Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La 'mascolinità tossica' è pericolosa ... per gli uomini. Danneggia relazioni, salute, benessere e felicità

La convinzione che i 'veri uomini' devono essere forti, duri e indipendenti può essere un danno alle loro esigenze sociali più tardi nella vita. Uno studio al quale ha collaborato un sociologo della Michigan State University, ha scoperto che gli uomini che appoggiano ideali egemonici della mascolinità ('mascolinità tossica') possono diventare socialmente isolati quando invecchiano, con un impatto sulla loro salute, sul benessere e la felicità generale.


“Quando invecchiamo, ci sono alcuni modi con cui possiamo assicurarci di mantenere salute e benessere”, ha detto Stef Shuster, professore assistente nel Dipartimento di Sociologia della MSU. “Avere persone con cui si può parlare di questioni personali è una forma di sostegno sociale. Se le persone hanno solo una controparte con cui condividere le informazioni o, a volte, addirittura nessuno, in realtà non hanno l'opportunità di riflettere e condividere“.


Shuster ha detto che quando sorgono problemi, come quelli finanziari o sanitari, non avere nessuno con cui condividerli mette gli individui in una posizione incredibilmente svantaggiata, che potrebbe anche avere conseguenze negative per la loro salute mentale.


“L'isolamento sociale è comune tra gli adulti che invecchiano. Cambiamenti come il pensionamento, la vedovanza o il trasloco in una nuova casa possono disturbare le loro amicizie già esistenti“, ha detto Celeste Campos-Castillo, prima coautrice dello studio e professoressa associata nel Dipartimento di Sociologia dell'Università del Wisconsin di Milwaukee.


“Gli uomini anziani che appoggiano gli ideali di mascolinità tossica possono diventare isolati quando invecchiano”, ha detto Shuster. “Non tutti gli uomini anziani sono a rischio; solo quelli che sono a favore di un particolare insieme di ideali”.


I ricercatori hanno analizzato quasi 5.500 uomini e donne anziani del Wisconsin Longitudinal Survey, che li aveva valutati secondo la Hegemonic Masculinity for Older Men Scale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Sex Roles, è uno dei primi a trattare la mascolinità come uno spettro piuttosto che una semplice categoria binaria sì/no.


“Molta ricerca di genere si basa su binari semplicistici donne/ uomini, femminile/maschile, sei egemonicamente maschile o no”, ha detto Shuster. “Per merito della serie di dati che stiamo usando, il nostro studio in realtà guarda la mascolinità su uno spettro”.


Lo studio ha anche riscontrato che chi abbraccia la mascolinità tossica è autolesionista.

“Spesso, 'mascolinità tossica' è un termine che usiamo per descrivere come la mascolinità colpisce le altre persone, soprattutto donne”, ha detto Shuster. “Ma il nostro studio mostra che la mascolinità tossica ha conseguenze negative anche per gli uomini che sottoscrivono questi ideali. La premessa della mascolinità egemonica in un certo senso si basa sull'idea di isolamento, perché si tratta di essere autonomi e non mostrare emozioni. È difficile sviluppare amicizie vivendo in questo modo”.


Mentre i baby boomer si ritirano dal mondo del lavoro, si trovano ad affrontare le sfide di trovare e mantenere amicizie sane. I ricercatori suggeriscono che l'isolamento sociale può essere alleviato, abbracciando una comprensione alternativa della mascolinità che non si basa sull'indipendenza e la durezza come unico modo per essere 'veri uomini', o per lo meno, su un allentamento dei principi della mascolinità egemonica.

Può essere rilevante perché:

L'isolamento sociale, che secondo lo studio è una probabile conseguenza della 'mascolinità tossica', è uno dei fattori di rischio per la demenza e l'Alzheimer.


Però Shuster riconosce che più alto è il punteggio degli uomini sulla scala della mascolinità egemonica, minore è la probabilità che cambino il loro parere o chiedano aiuto.


“Si possono cambiare i principi ideologici di qualcuno? Penso che sia più difficile che cercare di convincere le persone a credere che l'isolamento sociale è incredibilmente dannoso per la loro salute“, ha detto Shuster. “Si tratta di imparare a offrire alle persone gli strumenti per non essere isolate socialmente, e aiutarle a sviluppare la capacità di riconoscere che tutti i modi con cui hanno sostenuto di essere dei cosiddetti 'uomini veri' non funzioneranno in vecchiaia”.

 

 

 


Fonte: Michigan State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Celeste Campos-Castillo, Stef M. Shuster, Sarah M. Groh & Denise L. Anthony. Warning: Hegemonic Masculinity May Not Matter as Much as You Think for Confidant Patterns among Older Men. Sex Roles, 7 Mar 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.