Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificati nuovi geni associati a una longevità estrema

I centenari dimostrano di invecchiare bene quando rimangono attivi e vigili in età molto avanzata. Degli scienziati della Stanford University e dell'Università di Bologna hanno iniziato a svelare le basi della longevità trovando i loci genetici associati alla longevità estrema.


Il lavoro precedente aveva indicato che i centenari hanno abitudini di salute e di dieta simili alle persone medie, il che suggerisce che ci dovrebbero essere dei fattori nel loro patrimonio genetico a farli invecchiare meglio.


Tuttavia, gli studi genetici precedenti avevano identificato solo un singolo gene (APOE, coinvolto anche nell'Alzheimer), che era diverso nei centenari rispetto a quelli che invecchiano normalmente. I risultati di questo ultimo studio indicano anche che diverse varianti di malattie possono essere assenti nei centenari, rispetto alla popolazione generale.


Il rapporto sulla ricerca di Kristen Fortney e colleghi, pubblicato su PLoS Genetics, è un esempio di utilizzo di grandi basi di dati per raccogliere informazioni su una caratteristica estremamente complicata come la longevità. Per trovare i geni della longevità, gli autori hanno dapprima sviluppato ​​un nuovo metodo statistico chiamato 'informed GWAS' (iGWAS), che si avvale delle conoscenze su 14 malattie, per restringere i geni cercati associati alla longevità.


Attraverso il iGWAS, gli scienziati hanno trovato cinque loci della longevità che forniscono indizi sui meccanismi fisiologici dell'invecchiamento ben riuscito. Questi loci sono noti per essere coinvolti in diversi processi, che comprendono la senescenza cellulare, l'autoimmunità, la segnalazione cellulare, e anche l'Alzheimer.


L'incidenza di quasi tutte le malattie aumenta con l'età, e quindi conoscere i fattori genetici del buon invecchiamento potrebbe avere un grande impatto sulla salute. Il lavoro futuro può portare ad una migliore comprensione di come questi geni promuovono il buon invecchiamento e potrebbero anche identificare geni addizionali della longevità reclutando più centenari per l'analisi.

 

 

 


Fonte: PLOS via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kristen Fortney, Edgar Dobriban, Paolo Garagnani, Chiara Pirazzini, Daniela Monti, Daniela Mari, Gil Atzmon, Nir Barzilai, Claudio Franceschi, Art B. Owen, Stuart K. Kim. Genome-Wide Scan Informed by Age-Related Disease Identifies Loci for Exceptional Human Longevity. PLOS Genetics, 2015; 11 (12): e1005728 DOI: 10.1371/journal.pgen.1005728

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)