Fino a metà delle persone con morbo di Alzheimer (MA) usa un farmaco psicotropico, e uno su cinque usa due o più psicotropi in concomitanza, secondo uno studio condotto presso l'Università della Finlandia orientale.
L'uso di farmaci psicotropi era più comune tra le persone con MA già cinque anni prima della diagnosi e la differenza rispetto alle persone di confronto senza MA aumentava al momento della diagnosi. Quattro anni dopo la diagnosi, l'uso di psicotropici era tre volte più comune nelle persone con MA che nelle persone di confronto.
Tra i farmaci psicotropi, l'uso di antipsicotici era quasi otto volte più comune tra le persone con MA rispetto alle persone di confronto. Non c'erano differenze nell'uso di benzodiazepine e farmaci correlati.
L'uso di almeno due psicotropi in concomitanza era tre volte più comune tra le persone con MA 4 anni dopo la diagnosi. La combinazione più comune comprendeva un antidepressivo insieme a un antipsicotico o a una benzodiazepina.
L'uso di farmaci anti-demenza di prima linea, in particolare gli inibitori dell'acetilcolinesterasi, era associato a un rischio ridotto di politerapia psicotropa, mentre l'uso di memantina era associato ad un aumento del rischio. I risultati sono stati pubblicati su European Neuropsychopharmacology.
"L'uso concomitante di psicotropi è relativo, poiché studi precedenti hanno dimostrato che esiste un legame tra vari eventi avversi e l'uso di farmaci psicotropi negli anziani e nelle persone con demenza", dice la prof.ssa Sirpa Hartikainen dell'Università della Finlandia orientale.
In molti paesi le linee guida per l'assistenza alle persone con MA raccomandano di prescrivere un inibitore dell'acetilcolinesterasi, se non ci sono controindicazioni per l'uso.
Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Orsel K, Taipale H, Tolppanen AM, Koponen M, Tanskanen A, Tiihonen J, Gardarsdottir H, Hartikainen S. Psychotropic drugs and psychotropic polypharmacy among persons with Alzheimer’s disease. European Neuropsychopharmacology, online 25 Aug 2018. DOI: 10.1016/j.euroneuro.2018.04.005
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