Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto il meccanismo molecolare alla radice dell'amiloidosi familiare e di altre malattie

Un team di ricercatori di due università di Boston ha proposto un meccanismo molecolare che può essere responsabile dello sviluppo di malattie mortali chiamate amiloidosi.


La più nota di tali malattie è l'Alzheimer (AD), ma ce ne sono molte altre sotto osservazione, anche per la crescente evidenza che le collegano all'aterosclerosi e all'invecchiamento.


I risultati dello studio, apparsi sul Journal of Molecular Biology, possono alla fine portare allo sviluppo di bersagli terapeutici per qualcuna di queste malattie.


Un gruppo di disturbi, chiamati malattie amiloidi, insorge perchè delle proteine formano dei grumi anormali e si depositano in diversi organi, causando danni al cervello (AD, Parkinson), al cuore (amiloidosi cardiaca), ai reni, al fegato e ad altri organi vitali.


Una di tali proteine, l'apolipoproteina A-1 (apoA-1), forma l'impalcatura del cosiddetto 'colesterolo buono' (lipoproteine ad alta densità - HDL). Di norma l'apoA-1/HDL rimuove il colesterolo in eccesso e gli altri grassi del corpo ed è protettivo contro le malattie cardiovascolari.


Tuttavia, quando all'interno di questa proteina ci sono mutazioni o altri errori, l'apoA-1 ha il potenziale di aggregarsi e di manifestarsi come forma familiare di amiloidosi, che è una malattia incurabile e una minaccia per la vita. L'apoA-1 può anche depositarsi nelle arterie, contribuendo in tal modo all'aterosclerosi.


Anche se la comunità medica sa da tempo che le proteine anomale possono causare malattie per colpa di 'punti caldi' vulnerabili esposti che si aggregano insieme, non sappiamo come una proteina 'buona' può diventare così 'cattiva', in particolare a livello molecolare.


Usando tecnologia all'avanguardia per studiare il comportamento dinamico e la forma molecolare dell'apoA-1 e delle sue varie forme mutanti, i ricercatori della Boston University e della Northeastern University sono stati sorpresi di scoprire che i 'punti caldi' esposti nell'apoA-1 non sempre causano l'amiloidosi.


Alcune mutazioni comportano una protezione minore in altre zone vulnerabili, contribuendo alla capacità del corpo di liberarsi della proteina prima che si raggrumi. Queste mutazioni nell'apoA-1 non causano la malattia amiloide nell'uomo.


I ricercatori suggeriscono che questo risultato può non essere limitato all'apoA-1, ma è probabile che si applichi ad altre proteine ​​che formano amiloide. Alcune mutazioni che avvengono ad una estremità della proteina, agiscono sorprendentemente come 'telecomandi molecolari' e modificano la struttura e l'attività dell'altra estremità.


Secondo i ricercatori, risolvere il puzzle dei cambiamenti molecolari che causano le malattie amiloidi ha importanti implicazioni per potenziali trattamenti. "Se si potesse prevedere ciò che induce una specifica proteina a formare l'amiloide, potremmo cominciare a progettare strumenti per rallentare o addirittura bloccare questo processo patogeno prima del suo inizio", ha spiegato l'autore corrispondente Olga Gursky PhD, professoressa di Fisiologia e Biofisica alla BU.

 

*******
Il finanziamento per questo studio è stato fornito dal National Institutes of Health e dalla Waters Corporation.

 

 

 


Fonte: Boston University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Madhurima Das, Christopher J. Wilson, Xiaohu Mei, Thomas Wales, John R. Engen, Olga Gursky. Structural Stability and Local Dynamics in Disease-Causing Mutants of Human Apolipoprotein A-I: What Makes the Protein Amyloidogenic? Journal of Molecular Biology, 2015; DOI: 10.1016/j.jmb.2015.10.029

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)