Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Potenziando la segnalazione del fattore neurotrofico si può migliorare la memoria, senza toccare l'amiloide

I trattamenti che puntano a migliorare la segnalazione del fattore neurotropico cerebrale potrebbero migliorare le funzioni della memoria nel morbo di Alzheimer (MA), anche se non alterano il carico di amiloide del cervello, secondo una ricerca eseguita all'Università della Finlandia Orientale.


L'aumento di segnalazione del «fattore neurotrofico derivato dal cervello» (BDNF) ha alleviato il deterioramento della memoria nei topi modello di MA. Inoltre, la somministrazione del «fattore neurotrofico di dopamina cerebrale» (CDNF) nel tessuto cerebrale ha migliorato in particolare la memoria a lungo termine.


Il MA è la causa più comune di demenza, caratterizzata dall'accumulo di peptide amiloide-beta nel cervello ed è tuttora senza una cura. Poiché i trattamenti volti a ridurre i depositi di amiloide si sono dimostrati infruttuosi, sono necessari altri approcci terapeutici. I fattori neurotrofici del cervello offrono un approccio potenziale.


I neuroni comunicano tra loro tramite le connessioni sinaptiche. Nel MA sono state segnalate sia l'alterazione dell'attività sinaptica che la perdita di sinapsi, e quest'ultima si è dimostrata correlata con la gravità della compromissione della memoria. Anche livelli ridotti di BDNF, il più importante fattore neurotrofico che influenza la funzione sinaptica, sono stati collegati al MA e al deterioramento cognitivo negli esseri umani.


Quindi, i ricercatori hanno ritenuto utile studiare come le alterazioni nella segnalazione del BDNF influiscono sulle funzioni della memoria e sulla patologia cerebrale. Usando topi APP / PS1 transgenici (modelli di MA) con segnalazione BDNF alterata, il gruppo di ricerca ha dimostrato che il deterioramento della memoria era aggravato dalla ridotta segnalazione del BDNF e alleviata dal suo potenziamento.


Un altro obiettivo di interesse era il potenziale del CDNF nel trattamento del MA. Il CDNF ha mostrato forti proprietà neuroprotettive e persino riparative nei modelli animali del Parkinson e nelle lesioni del nervo spinale e periferico. Tuttavia, il suo effetto terapeutico nel MA non era ancora stato studiato.


In questo studio, il CDNF è stato infuso come proteina pura o in un vettore virale, direttamente nell'ippocampo cerebrale. Il trattamento ha dimostrato di migliorare le prestazioni della memoria a lungo termine degli APP/PS1 e dei topi normali.


Sia i topi con modifiche nella segnalazione BDNF (oltre ai transgeni di MA), sia quelli APP/PS1 trattati con CDNF sono stati sottoposti ad un'estesa batteria di test comportamentali per misurare gli effetti del fattore neurotrofico sulle funzioni di memoria. L'impatto sui depositi di amiloide è stato studiato istologicamente.


"Nessuna delle manipolazioni del fattore neurotrofico ha influenzato la deposizione di amiloide, mentre tutte hanno avuto effetti sulla funzione della memoria, anche nei topi wild-type (normali, al naturale) senza patologia amiloide-beta", dice Susanna Kemppainen MSc, che ha presentato i risultati nella sua tesi di dottorato. "Perciò, migliorando la segnalazione del fattore neurotrofico, è possibile migliorare le funzioni della memoria senza alterare il carico di amiloide cerebrale".

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Susanna Kemppainen, Päivi Lindholm, Emilia Galli, Hanna-Maija Lahtinen, Henna Koivisto, Elina Hämäläinen, Mart Saarma, Heikki Tanila. Cerebral dopamine neurotrophic factor improves long-term memory in APP/PS1 transgenic mice modeling Alzheimer's disease as well as in wild-type mice. Behavioural Brain Research, Volume 291, 15 September 2015, Pages 1-11, DOI: 10.1016/j.bbr.2015.05.002. Tesi di dottorato di Susanna Kemppainen.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.