Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il trattamento del tumore alla prostata aumenta di molto il rischio di demenza

 

 

Un nuovo studio retrospettivo sulle cartelle cliniche di pazienti suggerisce che gli uomini con cancro alla prostata, che sono trattati con farmaci che abbassano il testosterone, hanno il doppio delle probabilità di sviluppare demenza entro cinque anni, rispetto ai malati di cancro alla prostata i cui livelli di testosterone non sono manomessi.


Lo studio, eseguito da ricercatori della Stanford University e della University of Pennsylvania, mostra anche le tecniche emergenti per estrarre dati biomedici dalle normali cartelle cliniche dei pazienti.


Il documento che descrive la ricerca, pubblicato online il 13 ottobre su JAMA Oncology, ha come primo autore Kevin Nead MD/DPhil, residente dell'Università della Pennsylvania che ha ottenuto la laurea in medicina a Stanford, e come autore senior Nigam Shah MBBS/PhD, professore associato di ricerca informatica biomedica a Stanford.


Il testosterone può promuovere la crescita dei tumori della prostata, e così sin dal 1940 i medici usano la terapia di deprivazione androgenica (ADT) per abbassare il testosterone e altri androgeni nei pazienti con cancro alla prostata. Negli Stati Uniti, circa mezzo milione di uomini attualmente ricevono l'ADT come trattamento per il cancro alla prostata.

 

'Il rischio è reale'

Uno studio del 2015 degli stessi autori aveva scoperto un'associazione tra ADT e Alzheimer. Nella nuova ricerca, il team ha ampliato quel lavoro includendo varie altre forme di demenza. "Quando abbiamo pubblicato il documento precedente, una lettera al direttore aveva sottolineato che l'Alzheimer è spesso confuso con la demenza vascolare", ha detto Shah. "Così, invece di esaminare Alzheimer e demenza separate, abbiamo deciso di aggregarle in una categoria di livello superiore: tutte le demenze e il declino cognitivo". Tale aggregazione riduce al minimo il problema della diagnosi errata, ha detto Shah, e aumenta la dimensione del campione e con esso la forza statistica.


Il team ha esaminato in modo anonimo le registrazioni del database clinico/di ricerca della Stanford per quasi 10.000 pazienti con carcinoma della prostata. Tra i 1.829 che hanno ricevuto la terapia di deprivazione androgenica, il 7,9 per cento ha sviluppato la demenza entro cinque anni, contro il 3,5 per cento di quelli non trattati con ADT.


"Il rischio è reale e, a seconda della storia precedente di demenza del paziente, si può prendere in considerazione un trattamento alternativo, soprattutto alla luce di un recente studio prospettico britannico", ha detto Shah. Questo studio, pubblicato in settembre sul New England Journal of Medicine, ha rivelato che i pazienti affetti da carcinoma prostatico randomizzati per controllo attivo, chirurgia o radioterapia, avevano tutti lo stesso rischio di morte per cancro dopo 10 anni.


Il novantanove per cento degli uomini dello studio sono sopravvissuti indipendentemente dal trattamento iniziale. Questi risultati sorprendenti suggeriscono che il monitoraggio attivo dei pazienti affetti da cancro alla prostata può andare bene come trattamento radicale iniziale e può causare meno effetti collaterali.


E poiché il numero effettivo di pazienti eventualmente a rischio di demenza a causa della terapia di deprivazione androgenica è piccolo, quando si valuta l'opportunità di tale terapia, ha senso cercare di identificare quali pazienti affetti da cancro alla prostata potrebbero essere vulnerabili alla demenza, ha detto Shah.


Il nuovo studio aumenta il crescente corpo di prove a sostegno della «precision health» [salute di precisione] della Stanford Medicine, il cui obiettivo è anticipare e prevenire le malattie nel sano e diagnosticare con precisione e curare le malattie nel malato.


Nead e Shah avvertono che i malati di cancro alla prostata, che stanno ricevendo ADT, non dovrebbe apportare modifiche ai loro farmaci senza parlare con il loro medico: "Sono rimasto sorpreso da quanto sono onnipresenti gli effetti su tutti i tipi di demenza, ma certamente non cambierei la cura clinica sulla base dei nostri risultati", ha detto Nead.


E ha aggiunto che si dovrebbe fare uno studio prospettico clinico randomizzato per stabilire se l'ADT può essere legata più saldamente a un aumento del rischio di demenza e per aiutare a identificare quali tipi di pazienti potrebbero essere vulnerabili a questo aumento del rischio, ha detto. Egli prevede che il controllo del rischio di demenza nelle persone trattate con ADT farà parte dei futuri studi clinici randomizzati che hanno un obiettivo più ampio.

[...]

 

 

 


Fonte: Jennie Dusheck in Stanford University Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kevin T. Nead, Greg Gaskin, Cariad Chester, Samuel Swisher-McClure, Nicholas J. Leeper, Nigam H. Shah. Association Between Androgen Deprivation Therapy and Risk of Dementia. JAMA Oncology, 2016; DOI: 10.1001/jamaoncol.2016.3662

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.