Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Acetil-l-carnitina (ALC) per migliorare la memoria? Servono altri studi

A causa della limitata efficacia degli agenti farmacologici disponibili per il trattamento del morbo di Alzheimer (MA) e di altre forme di demenza, sono stati condotti studi su vari approcci terapeutici complementari e alternativi.


L'amminoacido acetil-l-carnitina (ALC) è presente naturalmente nel cervello e nel fegato. I risultati della ricerca mostrano che l'ALC stabilizza le membrane delle cellule nervose, stimola la sintesi di acetilcolina e aumenta l'efficienza della produzione di energia mitocondriale.


L'ALC è ampiamente utilizzato per migliorare la memoria negli adulti sani e per curare il deterioramento cognitivo nella demenza e in altri disturbi neurodegenerativi. Sono stati condotti pochi grandi studi controllati con placebo e i risultati degli studi clinici sull'uomo sono incoerenti.

 

 

ALC usato per migliorare la memoria normale e nell'Alzheimer

L'ALC assunto in dosi da 1,5g a 3,0g al giorno può migliorare i sintomi di disabilità cognitiva legati all'età negli individui anziani sani, sia depressi che non depressi (Bella, Biondi, Raffaele, & Bennisi, 1990; Cipolli & Chiari, 1990).


Un piccolo studio aperto di 18 mesi su individui con MA lieve iniziale ha rilevato un aumento della circolazione del sangue nel precuneo, una regione del cervello coinvolta nelle immagini visuo-spaziali e nella memoria, in individui che hanno ricevuto ALC in dosi di 1,5g/ giorno (Jeong et al 2017).


Studi in doppio cieco controllati con placebo confermano che l'ALC a 1,5-3g al giorno può migliorare le prestazioni complessive su test del tempo di reazione, della memoria e delle prestazioni cognitive nei pazienti con demenza e può rallentare il tasso complessivo di progressione del danno cognitivo (Arrigo, Casale, Buonocore e Ciano, 1990; Calvani et al., 1992; Thal et al., 1996).


Una revisione sistematica di 11 studi in doppio cieco controllati con placebo sull'ALC nella demenza ha rilevato effetti positivi significativi alle settimane 12 e 24, che non sono stati sostenuti (come misurato dalla scala Clinical Global Impression) con trattamento continuato a 1 anno (Hudson & Tabet, 2003).


A dosaggi elevati (2g/die) è stato dimostrato che l'ALC migliora la memoria, il richiamo verbale e i deficit visuospaziali negli astemi da alcol con deficit cognitivo (Tempesta et al., 1990). Per motivi non chiari, i soggetti più giovani con demenza (vale a dire individui con demenza presenile) possono trarre beneficio più degli individui più anziani e 62 anni può essere l'età ottimale oltre la quale l'ALC perde gran parte della sua efficacia (Pettegrew et al., 2000).


Alcuni studi suggeriscono che i benefici neuroprotettivi dell'ALC possono essere migliori quando l'aminoacido è combinato con altri prodotti naturali, come l'acido alfa-lipoico, il coenzima Q10 o gli acidi grassi omega-3 (Lolic, Fiskum, & Rosenthal, 1997).

 

 

Nessun problema di sicurezza

Alle dosi usate per il trattamento del danno cognitivo l'ALC è ben tollerata e ci sono poche segnalazioni di effetti avversi.

 

 

Linea di fondo

Anche se ci sono alcune prove che l'assunzione di ALC può migliorare la memoria e il funzionamento cognitivo negli adulti sani e in quelli con MA precoce, i risultati della ricerca sono incoerenti. Devono essere fatti ulteriori studi per confermare gli effetti benefici dell'ALC sulla memoria e per determinare i regimi di dosaggio ottimali.

 

 

 


Fonte: James Lake MD, visiting assistente professore di medicina all'Università dell'Arizona.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.