Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Progettare strutture di assistenza amichevoli con la demenza

Progettare strutture di assistenza amichevoli con la demenzaLa ricercatrice Mary O'Malley mentre effettua un test di orientamento (Foto: Philip Hartley)

 

Con l'invecchiamento della popolazione e i cambiamenti demografici corrispondenti, ci troviamo ad affrontare una sfida senza precedenti nel modo di assistere e supportare gli anziani. Anche se dovremmo celebrare il fatto che viviamo più a lungo, il rovescio della medaglia è che le malattie legate all'età, come la demenza, sono in aumento ed è importante, come paese, trovare le soluzioni e alleviare le difficoltà che le persone possono incontrare come conseguenza.


Mary O'Malley, studente di dottorato della Bournemouth University, ha esaminato sotto la supervisione del professore associato Jan Wiener il modo in cui delle persone con demenza imparano a muoversi in ambienti non familiari e quali conseguenze potrebbe avere sulle linee guida di costruzione di strutture di assistenza alla demenza.


"La mia ricerca sta cercando il modo di ridurre il potenziale disorientamento spaziale degli anziani, sia di quelli con difficoltà di memoria che degli altri", ha spiegato Mary. "Esaminando il problema, spero di arrivare a delineare cambiamenti nell'ambiente di vita che favoriscano l'orientamento".


"Sto analizzando i sistemi di orientamento delle persone e come sono usati gli strumenti di spostamento nelle case di cura, e come questi possono aiutare o ostacolare le capacità delle persone di trovare la strada", continua Mary. "Sto osservando le strategie che usano le persone per imparare nuovi ambienti e sto anche andando nelle case di riposo per chiedere alle persone come trovano la strada e che cosa li aiuta a orientarsi in luoghi sconosciuti; per me, è importante sentire la voce degli utenti, quando si tratta di progettare l'ambiente".


Mary sta lavorando al dottorato di ricerca con metodi misti, che richiedono la raccolta di dati sia qualitativi che quantitativi. Con una serie di studi, e avvalendosi delle conoscenze dal Dipartimento di Psicologia e del Dementia Institute della BU e di esperti esterni di architettura, Mary sta prendendo un approccio interdisciplinare e rotondo al suo lavoro. Per lei, è molto utile colmare il divario tra le discipline.


"Se ti avvicini da un unico punto di vista, una sola disciplina, ti mancano tante informazioni preziose", dice Mary. "Per migliorare l'ambiente di progettazione è davvero importante ottenere dati da diverse aree tematiche. Non c'è un modo singolo di farlo, quindi bisogna ricorrere alle competenze di uno spettro di discipline".


Come spiega, "In psicologia, abbiamo molta conoscenza sull'orientamento e come le persone si muovono negli ambienti, ma non molto di ciò è stato tradotto in applicazioni. C'è molto potenziale di applicare e testare questa conoscenza per le persone anziane negli ambienti delle case di riposo e di cura, entrambi luoghi in cui questa ricerca potrebbe avere un impatto reale".


Mentre sono spesso applicate linee guida per la progettazione delle case di cura, ci sono molti altri spazi usati dagli anziani e dalle persone con problemi di memoria che potrebbero trarre benefici da migliori linee guida sull'orientamento: ospedali, case di riposo e centri commerciali sono solo alcuni esempi. Data l'importanza del concetto di comunità amichevole con la demenza, la ricerca di Mary è di grande attualità.


Per eseguirla, Mary è andata nelle case di riposo e di cura, e ha cercato di capire dagli ospiti le esperienze di movimento nell'ambiente. Sta anche usando alcune delle tecnologie di avanguardia disponibili al Dipartimento di Psicologia, per creare ambienti virtuali dove gli anziani si muovono.


Uno degli studi ha esaminato il modo in cui le persone imparano un nuovo percorso e quali strategie di orientamento usano per impararlo. "I risultati hanno dimostrato che gli anziani che hanno ottenuto risultati peggiori su una valutazione neuropsicologica (fatto che suggerisce un possibile invecchiamento atipico) hanno avuto difficoltà con alcune misure specifiche di memoria del percorso; hanno trovato difficoltà a tradurre e ad individuare un percorso appreso di recente da una prospettiva di mappa, e fatto interessante, ci sono state differenze significative tra due forme distinte di memoria di punti di riferimento che vorremmo indagare ulteriormente", ha spiegato Mary.


"Vogliamo dare un seguito a queste scoperte con un secondo studio che esplorerà quanto sono utili le mappe 'tu sei qui' per alcuni gruppi demografici e in certi ambienti", ha detto Mary, "Inoltre, vogliamo vedere se un certo posizionamento dei punti di riferimento potrebbe migliorare l'apprendimento del percorso. Per questo useremo un ambiente di assistenza virtuale, che ci permetterà di modificare le variabili, come ad esempio la disposizione dei corridoi e dove si trovano i punti di riferimento".


La ricerca di Mary sta già avendo un impatto, poichè una delle case di riposo dove ha portato avanti la sua ricerca qualitativa vuole riprogettare l'intero ambiente sulla base dei risultati e delle segnalazioni fatte dagli ospiti. In ultima analisi, l'obiettivo di Mary è usare la sua ricerca per influenzare i progettisti e gli architetti a creare ambienti più facili per l'orientamento degli anziani e delle persone con perdita di memoria. Lo strumento principale per raggiungere questo risultato saranno informazioni per le linee guida costruttive e i regolamenti edilizi, una cosa che Mary non vede l'ora di sviluppare.

 

 

 


Fonte: Bournemouth University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M. O'Malley, A. Innes, J. M. Wiener. Decreasing spatial disorientation in care-home settings: How psychology can guide the development of dementia friendly design guidelines. Dementia, 2015; DOI: 10.1177/1471301215591334

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)