Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Attivare cellule immunitarie dormienti per migliorare la memoria nel cervello invecchiato

ILC2 immune cells white increased in old mice right compared with younger one leftIl numero di cellule immunitarie ILC2 (frecce bianche) nel plesso coroide di topi vecchi (a destra) è superiore rispetto a quello dei topi giovani (a sinistra). Altri tipi di cellule immunitarie sono indicate da frecce blu.

I ricercatori dell'Albany Medical College di New York hanno scoperto che un tipo specifico di cellule immunitarie si accumula nel cervello invecchiato, e che l'attivazione di queste cellule migliora la memoria dei topi anziani. Lo studio, pubblicato dal 5 febbraio sul Journal of Experimental Medicine, suggerisce che, puntando tali cellule, si potrebbe ridurre il  declino cognitivo legato all'età e combattere l'invecchiamento associato alle malattie neurodegenerative negli esseri umani.


Il cervello è altamente sensibile all'invecchiamento, e le funzioni cognitive come l'apprendimento e la memoria a poco a poco declinano con l'età. Gran parte del sistema immunitario del corpo si deteriora con l'età, con conseguente aumento dell'infiammazione e della suscettibilità alle infezioni. Nel nuovo studio però, un team di ricercatori guidati da Qi Yang e Kristen L. Zuloaga dell'Albany Medical College rivela che i cambiamenti legati all'invecchiamento in una classe di cellule immunitarie chiamate 'cellule linfoidi innate di gruppo 2' (ILC2, group 2 innate lymphoid cells) potrebbe consentire ai medici di combattere gli effetti dell'invecchiamento sul cervello.


Le ILC2 risiedono su tessuti specifici del corpo e aiutano a ripararli quando sono danneggiati. Recentemente, ad esempio, le ILC2 nel midollo spinale hanno dimostrato di promuovere la guarigione dopo una lesione del midollo stesso. “Tuttavia, non si sapeva ancora se le ILC2 sono presenti anche in altre parti del sistema nervoso centrale, e come rispondono all'invecchiamento”, spiega la Yang.


I ricercatori hanno esaminato il cervello di topi giovani e meno giovani e hanno scoperto che le ILC2 si accumulano con l'età in una struttura chiamata plesso coroide. Questa struttura produce liquido cerebrospinale ed è vicina all'ippocampo, una regione del cervello che ha un ruolo chiave nell'apprendimento e nella memoria. Il cervello di topi vecchi ha fino a cinque volte il numero di cellule ILC2 del cervello più giovane. Soprattutto, i ricercatori hanno anche visto un gran numero di ILC2 nel plesso coroide degli esseri umani anziani.


Le ILC2 nel cervello di topi vecchi sono in gran parte in uno stato inattivo, o quiescente, ma i ricercatori sono riusciti ad attivarle trattando gli animali con una molecola di segnalazione cellulare chiamata IL-33, che induce le cellule a ​​proliferare e a produrre proteine che stimolano la formazione e la sopravvivenza dei neuroni. I ricercatori hanno scoperto che, rispetto alle ILC2 degli animali più giovani, le ILC2 dei topi anziani erano in grado di vivere più a lungo e di produrre più ILC2 dopo l'attivazione.


Sorprendentemente, il trattamento di topi vecchi con IL-33, o con l'iniezione di cellule ILC2 pre-attivate in laboratorio, ha migliorato le prestazioni degli animali in una serie di test cognitivi progettati per misurare il loro apprendimento e memoria. “Questo suggerisce che le ILC2 attivate possono migliorare la funzione cognitiva dei topi anziani”, dice la Zuloaga.


Una delle proteine ​​prodotte dalle ILC2s attivate è la molecola di segnalazione IL-5. Il team di ricerca ha scoperto che il trattamento di topi vecchi con IL-5 aumenta la formazione di nuove cellule nervose nell'ippocampo e riduce la quantità di infiammazione potenzialmente dannosa nel cervello. Anche in questo caso, il trattamento con IL-5 ha migliorato la prestazione cognitiva dei topi anziani in una serie di test.


“Il nostro lavoro ha quindi rivelato l'accumulo di cellule ILC2 residenti nei tessuti nel plesso coroide del cervello invecchiato e ha dimostrato che la loro attivazione può rivitalizzare il cervello invecchiato e alleviare il declino cognitivo associato all'invecchiamento”, spiega Yang.


“L'invecchiamento è il fattore di rischio principale per varie malattie neurocognitive e neurodegenerative”, spiega la Zuloaga. “Puntare le cellule ILC2 nel cervello invecchiato può fornire nuove strade per combattere queste malattie negli esseri umani”.

 

 

 


Fonte: Rockefeller University Press via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ivan Ting Hin Fung, Poornima Sankar, Yuanyue Zhang, Lisa S. Robison, Xiuli Zhao, Shanti S. D’Souza, Abigail E. Salinero, Yue Wang, Jiang Qian, Marcy L. Kuentzel, Sridar V. Chittur, Sally Temple, Kristen L. Zuloaga, Qi Yang. Activation of group 2 innate lymphoid cells alleviates aging-associated cognitive decline. Journal of Experim. Med., 5 Feb '20, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.