Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il livello di amiloide nel mio cervello è 'elevato': cosa significa?

Sperimentare farmaci per prevenire o ritardare l'inizio della demenza di Alzheimer e usarli in clinica significa identificare e informare gli adulti che hanno un rischio più alto di Alzheimer ma sono ancora cognitivamente nella norma. Un nuovo studio eseguito all'Università della Pennsylvania ha chiarito come gli anziani reagiscono a tali informazioni.


Lo studio ha esaminato cognitivamente degli adulti normali over 65 che erano stati accettati in un grande esperimento per la prevenzione del Morbo di Alzheimer (MA), basato su scansioni del cervello che mostrano un livello 'elevato' di placche di proteine ​​amiloide-beta, uno dei biomarcatori dell'MA. I ricercatori della Penn Medicine hanno scoperto che, per molti di questi anziani, l'informazione che i loro livelli di amiloide erano 'elevati' sulle scansioni del cervello ha generato frustrazione e desiderio di approfondimenti.


"I medici che forniscono questi risultati alle persone dovrebbero essere pronti a spiegare come e perché le misurazioni dell'amiloide sono definite 'elevate' e cosa significa in termini di rischio di demenza di Alzheimer", ha affermato Jason Karlawish, professore di medicina, etica medica, politica sanitaria e neurologia e condirettore del Penn Memory Centre.


Lo studio, pubblicato il 23 ottobre 2017 su JAMA Neurology, arriva mentre i ricercatori di MA e l'industria farmaceutica hanno cominciato a pensare di più in termini di prevenire la demenza, che di tentare di trattarla dopo che è stata diagnosticata. Ad oggi, ogni farmaco candidato, testato in studi clinici su larga scala nei pazienti con demenza di Alzheimer, non ha dimostrato alcun effetto significativo nel rallentare il solito decorso di 5-10 anni di questa malattia mortale.


Lo sviluppo di una terapia preventiva è difficoltoso per una serie di ragioni, anche perché comporta il compito eticamente impegnativo di testare farmaci potenzialmente rischiosi su persone che sono cognitivamente normali. La ricerca negli ultimi due decenni ha tuttavia riscontrato che alcuni tipi di scansioni del cervello, e di fluidi del sangue e della colonna vertebrale, possono classificare le persone in categorie di rischio maggiore o minore per lo  sviluppo della demenza di Alzheimer.


Ad esempio, la 'tomografia a emissione di positroni' (PET), in cui un radiotracciante si attacca in modo specifico alle placche amiloidi associate all'MA, può misurare l'estensione delle placche amiloidi nel cervello. Non avere placche significa non avere praticamente alcun rischio a breve termine di MA. La maggior parte degli anziani ha un certo carico di amiloide e, sebbene ciò non renda certa la demenza di Alzheimer nel corso di una vita normale, il carico di placche oltre una certa soglia è stato legato ad un rischio più elevato di questa malattia.


L'esperimento più rilevante per la prevenzione di Alzheimer in corso attualmente, l'A4 sponsorizzato dai NIH, ha reclutato anziani in base ai valori elevati di amiloide rilevati della PET. Karlawish e colleghi hanno cercato di determinare come questi anziani, apparentemente sani, gestiscono l'informazione che avevano amiloide elevata del cervello.


I ricercatori hanno intervistato 50 anziani (età 65-85) che si erano iscritti all'esperimento A4. Hanno scoperto che circa la metà si aspettavano quel risultato dalle scansioni PET, in base a una storia familiare di Alzheimer o alla recente esperienza con problemi di memoria. La maggior parte aveva capito i fatti basilari forniti dai medici dell'esperimento A4, cioè che i loro livelli cerebrali di amiloide erano elevati, indicando un rischio più elevato, ma non la certezza, di sviluppare la demenza di Alzheimer. Una percentuale minore sembrava credere in modo errato di non avere alcun aumento del rischio di demenza o di avere un rischio del 100%, perfino di avere "Alzheimer precoce".


Una minoranza di soggetti (20 su 50) era insoddisfatta dell'ambiguità del messaggio che il loro livello di amiloide cerebrale era 'elevato'. Una donna di 71 anni ha commentato con precisione: "Non so quanto sia elevato il rischio. Potrebbe essere appena oltre il limite, e altre persone sono appena sotto il limite". Analogamente un uomo di 75 anni si è lamentato di aver trovato frustrante l'incertezza: "la mia formazione è nell'area tecnica e sono abituato ad avere fatti e dati".


"Ciò che ci sta dicendo è che, in futuro, i biomarcatori di Alzheimer dovranno diventare più predittivi, oppure dovremo semplicemente insegnare alle persone come far fronte all'incertezza", ha detto Karlawish.


Egli ha sottolineato che per ora, la divulgazione del risultato delle scansioni PET amiloidi degli anziani cognitivamente normali è qualcosa che avviene solo nei contesti sperimentali come l'esperimento A4. Le scansioni PET dell'amiloide sono disponibili per le persone che hanno già problemi cognitivi, per aiutare a distinguere l'Alzheimer da altre forme di demenza.


I ricercatori di Alzheimer sperano, tuttavia, che gli esperimenti come l'A4, che sta testando un farmaco anti-amiloide, porteranno a una terapia preventiva per gli adulti cognitivamente normali, in particolare quelli considerati ad alto rischio di Alzheimer, in base ai loro livelli PET di amiloide e altri biomarcatori.


"In futuro, apprendere questo tipo di informazioni sarà una parte normale della visita dal medico, come scoprire che hai un livello alto di colesterolo", ha detto Karlawish. "La sfida è anticipare ciò che significa per gli anziani apprenderlo e sviluppare strategie efficaci per aiutarli a far fronte ai problemi che possono nascere, come lo stigma sociale o la perdita del consueto senso di benessere".


Karlawish e colleghi stanno dando un seguito allo studio con ulteriori interviste e confronti tra gli anziani che sono stati accettati nell'esperimento A4 per i loro livelli PET elevati di amiloide e agli anziani che non sono stati accettati a causa di livelli PET bassi di amiloide.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jessica Mozersky, Pamela Sankar, Kristin Harkins, Sara Hachey, Jason Karlawish. Comprehension of an Elevated Amyloid Positron Emission Tomography Biomarker Result by Cognitively Normal Older Adults. JAMA Neurology, 2017; DOI: 10.1001/jamaneurol.2017.2954

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.