La capacità di ricordare che una zebra ha le strisce, o che una giraffa è un mammifero a quattro zampe, è conosciuta come memoria semantica. Essa ci permette di attribuire un significato alle parole e di richiamare conoscenze generali e concetti che abbiamo imparato. Il deterioramento di queste capacità è una caratteristica determinante della demenza semantica e può verificarsi anche nell'Alzheimer.
Un gruppo di neurologi e neuropsicologi francesi hanno già identificato gli elementi della memoria semantica, i primi a deteriorarsi e potrebbero avere così spiegato perché un fenomeno sorprendente, noto come hyperpriming si può vedere già nelle prime fasi dell'Alzheimer. Le loro scoperte sono pubblicate nel numero di gennaio 2011 di Cortex.
Il Dr Mickaël Laisney e colleghi, degli ospedali universitari di Caen e Rennes, hanno studiato le capacità di riconoscimento della parola di 16 malati di Alzheimer e 8 pazienti con demenza semantica. Ai pazienti sono stati mostrate coppie di parole in successione ed è stato chiesto di indicare se hanno riconosciuto la seconda parola in ogni coppia. A causa di un effetto noto come priming semantico, le persone tendono a riconoscere più velocemente una parola (ad esempio, "tigre"), se si è vista in precedenza una parola collegata (ad es, "leone"), e uno studio precedente aveva scoperto che questo effetto aumenta ulteriormente nelle fasi iniziali dell'Alzheimer, in cui i pazienti hanno riconosciuto parole correlate in modo più rapido rispetto ai pazienti sani. Questo fenomeno hyperpriming è sorprendente, perché è in contrasto con l'idea di perdita di memoria in pazienti di Alzheimer.
Tuttavia, i risultati di questo nuovo studio hanno messo in luce il puzzle dimostrando che i primi elementi di memoria semantica a peggiorare sono le caratteristiche distintive di un concetto, come le strisce di una zebra o il lungo collo di una giraffa. Ciò causa un offuscamento dei concetti strettamente collegati, ad esempio zebre e giraffe diventano generici mammiferi a quattro zampe africani, che gli autori suggeriscono che sia la ragione per cui i pazienti trovano temporaneamente più facile riconoscere le parole correlate nei primi stadi di perdita di memoria. L'effetto scompare nelle fasi successive della malattia.
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Fonte: Materiali forniti da Elsevier, via AlphaGalileo.
ScienceDaily, 20 dicembre 2010