Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scansioni identificano placche e grovigli in persone con sindrome di Down

In uno dei primi studi di questo tipo, i ricercatori della University of California Los Angeles (UCLA) hanno utilizzato una scansione del cervello per valutare i livelli di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari (le caratteristiche dell'Alzheimer) in adulti con sindrome di Down.

Pubblicato nel numero di giugno del Archives of Neurology, la scoperta può offrire un ulteriore strumento clinico per aiutare la diagnosi di demenza in adulti con sindrome di Down, una malattia genetica causata dalla presenza di una copia extra completa o parziale del cromosoma 21.

Gli adulti con questo di disturbo sviluppano presto placche di tipo Alzheimer e depositi di grovigli, spesso prima dei 40 anni. In precedenza, l'unico modo per rilevare fisicamente queste proteine anomale in questa popolazione era attraverso l'autopsia. Negli ultimi dieci anni sono stati sviluppati i metodi per identificare e visualizzare la neuropatologia dell'Alzheimer in pazienti viventi. Ricercatori della UCLA hanno creato un indicatore chimico chiamato FDDNP che si lega alle placche e ai depositi di grovigli, che possono poi essere visualizzati attraverso una scansione cerebrale con tomografia ad emissione di positroni (PET), fornendo una "finestra sul cervello". Usando questo metodo, i ricercatori sono in grado di individuare in quale parte del cervello si stanno accumulando questi depositi di proteine anomale.

A causa della variabilità individuale e la difficoltà ad ottenere livelli di base delle funzioni cognitive negli adulti con sindrome di Down, questa visualizzazione può essere utile per aiutare a diagnosticare la demenza, dicono i ricercatori. "Il neuroimaging [visualizzazione cerebrale] può essere uno strumento utile nella valutazione e nel monitoraggio dello sviluppo della placca e dei grovigli nel tempo, in questa popolazione", ha detto l'autore senior dello studio, il dottor Gary Small, docente presso l'Istituto Semel di Neuroscienze e Comportamento Umano presso l'UCLA titolare della cattedra Parlow -Solomon sull'invecchiamento all'UCLA. "La diagnosi precoce può portare anche a interventi e trattamenti più precoci, spesso prima che iniziano a evidenziarsi i sintomi".

Per questo studio, i ricercatori hanno somministrato l'indicatore chimico FDDNP per via endovenosa e poi eseguito PET sul cervello di 19 adulti non dementi con sindrome di Down (età media 37 anni), 10 controlli sani (età media 43 anni) e 10 pazienti con Alzheimer (età media 66 anni). L'analisi [dei risultati] ha trovato livelli leganti significativamente più elevati del marker chimico nei soggetti con sindrome di Down in tutte le regioni del cervello, rispetto ai controlli sani. Rispetto ai pazienti con Alzheimer, i soggetti con sindrome di Down hanno mostrato livelli leganti significativamente più elevati nelle regioni parietali e frontali - le aree coinvolte nella memoria, il comportamento e il ragionamento. Small dice che "Il livello più elevato di placche e grovigli potrebbe riflettere l'accumulo precoce ed esteso di questi depositi osservato in soggetti con sindrome di Down".

I ricercatori hanno anche scoperto una significativa associazione tra l'età maggiore nei soggetti con sindrome di Down e valori più elevati di FDDNP vincolante nelle regioni parietale, laterali temporale e frontale. "Questa è una delle prime volte che siamo stati in grado di visualizzare la neuropatologia intervenuta nel cervello vivente di adulti con sindrome di Down", ha detto l'autore dello studio il Dott. Jorge R. Barrio, professore di farmacologia molecolare e medica alla Scuola di Medicina David Geffen dell'UCLA titolare della cattedra Plott in Gerontologia alla stesa università. "I modelli di senescenza e la distribuzione regionale delle placche e grovigli erano coerenti con le tipologie di depositi che potevano essere individuate in precedenza attraverso l'autopsia".

Mentre le scansioni cerebrali FDDNP non hanno differenziato i due tipi di proteine anomale, le aree di accumulo erano coerenti con i risultati dell'autopsia dello studio precedente, che aveva dimostrato che, mentre le patologie con placche e grovigli sono le stesse sia in sindrome di Down che in Alzheimer, i modelli di deposito sono differenti. Gli studi autoptici hanno anche dimostrato che tutti gli adulti con sindrome di Down sviluppano infine questi accumuli di placche amiloidi e grovigli tau. Ma piuttosto che sperimentare il declino della memoria e le altre perdite cognitive, come è comune nell'Alzheimer, i pazienti con sindrome di Down, invecchiando, tendono a sviluppare problemi comportamentali.

Nell'ambito dello studio, i ricercatori hanno effettuato valutazioni cognitive e comportamentali dei soggetti con sindrome di Down per vedere se i livelli di FDDNP vincolante erano correlati con i risultati della valutazione. Hanno trovato parecchie correlazioni positive nei disturbi comportamentali associati a questi cambiamenti cerebrali, tra cui l'indifferenza e l'inadeguatezza. "Abbiamo scoperto che i cambiamenti comportamentali nei soggetti con sindrome di Down sono correlati alle alterazioni neurologiche in settori del cervello collegati, e sono coerenti con la misura dei livelli leganti del FDDNP alle proteine anomale" ha detto Small. Che osserva anche che le capacità cognitive nelle persone con sindrome di Down possono variare notevolmente e potrebbero non essere stati percepiti completamente nella valutazione, che misura prevalentemente la funzione della memoria. Studi più vasti in futuro metteranno a confronto altri test cognitivi con i valori leganti di FDDNP. Inoltre, i ricercatori progettano di determinare i benefici relativi delle diverse forme di scansioni PET utilizzando marcatori chimici diversi, tra cui il FDDNP.

Questo studio è stato finanziato dai National Institutes of Health e dal Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti. L'UCLA possiede tre brevetti degli Stati Uniti sul marcatore chimico FDDNP. L'Ufficio della Proprietà Intellettuale dell'UCLA sta attivamente cercando un partner commerciale per portare questa tecnologia promettente al mercato.

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 


Fonte: Materiali forniti dalla University of California, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: Linda D. Nelson, Prabha Siddarth, Vladimir Kepe, Kevin E. Scheibel, SC Huang, PhD Jorge R. Barrio, Gary W. Small. Positron Emission Tomography of Brain β-Amyloid and Tau Levels in Adults With Down Syndrome . Arch Neurol. , 2011;68(6):768-774 DOI: 10.1001/archneurol.2011.104

Pubblicato in ScienceDaily il 13 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)