Secondo dei ricercatori australiani, portare la telemedicina per l'assistenza alla demenza nelle case può essere efficace quanto i servizi con visite faccia-a-faccia, se i caregiver e i riceventi sfruttano le tecnologie disponibili.
La demenza colpisce quasi 50 milioni di persone in tutto il mondo, che si prevede aumenteranno a 131,5 milioni entro il 2050. Ogni tre secondi qualcuno nel mondo sviluppa la demenza.
Lo studio su 63 persone con demenza da lieve a moderata, e i loro partner di cura, ha trovato che i servizi di telemedicina che usano videoconferenze possono risparmiare tempo di viaggio - in particolare nelle zone rurali e periferiche - e danno alle famiglie strategie per promuovere l'indipendenza della persona con demenza.
Kate Lave, prima autrice e professoressa associata della Flinders University, ricercatrice e terapeuta occupazionale, spiega:
"Dare ai partner di cura delle strategie per convivere con, e ritardare, il declino funzionale nelle persone con demenza è una priorità, dato che circa il 70% delle persone con demenza vive in casa propria con il sostegno di familiari e amici per l'assistenza.
"Dare alle famiglie informazioni e competenze basate su evidenze può promuovere l'indipendenza e migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone con demenza".
La telemedicina promette di fornire un'alternativa più accessibile alle persone anziane che vivono in casa, comprese quelle con malattie croniche.
I ricercatori concludono che l'uso di tecnologie di telemedicina per fornire interventi non farmacologici alle persone con demenza e ai loro partner di cura può ridurre le spese di erogazione dell'intervento, aumentare l'accessibilità e facilitare la traslazione dalla ricerca.
Fonte: Flinders University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Kate Laver, Enwu Liu, Lindy Clemson, Owen Davies, Len Gray, Laura N. Gitlin, Maria Crotty. Does Telehealth Delivery of a Dyadic Dementia Care Program Provide a Noninferior Alternative to Face-To-Face Delivery of the Same Program? A Randomized, Controlled Trial. The American Journal of Geriatric Psychiatry, 2 Mar 2020, DOI
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.