Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'antiossidante flavonolo legato a rischio più basso di demenza di Alzheimer

Le persone che mangiano o bevono più alimenti con un antiossidante flavonolo, che si trova in quasi tutta la frutta e la verdura, nonché nel tè, possono avere meno probabilità di sviluppare demenza da morbo di Alzheimer (MA) anni più tardi, secondo uno studio pubblicato il 29 gennaio 2020, on line su Neurology®.


“Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa scoperta, ma questi sono risultati promettenti”, ha detto il primo autore dello studio Thomas M. Holland MD, della Rush University di Chicago. “Mangiare più frutta e verdura e bere più tè potrebbe essere un modo abbastanza economico e facile per aiutare ad evitare la demenza di MA. Con la popolazione anziana in aumento in tutto il mondo, qualsiasi diminuzione del numero di persone con questa malattia devastante, o anche il suo ritardo di alcuni anni, potrebbe avere un enorme beneficio per la sanità pubblica“.


I flavonoli sono un tipo di flavonoidi, un gruppo di sostanze fitochimiche presenti nei pigmenti vegetali, noti per i suoi effetti benefici sulla salute.


Lo studio ha coinvolto 921 persone con un'età media di 81 anni che non avevano la demenza di MA, e hanno compilato un questionario ogni anno sulla frequenza con cui mangiavano certi cibi. Sono stati interpellati anche per altri fattori, come il livello di istruzione, quanto tempo avevano trascorso facendo attività fisica e quanto su attività mentalmente coinvolgenti come la lettura e i giochi.


Le persone sono state testate ogni anno, per un periodo medio di sei anni, per vedere se avevano sviluppato la demenza di MA. I ricercatori hanno usato vari test, stabilendo che 220 persone hanno sviluppato la demenza di MA nel corso dello studio.


Le persone sono state divise in 5 gruppi, in base a quanti flavonoli c'erano nella loro dieta. La quantità media di assunzione di flavonoli degli adulti statunitensi è di circa 16/20 milligrammi al giorno. Nello studio, il gruppo più basso ha assunto circa 5,3 mg al giorno e il gruppo più alto ne ha consumato in media 15,3 mg al giorno.


Lo studio ha trovato che le persone del gruppo più alto avevano il 48% in meno di probabilità di sviluppare successivamente la demenza di MA, rispetto alle persone del gruppo più basso, dopo l'aggiustamento dei dati per la predisposizione genetica e per i fattori demografici e di stile di vita. Delle 186 persone del gruppo più alto, 28 individui (15%) hanno sviluppato demenza di MA, rispetto alle 54 (30%) su 182 del gruppo più basso.


I risultati sono rimasti gli stessi dopo che i ricercatori hanno regolato i dati per tenere conto di altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di demenza di MA, come ad esempio, il diabete, un infarto precedente, un ictus e l'ipertensione arteriosa.


Lo studio ha anche suddiviso i flavonoli in quattro tipi: isoramnetina, kaempferolo, myricetina e quercetina. I primi cibi per contenuto di flavonoli, per ogni categoria, sono stati:

  • pere, olio d'oliva, vino e salsa di pomodoro per l'isoramnetina;
  • cavoli/ravizzoni, fagioli, tè, spinaci e broccoli per il kaempferolo;
  • tè, vino, cavoli, arance e pomodori per la myricetina;
  • pomodori, cavoli/ravizzoni, mele e tè per la quercetina.


Le persone che avevano un elevato apporto di isoramnetina avevano un 38% in meno di probabilità di sviluppare li MA. Quelli con elevato apporto di kaempferolo avevano il 51% in meno di probabilità di sviluppare la demenza. E anche quelli con elevato apporto di myricetina avevano un 38% in meno di probabilità di sviluppare la demenza. La quercetina non era legata a un minor rischio di demenza di MA.


Holland ha osservato che lo studio mostra un'associazione tra flavonoli alimentari e rischio di MA, ma non dimostra che i flavonoli provocano direttamente una riduzione del rischio della malattia.


Altri limiti dello studio sono che il questionario di frequenza alimentare, anche se valido, era auto-riferito, e le persone possono non ricordare con precisione ciò che hanno mangiato, e la maggior parte dei partecipanti erano bianchi, quindi i risultati potrebbero non essere validi per tutta la popolazione.

 

Quindi, per schematizzare:

Tipo flavonolo Contenuto principalmente in Riduzione rischio
di Alzheimer
 Isoramnetina pere, olio d'oliva, vino e salsa di pomodoro  38%
 Kaempferolo cavoli/ravizzoni, fagioli, tè, spinaci e broccoli  51%
 Myricetina tè, vino, cavoli/ravizzoni, arance e pomodori  38%
 Quercetina pomodori, cavoli, mele e tè  -

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas M. Holland, Puja Agarwal, Yamin Wang, Sue E. Leurgans, David A. Bennett, Sarah L. Booth, Martha Clare Morris. Dietary flavonols and risk of Alzheimer dementia. Neurology, 29 Jan 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.