Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Creati neuroni artificiali per curare malattie croniche, come l'Alzheimer

neuron in a chipUno dei minuscoli chip nel suo involucro protettivo.

Sono stati sviluppati dei neuroni artificiali su chip di silicio, che si comportano proprio come quelli reali, una conquista prima nel suo genere con enormi possibilità per i dispositivi medici di curare malattie croniche, come l'insufficienza cardiaca, l'Alzheimer e altre malattie di degenerazione neuronale.


I neuroni artificiali non solo si comportano proprio come quelli biologici, ma hanno bisogno solo di un miliardesimo della potenza di un microprocessore, che li rende ideali per impianti medici e altri dispositivi bio-elettronici.


Il team di ricerca, guidato dall'Università di Bath e che comprende ricercatori delle Università di Bristol, Zurigo e Auckland, descrive i neuroni artificiali in uno studio pubblicato su Nature Communications.


Progettare neuroni artificiali che rispondono ai segnali elettrici provenienti dal sistema nervoso, come i neuroni reali, è stato per decenni un obiettivo importante nella medicina, in quanto apre alla possibilità di curare condizioni in cui i neuroni non funzionano correttamente, hanno una interruzione dei loro processi (come nelle lesioni del midollo spinale) o sono morti.


I neuroni artificiali potrebbero riparare i bio-circuiti malati replicando la loro funzione sana e rispondendo adeguatamente agli stimoli biologici per ripristinare la funzione corporea.


Nell'insufficienza cardiaca, ad esempio, i neuroni alla base del cervello non rispondono adeguatamente agli impulsi del sistema nervoso, che a sua volta non invia i segnali giusti al cuore, che poi non pompa così forte come dovrebbe.


Tuttavia lo sviluppo di neuroni artificiali è stata una grande sfida a causa delle difficoltà per la biologia complessa e per le risposte neuronali difficili da prevedere.


I ricercatori hanno modellato e derivato con successo le ​​equazioni che spiegano come i neuroni rispondono a stimoli elettrici provenienti da altri nervi. Questo è incredibilmente complicato poiché le risposte sono ‘non lineari’; in altre parole, se un segnale diventa forte il doppio, non dovrebbe necessariamente suscitare una reazione doppia, potrebbe essere tre volte più grande o qualcos'altro.


Hanno quindi progettato chip di silicio che modellano accuratamente i canali ionici biologici, prima di dimostrare che i loro neuroni al silicio imitano con precisione i neuroni reali e viventi che rispondono ad una serie di stimolazioni.


I ricercatori hanno replicato accuratamente le dinamiche complete dei neuroni dell'ippocampo e dei neuroni respiratori dei ratti, per un'ampia gamma di stimoli.


Il professor Alain Nogaret, del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bath ha guidato il progetto. Egli ha detto:

“Fino ad ora il neurone era rimasto una black box, ma siamo riusciti ad aprire la scatola e guardarci dentro. Il nostro lavoro è un cambio di paradigma, perché fornisce un metodo efficace per riprodurre le proprietà elettriche dei neuroni reali con dettagli precisi.

“Ma va anche oltre, perché i nostri neuroni hanno bisogno solo di 140 nanowatt di potenza. Questo è un miliardesimo del fabbisogno di potenza di un microprocessore, che hanno usato gli altri che hanno tentato di produrre neuroni sintetici. Questo rende i neuroni ben adatti per impianti bioelettronici per trattare malattie croniche.

“Per esempio stiamo sviluppando pacemaker intelligenti che non solo stimolano il cuore a pompare ad un tasso costante, ma usano questi neuroni per rispondere in tempo reale alle esigenze che il cuore deve soddisfare, che è ciò che accade naturalmente in un organo sano. Altre applicazioni possibili potrebbero essere nel trattamento di condizioni come l'Alzheimer e le malattie degenerative neuronali più in generale.

“Il nostro approccio combina diverse innovazioni. Possiamo stimare molto accuratamente i parametri precisi che controllano qualsiasi comportamento dei neuroni con elevata certezza. Abbiamo creato modelli fisici di hardware e abbiamo dimostrato che riesce ad imitare il comportamento dei neuroni viventi reali. Il terzo passo significativo è la versatilità del nostro modello che consente l'inserimento di diversi tipi e funzioni di una serie di neuroni complessi dei mammiferi“.


Il prof. Giacomo Indiveri, dell'Università di Zurigo e dell'ETF Zurich, coautore dello studio, ha aggiunto:

“Questo lavoro apre nuovi orizzonti per la progettazione di chip neuromorfici grazie al suo approccio unico per identificare parametri cruciali del circuito analogico”.


Un altro coautore, il prof. Julian Paton, fisiologo dell'Università di Auckland e dell'Università di Bristol, ha dichiarato:

“Replicare la risposta dei neuroni respiratori nella bioelettronica, che può essere miniaturizzata ed impiantata, è molto emozionante e apre enormi opportunità per dispositivi medici più intelligenti che ci portano alla medicina personalizzata per una serie di malattie e disabilità”.


Lo studio è stato finanziato dal programma Horizon 2020 / Future Emerging Technologies dell'Unione Europea e da una borsa di studio di dottorato dell'Engineering and Physical Sciences Research Council.

 

 

 


Fonte: University of Bath (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kamal Abu-Hassan, Joseph Taylor, Paul Morris, Elisa Donati, Zuner Bortolotto, Giacomo Indiveri, Julian Paton & Alain Nogaret. Optimal solid state neurons. Nature Communications, 3 Dec 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.