Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il legame molecolare tra invecchiamento e neurodegenerazione

Per decenni i ricercatori hanno lavorato per far luce sulle cause dei disordini neurodegenerativi, un gruppo di condizioni devastanti, comprendenti l'Alzheimer e il Parkinson, che comportano la perdita progressiva di neuroni e della funzionalità del sistema nervoso. Negli ultimi anni, si è trovato che numerosi fattori, dalle mutazioni genetiche alle infezioni virali, contribuiscono allo sviluppo di queste malattie.


Tuttavia, l'età rimane il principale fattore di rischio per quasi tutti i disturbi neurodegenerativi. Finora è rimasto poco chiaro il legame tra invecchiamento e neurodegenerazione, ma una ricerca della Harvard Medical School fornisce ora nuovi indizi.


In uno studio pubblicato su Cell il 23 agosto, il team di ricerca descrive la scoperta di un legame molecolare tra l'invecchiamento e una delle principali cause genetiche sia della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) che della demenza frontotemporale (FTD), due malattie neurodegenerative correlate, con fattori di rischio genetici condivisi.


I risultati, hanno detto i ricercatori, rivelano possibili nuovi obiettivi per il trattamento di queste e di altre malattie neurodegenerative.


"Il nostro studio fornisce la prima descrizione di un evento molecolare che collega l'invecchiamento con la neurodegenerazione", ha detto l'autore senior dello studio Junying Yuan, professore di Biologia Cellulare. "Queste intuizioni sono un passo fondamentale verso la comprensione dei meccanismi con cui l'invecchiamento predispone gli individui alla neurodegenerazione".


I risultati evidenziano anche la necessità di una migliore comprensione della biologia delle malattie neurodegenerative nel contesto dell'invecchiamento.


"I modelli di laboratorio delle malattie neurodegenerative spesso hanno un elemento mancante, e questo è il contributo dell'età", ha detto Yuan. "Dobbiamo capire meglio il processo nella sua totalità, non solo i suoi componenti isolati, per guidare meglio le sperimentazioni cliniche e migliorare le nostre possibilità di trovare trattamenti efficaci per queste malattie devastanti".

 

No RIP (riposa in pace)

La SLA, conosciuta anche come malattia di Lou Gehrig, è una condizione progressiva e incurabile caratterizzata dalla morte graduale dei motoneuroni. Condivide alcune caratteristiche cliniche e genetiche con la FTD, che è caratterizzata da un inizio precoce e rapido della demenza.


Circa un paziente su 10 con entrambe le malattie è portatore di mutazioni genetiche che causano la parziale disfunzione della proteina TBK1. Studi precedenti, anche di Yuan e colleghi, hanno dimostrato che la TBK1 è coinvolta in una forma di morte cellulare programmata e nella neuroinfiammazione, un segno distintivo dei disturbi neurodegenerativi. Tuttavia, il contributo della TBK1 allo sviluppo di ALS e FTD non era ancora chiaro.


Nel presente studio, Yuan e colleghi hanno modellato i livelli ridotti di TBK1 presenti nei pazienti con ALS e FTD, creando topi che avevano solo una copia funzionale del gene che produce la TBK1. Questi topi erano sani e simili nell'aspetto a quelli normali. Al contrario, quelli che mancavano completamente del gene morivano prima della nascita.


Tuttavia, il team ha scoperto che i topi senza TBK1 potevano essere salvati del tutto - sopravvivendo alla nascita e diventando adulti sani - bloccando l'attività della RIPK1, un'altra proteina nota per svolgere un ruolo centrale nella morte cellulare programmata, nella neuroinfiammazione e nelle malattie neurodegenerative. Ulteriori analisi hanno rivelato che la TBK1 di norma inibisce l'attività della RIPK1 durante lo sviluppo embrionale.


