Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


CHIP: il 'guardiano' delle funzioni del cervello

CHIP: la proteina che sta a 'guardia' delle funzioni del cervelloDa sinistra: Dan Liebler, Ph.D., Simona Codreanu, Ph.D., BethAnn McLaughlin, Ph.D., e la studente laureata Amy Palubinsky, il team che ha scoperto una neuroprotezione cruciale che potrebbe impedire le neurodegenerazioni. (Foto: Ama Winland)I mitocondri non sono solo i principali produttori di energia della cellula, ma sono anche dei tutofare.


Quando vanno fuori fase, la cellula non può più funzionare normalmente.


L'insufficienza mitocondriale nel cervello può preparare il terreno per il Parkinson, l'Alzheimer e altre forme di neurodegenerazione.


Fortunatamente c'è un gruppo di "guardiani notturni", proteine ​​che controllano la funzione mitocondriale e suonano l'allarme se un mitocondrio non fa il suo lavoro e deve essere sostituito.


Una di queste proteine, chiamata CHIP, è essenziale per il mantenimento della salute mitocondriale. Quando la CHIP è assente o carente, le cellule nervose non possono recuperare quando, per esempio, un ictus interrompe la fornitura di ossigeno e glucosio.


Il ruolo critico della CHIP è stato segnalato di recente sulla rivista Antioxidants and Redox Signaling da ricercatori della Vanderbilt University. Il loro rapporto ha stimolato gli sforzi per sviluppare farmaci che migliorano la CHIP e aiutano ad accelerare il recupero da un ictus e dopo una neurochirurgia, e per prevenire lo sviluppo di malattie neurodegenerative.


"Se fossimo in grado di fare un lavoro migliore per conservare questi mitocondri ... avremmo uno strumento molto, molto potente", ha detto l'autrice senior Bethann McLaughlin, PhD, assistente professore di Neurologia e Farmacologia.


Tra i principali risultati, gli autori hanno scoperto "profondi deterioramenti" sia a livello anatomico che biochimico nei topi senza il gene CHIP. Sono più piccoli dei loro fratellini normali, le loro zampe posteriori sono deboli, e muoiono giovani. "Hanno 30 giorni e sembrano essere di 150 giorni", ha detto la McLaughlin.


Usando una tecnica di spettrometria di massa sviluppata dal co-autore Dan Liebler, PhD, pioniere di proteomica della Vanderbilt e dai suoi colleghi, la studentessa laureata Amy Palubinsky ha confermato per la prima volta che la CHIP va nei mitocondri quando le cellule sono stressate dalla mancanza di ossigeno, per esempio.


Ha anche scoperto che, in assenza di CHIP, le cellule nervose di questi animali sono molto più vulnerabili alla deprivazione di ossigeno e glucosio e sono "cariche" di proteine ​​danneggiate che ne compromettono il funzionamento. La Palubinsky è il primo autore della ricerca.


La Palubinsky ha detto che i cambiamenti cellulari osservati nei topi senza CHIP sono gli stessi di quelli che il suo gruppo ha già rilevato in campioni umani post mortem provenienti da persone che avevano avuto ictus o "attacchi ischemici transitori", che interrompono l'apporto di ossigeno e glucosio al cervello. "Questo ci dà un nuovo modello di sistema per esaminare più in profondità, e vedere quali sono, i meccanismi", ha detto.


Il team della Vanderbilt sta attualmente collaborando con il farmacista Jason Gestwicki, PhD, dell'Università della California di San Francisco, per testare potenziali farmaci migliorativi della CHIP che lui ha sviluppato. "Ci stiamo muovendo per testare ciò nelle cellule, e in modelli animali di ictus e Parkinson", ha detto la McLaughlin.


Stanno lavorando anche con David Charles, MD, professore di Neurologia della Vanderbilt e pioniere nella stimolazione cerebrale profonda per alleviare i sintomi del Parkinson, per sviluppare test di scansione in grado di individuare i cambiamenti nei mitocondri prima che le cellule muoiano.

 

**********
Altri co-autori sono Gregg Stanwood, Ph.D., professore associato aggiunto di Farmacologia e Simona Codreanu, Ph.D., istruttore di ricerca in Biochimica, entrambi della Vanderbilt; Robert Singer, MD, del Dartmouth College; Jeannette Stankowski, PhD, ora alla Mayo Clinic di Jacksonville in Florida; e Cozette Kale, che ha conseguito la laurea alla Vanderbilt. La ricerca è stata finanziata dalla Walter e Suzanne Scott Foundation e dal National Institutes of Health, tra gli altri.

 

 

 

 

 


Fonte: Bill Snyder in Vanderbilt University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Amy Marie Palubinsky, Jeannette Nicole Stankowski, Alixandra Cozette Kale, Simona G Codreanu, Robert J Singer, Daniel C Liebler, Gregg D Stanwood, BethAnn Marie McLaughlin. CHIP is an Essential Determinant of Neuronal Mitochondrial Stress Signaling. Antioxidants & Redox Signaling, 2015; 150127063122002 DOI: 10.1089/ars.2014.6102

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)