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Metilfenidato migliora l'apatia nei casi lievi di Alzheimer

Il metilfenidato ha migliorato significativamente l'apatia, la cognizione, lo stato funzionale, l'onere del caregiver e la depressione tra un gruppo di veterani con Alzheimer lieve che vivono a casa propria.


Prasad R. Padala MD/MS e i colleghi del Central Arkansas Veterans Healthcare System di Little Rock, dopo aver rimarcato che l'apatia ha profonde conseguenze sia per i pazienti che per i caregiver, ha scritto:

"L'apatia, una profonda perdita di motivazione, è il problema comportamentale più comune dell'Alzheimer.

"La presenza di apatia nell'Alzheimer è associata a disfunzione funzionale. Anche dopo aver corretto i dati per età, istruzione, cognizione e depressione, quelli con apatia hanno una probabilità da 1,9 a 2,8 volte superiore di avere dei deficit nelle attività di vita quotidiana rispetto a quelli senza apatia".


Per valutare gli effetti del metilfenidato sull'apatia nell'Alzheimer, i ricercatori hanno condotto un esperimento randomizzato, controllato con placebo, di 12 settimane, in doppio cieco, tra 60 veterani con Alzheimer. I partecipanti (età media, 77 anni) sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un placebo oppure 5 mg di metilfenidato due volte al giorno e, dalla 2a settimana, 10 mg due volte al giorno. La prima dose veniva somministrata al mattino presto e la seconda non dopo le 3 del pomeriggio.


L'apatia è stata determinata tramite il punteggio Apathy Evaluation Scale-Clinician (AES-C). Gli esiti secondari includevano la cognizione, lo stato funzionale, il miglioramento e la gravità della Clinical Global Impressions Scale (CGI), l'onere del caregiver e la depressione, valutate all'inizio e a 4, 8 e 12 settimane.


Dopo aver corretto i punteggi AES-C iniziali, i partecipanti che hanno ricevuto il metilfenidato hanno mostrato un miglioramento significativamente maggiore nei punteggi AES-C a 4 settimane (-5,2; 95% CI, da -9 a -1,5); 8 settimane (-7,2; 95% CI, -10,9 a -3,5); e 12 settimane (-9,9; 95% CI, -13,6 a -6,2) rispetto al placebo.


Secondo i ricercatori, il miglioramento dei punteggi AES-C è stato determinato da miglioramenti nei domini di apatia comportamentale, cognitiva e emotiva.


A 12 settimane, i partecipanti che hanno ricevuto il metilfenidato hanno mostrato un miglioramento significativamente maggiore della cognizione valutata dal Mini-Mental State Examination (6.1; 95% CI, 2.7-9.6) e dal Modified MMSE (2.6; 95% CI, 1.1-4 ).


Inoltre, i partecipanti che hanno ricevuto il metilfenidato hanno mostrato miglioramenti significativi nella funzionalità della vita quotidiana (2,3, 95% CI, 0,7-3,9), nell'onere del caregiver (-5,8, 95% CI, -10,1-1,4), nella CGI-miglioramento (–1.3; 95% CI, –1.9 to –0.6), nella CGI-gravità (-1,1, 95% CI, -1,6 a -0,6) e sulla scala della depressione in demenza (-2,5; 95% CI, -4,2 a -0,8) a 12 settimane.


Secondo i ricercatori, i punteggi della CGI-miglioramento sono stati significativamente migliori nel gruppo di metilfenidato a 4 settimane: "C'è stato un miglioramento significativamente maggiore dell'apatia con il metilfenidato rispetto al placebo dopo 4 settimane di trattamento e l'apatia ha continuato a migliorare con il metilfenidato a 8 e 12 settimane, e la differenza più alta tra i gruppi è stata a 12 settimane".

 

 

 


Fonte: Healio.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Prasad R. Padala, Kalpana P. Padala, Shelly Y. Lensing, Daniel Ramirez, Varun Monga, Melinda M. Bopp, Paula K. Roberson, Richard A. Dennis, Frederick Petty, Dennis H. Sullivan, William J. Burke. Methylphenidate for Apathy in Community-Dwelling Older Veterans With Mild Alzheimer’s Disease: A Double-Blind, Randomized, Placebo-Controlled Trial. American Journal of Psychiatry. DOI 10.1176/appi.ajp.2017.17030316

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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