Questa scoperta ha spinto i ricercatori a studiare un'altra proteina, chiamata TAK1, già nota per inibire anche la funzione della RIPK1. Quando hanno esaminato i dati sull'espressione della TAK1 nel cervello umano, gli scienziati hanno scoperto che l'espressione della TAK1 diminuisce significativamente con l'età. Nel cervello dei pazienti con SLA, l'espressione della TAK1 è ulteriormente ridotta rispetto al cervello dei coetanei senza SLA.

 

Rottura

Per modellare l'interazione tra la perdita parziale di TBK1/TAK1 e l'invecchiamento, il team ha creato topi che esprimevano la metà della quantità solita di TBK1. I topi hanno espresso anche la metà della quantità usuale di TAK1 nelle microglia, le cellule immunitarie del cervello dove la TAK1 è di solito più attiva.


Con la riduzione sia della TBK1 che della TAK1, questi topi hanno mostrato tratti associati alla SLA e alla FTD, tra cui deficit motori, debolezza degli arti posteriori, comportamento ansioso in nuovi ambienti e cambiamenti nella chimica del cervello. I topi avevano una riduzione del numero di neuroni nel cervello, e una maggiore disfunzione dei neuroni motori e della morte cellulare.


Quando il team ha inibito l'attività della RIPK1 indipendentemente da TBK1 e TAK1, ha osservato un'inversione dei sintomi.


Come i freni della bicicletta, TAK1 e TBK1 sembrano lavorare insieme per sopprimere l'attività della RIPK1, e anche se un freno fallisce, l'altro può compensare, hanno detto i ricercatori. Ma se entrambi iniziano a fallire, l'attività della RIPK1 aumenta, portando alla morte cellulare e alla neuroinfiammazione. Questo potrebbe essere il motivo per cui le persone con mutazioni TBK1 sviluppano ALS e FTD quando invecchiano, con la riduzione dei livelli di TAK1, ha detto Yuan.


Sono in corso diversi studi clinici per testare la sicurezza e l'efficacia dei farmaci che bloccano l'attività della RIPK1 nelle malattie infiammatorie neurodegenerative e croniche, e questi risultati supportano la logica di tali studi, ha aggiunto Yuan. "Penso che nei prossimi anni si capirà se gli inibitori di RIPK1 possono aiutare i pazienti con SLA e FTD", ha detto. "Penso che il nostro studio ci renda più sicuri che quegli sforzi potrebbero funzionare".


Nonostante numerosi studi clinici su larga scala, tuttavia, non sono state ancora sviluppate terapie efficaci per le malattie neurodegenerative. Questa ricerca ora stabilisce un modello di studio che incorpora sia l'invecchiamento che il rischio genetico per la SLA e l'FTD, potenzialmente con ampie implicazioni.


"Sono stati lanciati molti esperimenti sulla base di dati provenienti da studi su topi, ma come può un topo di due anni, ad esempio, riflettere pienamente ciò che accade in un paziente di 80 anni con l'Alzheimer?" ha detto Yuan. "Abbiamo bisogno di sviluppare nuove idee su come modellare queste malattie, per incorporare l'elemento dell'invecchiamento e riteniamo che questo studio sia un passo importante verso questo obiettivo".


Gli scienziati stanno attualmente studiando perché i livelli di TAK1 diminuiscono con l'età e il suo ruolo potenziale in altre malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Harvard Medical School (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Daichao Xu, Taijie Jin, Hong Zhu, Hongbo Chen, Dimitry Ofengeim, Chengyu Zou, Lauren Mifflin, Lifeng Pan, Palak Amin, Wanjin Li, Bing Shan, Masanori Gomi Naito, Huyan Meng, Ying Li, Heling Pan, Liviu Aron, Xian Adiconis, Joshua Z. Levin, Bruce A. Yankner, Junying Yuan. TBK1 Suppresses RIPK1-Driven Apoptosis and Inflammation during Development and in Aging. Cell, 2018; DOI: 10.1016/j.cell.2018.07.041

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)