Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il secondo legame diretto tra infiammazione e Alzheimer

neuron tau microtubule

Un nuovo studio su Nature dimostra che, perché insorga la patologia tau, deve esserci l'attivazione dell'inflammasoma NLRP3, sia direttamente che a valle dell'amiloide-beta, nelle taupatie (come la demenza fronto-temporale) e nel morbo di Alzheimer (MA). I risultati dello studio suggeriscono inoltre che i pazienti con questi disturbi potrebbero beneficiare degli antagonisti dell'NLRP3.


L'annuncio proviene dalla IFM Therapeutics LLC di Boston, una società biofarmaceutica privata, focalizzata sullo sviluppo di terapie che modulano nuovi obiettivi del sistema immunitario innato per trattare patologie infiammatorie e cancro. Il team comprende Michael Heneka MD (Direttore del Dipartimento Malattie Neurodegenerative e di Gerontopsichiatria dell'ospedale della Università di Bonn e membro del consiglio consultivo clinico dell'IFM), Eicke Latz MD/PhD (dell'Università di Bonn, cofondatore di IFM) e James Stunden (scienziato dell'IFM).

 

 

Patologia tau, Alzheimer e taupatie

La proteina tau è cruciale per mantenere in salute il cervello, e serve a stabilizzare i microtubuli neuronali (vedi immagine in alto). Contrariamente alla tau dei neuroni normali, quella iperfosforilata e aggregata costituisce il nucleo dei grovigli neurofibrillari (NFT), una delle caratteristiche patologiche del MA.


Anche le taupatie primarie, come la demenza frontotemporale (FTD), presentano neuroinfiammazione e deficit cognitivi.  Nello studio, i ricercatori hanno analizzato sia pazienti che modelli animali. Per identificare un ruolo potenziale dell'inflammasoma NLRP3 nei pazienti con taupatia, gli autori hanno analizzato campioni di corteccia di pazienti con FTD, trovando livelli ASC elevati e aumento di caspasi-1 attiva e di IL-1β maturo, che indicano l'attivazione dell'inflammasoma NLRP3.


In un modello di topo progettato per mimare le mutazioni FTD della tau umana, i topi hanno sviluppato patologia tau nel tempo, ed è stata anche rilevata la presenza di attivazione di NLRP3. Si è constatato inoltre che la tau ha attivato l'inflammasoma NLRP3 in maniera dipendente dall'NLRP3 stesso.


“I nostri risultati indicano che l'inflammasoma e le reazioni infiammatorie che innesca hanno un ruolo importante nella nascita della patologia tau”, ha detto Michael Heneka. “Questo studio fornisce una forte motivazione per influenzare la patologia tau mediante l'inibizione dell'inflammasoma NLRP3. Se la patologia tau potesse essere contenuta, sarebbe un passo importante verso una migliore terapia per coloro che vivono con le taupatie e il MA“.

 

 

L'inflammasoma lega amiloide-beta e tau

L'amiloide-beta (Aβ) è una proteina che si accumula tra i neuroni nel cervello, interrompe la comunicazione tra di loro e alla fine li uccide, costituendo così la causa primaria del MA. L'aggregazione delle proteine ​​tau, che si accumulano all'interno dei neuroni, si verifica successivamente.


Ricerche precedenti condotte da Heneka e dal suo team hanno dimostrato che quando si deposita, l'Aβ provoca una risposta patologica immunitaria innata, e l'attivazione dell'inflammasoma NLRP3 è stata documentata nel cervello dei pazienti con MA. In questo studio, l'inflammasoma NLRP3 è considerato l'anello mancante nella catena di eventi che portano alla morte cellulare, poiché collega lo sviluppo della patologia Aβ con quello della patologia tau.


Martin Seidel, Vice Presidente esecutivo di Ricerca e Sviluppo della IFM, ha detto:

“Dimostrando che l'inflammasoma NLRP3 conduce direttamente al declino associato alla patologia tau nelle malattie neurodegenerative gravi, questo studio sottolinea il potenziale di puntare questo percorso. Dopo aver sviluppato il primo programma di antagonisti NLRP3 all'interno di 'IFM Tre' dall'inizio alla sperimentazione umana, un programma che è stato recentemente acquisito da Novartis, siamo particolarmente incoraggiati dal potenziale impatto per i pazienti con MA e altre taupatie.

"I risultati confermano ulteriormente l'approccio di sviluppo dei farmaci del nostro team, focalizzato su nuovi obiettivi del sistema immunitario innato. Ci auguriamo di poter continuare a guardare le ricerche che escono dai laboratori dei Dott. Heneka e Latz, mentre ci concentriamo sulla ulteriore progressione dei programmi interni di IFM, tra cui gli sforzi all'interno di 'IFM Due' rivolti al percorso cGAS-STING e agli altri nostri nuovi obiettivi entusiasmanti”.

 

 

 


Fonte: IFM Therapeutics, LLC. (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Christina Ising, Carmen Venegas, Shuangshuang Zhang, Hannah Scheiblich, Susanne Schmidt, Ana Vieira-Saecker, Stephanie Schwartz, Shadi Albasset, Róisín McManus, Dario Tejera, Angelika Griep, Francesco Santarelli, Frederic Brosseron, Sabine Opitz, James Stunden, Maximilian Merten, Rakez Kayed, Douglas Golenbock, David Blum, Eicke Latz, Luc Buée & Michael Heneka. NLRP3 inflammasome activation drives tau pathology. Nature, 20 Nov 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)