Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'aglio riduce i problemi di memoria nell'invecchiamento?

garlic

L'aglio aiuta a contrastare i cambiamenti legati all'età che avvengono nei batteri intestinali e che sono associati ai problemi di memoria, secondo un nuovo studio condotto sui topi. Il beneficio deriva dal solfuro di allile, un composto dell'aglio noto per i suoi benefici per la salute.


"I nostri risultati suggeriscono che l'assunzione di aglio con solfuro di allile potrebbe aiutare a mantenere sani i microrganismi intestinali e migliorare la salute cognitiva degli anziani", ha detto Jyotirmaya Behera PhD, che guida il gruppo di ricerca con Neetu Tyagi PhD, entrambi dell'Università di Louisville.


Behera ha presentato la ricerca al 2019 Experimental Biology, la riunione annuale dell'American Physiological Society, che si è svolta dal 6 al 9 aprile a Orlando, in Florida.


L'intestino contiene trilioni di microrganismi indicati collettivamente come 'microbiota intestinale'. Sebbene molti studi abbiano dimostrato l'importanza di questi microrganismi nel mantenimento della salute umana, sappiamo poco degli effetti sulla salute legati ai cambiamenti del microbiota intestinale che si verificano con l'età.


"La diversità del microbiota intestinale diminuisce nelle persone anziane, una fase della vita in cui si sviluppano le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson e la memoria e le capacità cognitive possono declinare", ha detto Tyagi. "Vogliamo capire meglio come i cambiamenti nel microbiota intestinale si correlano al declino cognitivo associato all'invecchiamento".


Per lo studio, i ricercatori hanno somministrato il solfuro di allile per via orale a topi di 24 mesi, età che corrisponde a 56-69 anni negli umani. Hanno confrontato questi topi con topi di 4 e di 24 mesi che non avevano avuto l'integratore dietetico di solfuro di allile.


I ricercatori hanno osservato che i topi anziani che ricevevano il composto dell'aglio mostravano una migliore memoria a lungo e a breve termine, e batteri intestinali più sani rispetto ai topi anziani che non avevano ricevuto il trattamento. Nei topi di 24 mesi che non assumevano il solfuro di allile era anche compromessa la memoria spaziale.


Ulteriori esperimenti hanno rivelato che responsabile del declino cognitivo era probabilmente la ridotta espressione genica del 'fattore natriuretico derivato dai neuroni' (NDNF) nel cervello. Questo gene è stato recentemente scoperto dai ricercatori dell'Università di Louisville ed è richiesto per il consolidamento della memoria a lungo e a breve termine.


I ricercatori hanno scoperto che i topi che ricevono il composto dell'aglio avevano livelli più alti di espressione del gene NDNF. Inoltre, la terapia con proteina NDNF-ricombinante nel cervello ha ripristinato le capacità cognitive dei topi anziani che non hanno ricevuto il composto dell'aglio. I ricercatori hanno anche scoperto che la somministrazione orale di solfuro di allile produce gas idrogeno solforato - una molecola messaggera che previene l'infiammazione intestinale - nel lume intestinale.


Nel complesso, i nuovi risultati suggeriscono che il solfuro di allile alimentare favorisce il consolidamento della memoria ripristinando i batteri intestinali. I ricercatori stanno continuando a condurre esperimenti volti a comprendere meglio la relazione tra il microbiota intestinale e il declino cognitivo e stanno esaminando l'uso dell'aglio come trattamento nella popolazione umana che invecchia.

 

 

 


Fonte: Experimental Biology via Science Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)