myelin dysregulation in the aged mouse cerebrum. Aging Cell, 5 Mar 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.