Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio sull'AD collega l'attività fisica alla salute del cervello

Studio sull'AD collega salute del cervello e attività fisicaSecondo un nuovo studio della UW-Madison, le persone a rischio di Alzheimer che fanno più attività fisica di intensità moderata, ma non attività fisica leggera, hanno più probabilità di avere schemi sani di metabolismo del glucosio nel cervello. (Fonte: Università del Wisconsin-Madison)

Secondo un nuovo studio eseguito alla University of Wisconsin di Madison, le persone a rischio di Alzheimer che fanno più attività fisica di intensità moderata, ma non di intensità leggera, hanno probabilità maggiori di avere schemi sani nel metabolismo del glucosio nel loro cervello.


I risultati della ricerca sono stati pubblicati ieri online sul Journal of Alzheimer's Disease. L'autore senior Dr. Ozioma Okonkwo, professore assistente di medicina, è ricercatore del Wisconsin Alzheimer's Disease Research Center e del Wisconsin Alzheimer's Institute della UW. La ricerca ha coinvolto 93 partecipanti del Registro del Wisconsin per la Prevenzione di Alzheimer (WRAP), che con più di 1.500 iscritti è il gruppo più grande al mondo con storia genitoriale di rischio di Alzheimer.


I ricercatori hanno usato accelerometri per misurare l'attività fisica quotidiana dei partecipanti, tutti in età avanzata e ad alto rischio genetico di Alzheimer, ma che non mostravano al momento alcun danno cognitivo. I livelli di attività sono stati misurati per una settimana, quantificati e analizzati. Questo approccio ha consentito agli scienziati di determinare il tempo trascorso da ogni soggetto in livelli leggeri, moderati e vigorosi di attività fisica. L'attività fisica leggera è equivalente a camminare lentamente, mentre quella moderata è equivalente a una passeggiata veloce e quella vigorosa a una corsa energica.


I dati sull'intensità dell'attività fisica sono stati quindi analizzati statisticamente per determinare quanto corrispondevano al metabolismo del glucosio - una misura della salute e dell'attività dei neuroni - nelle aree del cervello note per avere un metabolismo del glucosio depresso nelle persone affette da Alzheimer. Per misurare il metabolismo del glucosio del cervello, i ricercatori hanno usato una tecnica speciale di scansione chiamata tomografia a emissione di positroni con 18F-fluorodeossiglucosio (FDG-PET).


L'attività fisica moderata è stata associata a un metabolismo più sano del glucosio (livelli più elevati) in tutte le aree analizzate del cervello. I ricercatori hanno notato un beneficio graduale: i soggetti che hanno trascorso almeno 68 minuti al giorno impegnati in attività fisica moderata hanno mostrato profili migliori del metabolismo del glucosio rispetto a quelli che hanno trascorso meno tempo.


"Questo studio ha implicazioni per guidare le prescrizioni di esercizio che potrebbero aiutare a proteggere il cervello dall'Alzheimer", ha affermato Dougherty. "Mentre molte persone sono scoraggiate dall'Alzheimer perché ritengono di non poter fare molto per evitarla, questi risultati suggeriscono che adottando un'attività fisica moderata si può rallentare la progressione della malattia".


"Vedere una connessione quantificabile tra attività fisica moderata e salute del cervello è un primo passo emozionante", ha detto Okonkwo, comunicando che altre ricerche continue stanno cercando di capire l'effetto neuroprotettivo dell'esercizio dall'Alzheimer. Per esaminarlo ulteriormente, il team sta reclutando individui con preoccupazioni di memoria per uno studio clinico nazionale denominato EXERT per verificare se l'esercizio fisico può rallentare la progressione dei problemi iniziali di memoria causati dall'Alzheimer.

 

 

 


Fonte: IOS Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Reference: Ryan J. Dougherty, Stephanie A. Schultz, Taylor K. Kirby, Elizabeth A. Boots, Jennifer M. Oh, Dorothy Edwards, Catherine L. Gallagher, Cynthia M. Carlsson, Barbara B. Bendlin, Sanjay Asthana, Mark A. Sager, Bruce P. Hermann, Bradley T. Christian, Sterling C. Johnson, Dane B. Cook, Ozioma C. Okonkwo. Moderate Physical Activity is Associated with Cerebral Glucose Metabolism in Adults at Risk for Alzheimer’s Disease. Journal of Alzheimer's Disease, 2017; 1 DOI: 10.3233/JAD-161067

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.