Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gene APOE4 ostacola il lavoro delle cellule immunitarie del cervello

From iPSC microglia to APOE3 4 to alzheimerLe microglia derivate da cellule staminali pluripotenti indotte (IPSC) dimostrano che l'apolipoproteina E4 (APOE4) ha un profondo impatto su diverse funzioni cerebrali delle cellule immunitarie umane, una possibile spiegazione dei meccanismi alla base dell'Alzheimer.

Uno studio effettuato con un nuovo modello derivato dalle cellule staminali umane rivela che il fattore di rischio genetico più diffuso del morbo di Alzheimer (MA), l'apolipoproteina E4 (APOE4), compromette la funzione delle cellule immunitarie umane del cervello, le microglia. Questi risultati aprono la strada a nuovi approcci di trattamento efficace per il MA.


Lo studio delle microglia umane è stato finora ostacolato dalle considerevoli difficoltà di isolare un numero sufficiente di microglia vitali dal tessuto cerebrale umano. Il nuovo studio presenta un protocollo per differenziare le cellule staminali derivate ​​da pazienti, e produrre grandi quantità di microglia umane, che assomigliano alle loro controparti in vivo e che possono essere studiate in condizioni controllate di laboratorio.


Lo studio è stato effettuato all'Università della Finlandia Orientale, in collaborazione con l'Università di Wollongong/Australia, e l'Università di Helsinki, e pubblicato su Stem Cell Reports.


Si ritiene che il MA, la causa più comune di demenza negli anziani, sia causato dall'accumulo anormale di proteina amiloide nel cervello. Tuttavia, non si sa esattamente cosa provoca questo processo. L'accumulo di amiloide è caratterizzato da danni contemporanei ai neuroni, che portano alla morte delle cellule e al restringimento del cervello.


Non esiste un trattamento per curare o rallentare la progressione della malattia. Diversi composti promettenti hanno dimostrato in studi su animali di essere deludenti negli studi clinici con gli esseri umani. La maggior parte degli sforzi per trovare una cura si sono concentrati sull'inibizione della produzione di proteine ​​amiloidi.


Le microglia rimuovono l'amiloide dal cervello attraverso un meccanismo chiamato fagocitosi, e si prendono cura di altri processi infiammatori nel cervello. Un crescente corpo di prove dimostra che ci sono differenze importanti tra gli esseri umani e gli animali soprattutto nei processi infiammatori.


La funzione delle microglia è compromessa nel MA, ma non è del tutto chiaro perché le microglia non sono in grado di rimuovere l'amiloide tossica nei pazienti. Al contrario, le microglia perdono la loro funzione normale, oppure attivano negativamente e aumentano la perdita di neuroni.


L'APOE4 è il fattore di rischio genetico più forte per il MA. L'apolipoproteina APOE ha un ruolo fondamentale nel metabolismo dei lipidi, come il colesterolo, e contribuisce alla riparazione dei danni neuronali nel cervello. L'APOE è presente nell'uomo in tre isoforme, e la genetica determina che forma porta un individuo. Solo la forma APOE4 predispone al MA, e più della metà dei pazienti portano questa forma. Negli esseri umani, il gene APOE è abbondantemente espresso nelle microglia, ma il suo ruolo specifico in queste cellule è poco chiaro.


Nello studio presente, i ricercatori hanno dimostrato che l'APOE4 aumenta la risposta infiammatoria delle microglia umane, ma allo stesso tempo riduce la capacità delle cellule di migrare e fagocitare materiale patogeno. Queste funzioni sono importanti per mantenere l'omeostasi cerebrale, per proteggere da agenti patogeni e controllare la normale morte cellulare che accompagna l'invecchiamento.


Inoltre, i ricercatori hanno visto per la prima volta che l'APOE4 altera l'attività metabolica delle microglia umane. Insieme, questi risultati dimostrano che l'APOE4 ha un profondo impatto sulle funzioni di base delle microglia umane. Il [controllo del] metabolismo delle microglia può aprire nuove strade per il trattamento mirato e la prevenzione del MA.


Questo studio rivela una nuova, interessante osservazione per il trattamento: le microglia possono avere un ruolo significativo nella progressione del MA, indipendentemente dalla loro capacità di rimuovere l'accumulo di amiloide tossica. Le microglia derivate ​​dalle cellule staminali del paziente offrono un nuovo strumento eccitante, consentendo anche studi sui meccanismi molecolari in altre malattie cerebrali, oltre a studi controllati di nuove terapie mirate.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Henna Konttinen, Mauricio e Castro Cabral-da-Silva, ..., Lezanne Ooi, Tarja Malm. PSEN1ΔE9, APPswe, and APOE4 Confer Disparate Phenotypes in Human iPSC-Derived Microglia. Stem Cell Reports, 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.