Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La tau intrappola altri prodotti chimici formando i grovigli neurofibrillari nell'Alzheimer

Un nuovo studio mostra che dozzine di molecole possono aggrovigliarsi in fasci tossici di tau, una proteina che di norma dà struttura alle fibre nervose, causando danni delle cellule cerebrali che contribuiscono alle malattie neurodegenerative.


I neuroscienziati avevano scoperto in precedenza che la tau può diventare tossica quando molecole chimiche extra si accumulano con la sua struttura nel cervello, inducendola a formare grovigli di proteine ​​che distruggono il tessuto circostante.


Il nuovo studio, condotto da ricercatori della New York University (NYU), ha analizzato la composizione di tali grovigli e ha trovato 12 proteine ​​che secondo loro non erano ancora state collegate sia alla tau che al morbo di Alzheimer (MA). Essi hanno anche scoperto diverse decine di altre proteine ​​che appaiono nelle ultime fasi della malattia, così come nelle prime fasi della demenza.


“I nostri risultati ampliano la comprensione delle interazioni molecolari che guidano il MA e altre malattie dannose per il cervello, collegate all'errato comportamento della proteina ​​tau”, dice la prima coautrice Eleanor S. Drummond PhD, professoressa assistente di ricerca nel Dipartimento di Neurologia della NYU.


“Ora che conosciamo meglio i possibili ‘attori chiave’ della neurodegenerazione, possiamo avere obiettivi più chiari per potenziali terapie”, dice il coautore Geoffrey Pires, dottorando in neurologia alla NYU.


Si stima che circa 5 milioni di americani vivano con il MA, una malattia progressiva che colpisce soprattutto gli over-65 e che interferisce con la memoria, il linguaggio, e il processo decisionale. Attualmente, non ci sono trattamenti efficaci o strategie di prevenzione.


Gli esperti hanno da tempo legato la malattia ad un accumulo eccessivo di molecole di fosfato sulle proteine ​​tau. Tuttavia, abbiamo capito ben poco di come questi grovigli danneggiano i neuroni e quali altre proteine ​​sono coinvolte nello sviluppo dell'insieme di firme di MA, dice la dott.ssa Drummond.


Il nuovo studio, pubblicato online il 28 luglio nella rivista Brain, ci dà ciò che il dott. Drummond e i suoi colleghi definiscono la più grande panoramica ad oggi delle proteine ​​presenti in questi grovigli tau.


Per le indagini, il team di ricerca ha analizzato campioni di tessuto cerebrale donati di 12 uomini e donne con MA. Dopo aver separato i nodi tau dal tessuto circostante, i ricercatori hanno esaminato i grovigli per identificare le molte proteine ​​aggrovigliate all'interno.


Secondo i risultati, i grovigli erano composti da 542 differenti proteine ​​in totale, alcune delle quali sono coinvolte in processi essenziali all'interno delle cellule, come la produzione di energia (ATPasi-vacuolare subunità ATP6V0D1), la lettura del materiale genetico (proteina HNRNPA1 RNA-binding), la degradazione / digestione cellulare (PSMC da 1 a 5). Questi risultati forniscono indizi su come i grovigli portano alla morte dei neuroni, dice la dott.ssa Drummond.


“Il MA è studiato da oltre un secolo, quindi è rivelatore che stiamo ancora scoprendo decine di proteine ​​che non avevamo idea fossero associate con la malattia”, dice l'autore senior dello studio Thomas M. Wisniewski MD, professore di neurologia e direttore del Centro di Neurologia Cognitiva della NYU.


Il dott. Wisniewski, che è anche direttore dell'Alzheimer's Disease Research Center e del Pearl I. Barlow Center for Memory Evaluation and Treatment della NYU, ha pianificato indagini sulle nuove proteine ​​identificate, in campioni di tessuto di persone con altre malattie neurodegenerative legate alla tau, come la Malattia di Pick e l'encefalopatia traumatica cronica, così come altre forme di demenza.

 

 

 


Fonte: New York University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eleanor Drummond, Geoffrey Pires, Claire MacMurray, Manor Askenazi, Shruti Nayak, Marie Bourdon, Beatrix M. Ueberheide, Jiri Safar, Thomas Wisniewski. Titolo studio n/d. Brain, 28 July 2020, DOI n/d

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.