Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vedovanza accelera il declino cognitivo delle persone a rischio di Alzheimer

Per un anziano la morte del coniuge spesso implica la perdita di intimità, di compagnia e di sostegno quotidiano. Un nuovo studio ha scoperto che la vedovanza può avere un altro effetto profondo: può accelerare il declino cognitivo.


I ricercatori del Brigham and Women Hospital e del Massachusetts General Hospital hanno analizzato anziani americani cognitivamente normali iscritti all'Harvard Aging Brain Study, per ognuno dei quali all'inizio dello studio hanno determinato lo stato coniugale e i livelli di amiloide-β (Aβ) nel cervello, un indicatore del morbo di Alzheimer (MA).


Il team ha scoperto che gli individui che erano vedovi avevano un declino cognitivo più netto rispetto ai loro coetanei sposati, soprattutto tra coloro che avevano livelli alti di Aβ. Lo studio suggerisce che la vedovanza può essere un fattore di rischio, importante e poco studiato, del declino cognitivo associato al MA e mette in evidenza la necessità di una maggiore attenzione a questa popolazione ad alto rischio. I risultati sono pubblicati in JAMA Network Open.


“Sappiamo che le relazioni sociali possono essere un tampone importante contro il declino cognitivo”, ha detto l'autrice senior Nancy Donovan MD, della Divisione di psichiatria geriatrica del Brigham e ricercatrice associata al Mass General. “Essere sposati offre l'opportunità di più impegno sociale e di sostegno emotivo dal coniuge, espande la propria rete sociale e fornisce più opportunità di stimolazione cognitiva. Tutti questi vantaggi si perdono nella vedovanza. È anche importante che la perdita di un coniuge è un evento di vita altamente stressante, che può avere effetti deleteri sul cervello“.


Le donne hanno un rischio maggiore [degli uomini] sia di vedovanza che di MA, ed entrambi aumentano di frequenza con l'età. Lo studio, che includeva 260 persone cognitivamente non deteriorate da 62 a 89 anni di età (153 donne e 107 uomini) ha classificato i soggetti in tre gruppi: sposati, vedovi o non sposati (divorziati, single, separati o mai sposati). Di questi soggetti, 66 donne e 79 uomini erano sposati; 31 donne e 4 uomini erano vedovi. I ricercatori hanno misurato i livelli di Aβ dei soggetti con scansioni PET all'inizio dello studio.


La Donovan e i colleghi hanno valutato le prestazioni cognitive di ciascun partecipante ogni anno, per quattro anni, usando una serie di test per analizzare diverse dimensioni della cognizione. Essi hanno scoperto che le prestazioni cognitive sono declinate nel gruppo di vedovi, differendo in modo significativo dal gruppo di sposati.


Non c'era alcuna differenza tra il gruppo di sposati e il gruppo di non sposati. Inoltre, hanno scoperto che tra gli adulti con i livelli più alti di Aβ, i vedovi avevano il declino più forte nella cognizione, rispetto a coloro che erano sposati, declinando ad un ritmo tre volte più veloce. Questo risultato era indipendente da molti fattori tra cui età, sesso, stato socio-economico e depressione.


Gli autori notano che questo è il primo studio a mostrare un effetto combinato e sinergico di vedovanza e Aβ nel declino cognitivo e dovrà essere replicato in altri studi.


“La nostra divisione si è molto interessata a capire gli effetti fisiologici della vedovanza, per sviluppare interventi che tentano di modificare queste traiettorie”, ha detto la Donovan. “Questi risultati suggeriscono inoltre che i ricercatori impegnati in studi di prevenzione del MA dovrebbero prestare particolare attenzione agli anziani vedovi per ritagliare interventi ad hoc per questo gruppo particolarmente suscettibile di pazienti”.


[...] La Donovan ha riferito di ricevere fondi per la ricerca dalla Eli Lilly and Co. e dalla Eisai, e che fa parte del comitato consultivo di Avanir Pharmaceuticals, al di fuori del lavoro presentato. I coautori hanno riferito di ricevere emolumenti da Jazz Pharmaceuticals, AC Immune, Biogen, Neurocentria, Eisai, Roche Holding, Takeda Pharmaceutical Company, Novartis, Janssen Pharmaceuticals ed Eli Lilly and Co., al di fuori del lavoro presentato.

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kelsey D. Biddle, Heidi I. L. Jacobs, Federico d’Oleire Uquillas, Benjamin S. Zide, Dylan R. Kirn, Michael R. Properzi, Dorene M. Rentz, Keith A. Johnson, Reisa A. Sperling, Nancy J. Donovan. Associations of Widowhood and β-Amyloid With Cognitive Decline in Cognitively Unimpaired Older Adults. JAMA Network Open, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.