Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Neuroscienziati scoprono un circuito cerebrale dedicato al recupero dei ricordi

Neuroscienziali scoprono un circuito cerebrale dedicato al recupero dei ricordiL'immagine a basso ingrandimento mostra che i neuroni ippocampali CA1 (rosso) e i neuroni del subiculum dorsale (verde) possono essere identificati geneticamente con due diversi marcatori proteici. (Immagine: Dheeraj Roy / Tonegawa Lab, MIT)

Quando abbiamo una nuova esperienza, il ricordo di quell'evento è memorizzato in un circuito neurale che collega diverse parti dell'ippocampo e altre strutture cerebrali. Ogni gruppo di neuroni può memorizzare diversi aspetti della memoria, ad esempio la posizione in cui si è verificato l'evento o le emozioni associate ad esso.


I neuroscienziati che studiano la memoria hanno sempre creduto che, quando richiamiamo questi ricordi, il nostro cervello accende lo stesso circuito ippocampale attivato quando è stato formato il ricordo in origine. Tuttavia, i neuroscienziati del MIT hanno ora dimostrato, per la prima volta, che il richiamo di un ricordo richiede un circuito "di deviazione" che si dirama dal circuito di memoria originale.


Questo circuito distinto di richiamo non è mai stato visto prima in un animale vertebrato, anche se uno studio pubblicato lo scorso anno aveva scoperto un circuito di richiamo simile nel verme Caenorhabditis elegans (c-elegans).


"Questo studio affronta una delle questioni più fondamentali nella ricerca sul cervello, vale a dire come vengono formati e recuperati i ricordi episodici, e fornisce la prova di una risposta inaspettata: ci sono circuiti diversi per il recupero e la formazione", afferma Susumu Tonegawa, professore di Biologia e Neuroscienze, direttore del RIKEN-MIT Center for Neural Circuit Genetics e autore senior dello studio apparso online su Cell il 17 agosto, i cui primi autori sono Dheeraj Roy, recente dottorato di ricerca del MIT e Takashi Kitamura, scienziato di ricerca.

 

Parti sconosciute

L'ippocampo è suddiviso in aree diverse, con funzioni diverse correlate alla memoria, molte delle quali sono state ben esplorate, al contrario di una piccola area chiamata subiculum. Il laboratorio di Tonegawa ha esaminato questa regione usando topi progettati geneticamente in modo che i neuroni del loro subiculum potessero essere accesi o spenti con la luce.


I ricercatori hanno impiegato questo approccio per controllare le cellule di memoria durante un evento di condizionamento della paura, cioè una leggera scossa elettrica erogata quando il topo è in una particolare camera.


Ricerche precedenti avevano dimostrato che la codifica di questi ricordi coinvolge le cellule di una parte dell'ippocampo chiamata CA1, che poi trasmette le informazioni ad un'altra struttura del cervello chiamata corteccia entorinale. In ogni posizione vengono attivati ​​piccoli sottoinsiemi di neuroni, formando tracce di memoria chiamate engramma.


"Si pensava che i circuiti coinvolti nella formazione degli engrammi fossero gli stessi coinvolti nella riattivazione di queste cellule che avviene durante il processo di richiamo", dice Tonegawa. Tuttavia, gli scienziati avevano identificato in precedenza delle connessioni anatomiche che deviavano dalla CA1 attraverso il subiculum, che poi si connettono alla corteccia entorinale. La funzione di questo circuito, e del subiculum in generale, era sconosciuta.


In un gruppo di topi, il team del MIT ha inibito i neuroni del subiculum mentre i topi venivano  sottoposti a condizionamento di paura, fatto che però non ha avuto alcun effetto sulla loro capacità di ricordare in seguito l'esperienza. Tuttavia, in un altro gruppo, hanno inibito i neuroni del subiculum dopo che era avvenuto il condizionamento della paura, quando i topi erano stati riportati alla camera originale. Questi topi non mostravano la solita risposta al timore, dimostrando che la loro capacità di richiamare il ricordo era compromessa.


Ciò fornisce la prova che il circuito di deviazione che coinvolge il subiculum è necessario per richiamare il ricordo, ma non per la formazione dello stesso. Altri esperimenti hanno rivelato che il circuito diretto dalla CA1 alla corteccia entorinale non è necessario per richiamare il ricordo, ma è richiesto per la formazione dello stesso. "Inizialmente, non ci aspettavamo questo risultato", dice Tonegawa. "Avevamo solo pianificato di esplorare la funzione del subiculum".


"Questo documento è un tour de force di tecniche avanzate di neuroscienze, con un risultato intrigante che mostra l'esistenza e l'importanza di percorsi diversi per la formazione e il recupero dei ricordi dipendenti dall'ippocampo", spiega Karl Deisseroth, professore di bioingegneria, psichiatria e scienze comportamentali alla Stanford University, che non era coinvolto nello studio.

 

Modifica dei ricordi

Perché l'ippocampo ha bisogno di due circuiti distinti per formare e richiamare i ricordi? I ricercatori hanno trovato prove di due possibili spiegazioni.

  1. Una è che le interazioni dei due circuiti rendono più semplice modificare o aggiornare i ricordi. Quando è attivato il circuito di richiamo, il circuito di formazione dei ricordi si può attivare simultaneamente, consentendo di aggiungere nuove informazioni.
    "Pensiamo che avere questi circuiti in parallelo aiuti l'animale a richiamare il ricordo e, quando necessario, a codificare nuove informazioni"
    , dice Roy. "Quando si ricorda un'esperienza precedente, e c'è qualcosa di nuovo da aggiungere, è molto comune incorporare nuove informazioni nel ricordo esistente".
  2. Un'altra possibile funzione del circuito di deviazione è quella di aiutare a stimolare le risposte allo stress a termine più lungo. I ricercatori hanno scoperto che il subicolum si collega a una coppia di strutture nell'ipotalamo chiamate 'corpi mammillari', stimolando il rilascio degli ormoni dello stress chiamati corticosteroidi. Ciò avviene almeno un'ora dopo che è richiamato il ricordo di paura.


I ricercatori dicono che, anche se hanno identificato il sistema a due circuiti in esperimenti che coinvolgono ricordi con una componente emotiva (sia positiva che negativa), il sistema è probabilmente al lavoro in qualsiasi tipo di memoria episodica.


Secondo i ricercatori, i risultati suggeriscono anche una possibilità intrigante legata all'Alzheimer. Lo scorso anno, Roy e altri del laboratorio di Tonegawa hanno scoperto che i topi con una versione iniziale dell'Alzheimer hanno difficoltà a richiamare i ricordi, ma sono ancora in grado di formarne di nuovi. Il nuovo studio suggerisce che nell'Alzheimer questo circuito del subiculum possa essere danneggiato, anche se i ricercatori non lo hanno studiato.

 

 

 


Fonte: Massachusetts Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Dheeraj S. Roy, Takashi Kitamura, Teruhiro Okuyama, Sachie K. Ogawa, Chen Sun, Yuichi Obata, Atsushi Yoshiki, Susumu Tonegawa. Distinct Neural Circuits for the Formation and Retrieval of Episodic Memories. Cell, 2017; DOI: 10.1016/j.cell.2017.07.013

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.