Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ulteriori prove che la formazione musicale protegge il cervello anziano

Ulteriori prove che la formazione musicale protegge il cervello anziano

Degli scienziati hanno scoperto alcune delle prove più forti trovate finora che la formazione musicale in gioventù può impedire il decadimento della comprensione del linguaggio nell'età avanzata.


Secondo un nuovo studio canadese condotto dal Rotman Research Institute (RRI) della Baycrest Health Sciences, gli anziani che hanno avuto una formazione musicale in gioventù sono del 20% più veloci nell'identificare i suoni del linguaggio, rispetto ai loro coetanei non-musicisti, sui test di identificazione del linguaggio; un beneficio che è già stato osservato nei giovani con una formazione musicale.


I risultati sono pubblicati su The Journal of Neuroscience dal 21 gennaio.


Tra le varie funzioni cognitive che possono diminuire con l'età c'è la capacità di comprendere il discorso. È interessante notare che questa difficoltà può persistere in assenza di qualsiasi perdita di udito misurabile. Ricerche precedenti avevano confermato che il sistema uditivo centrale del cervello, quello che supporta la capacità di analizzare, sequenziare e identificare le caratteristiche acustiche del discorso, si indebolisce negli anni della vecchiaia.


Cominciare a prendere lezioni formali di uno strumento musicale prima dei 14 anni e continuare con un intenso allenamento fino ad un massimo di dieci anni, sembra aumentare le aree chiave del cervello che supportano il riconoscimento vocale. Lo studio del Rotman ha trovato prove "robuste" che questo beneficio al cervello resta anche nella popolazione anziana.


"Le attività musicali sono una forma impegnativa di formazione cognitiva del cervello e ora stiamo vedendo delle prove robuste della plasticità del cervello derivanti dalla formazione musicale, non solo nel cervello giovane, ma anche in quello anziano", ha detto Gavin Bidelman, che ha condotto lo studio come post-dottorato all'RRI, mentre è ora assistente professore all'Università di Memphis.


"Nel nostro studio abbiamo potuto prevedere la capacità delle persone anziane di classificare o identificare il linguaggio usando immagini dell'elettroencefalogramma (EEG). Abbiamo visto una risposta di comportamento cerebrale due o tre volte migliore nei musicisti anziani rispetto ai coetanei non musicisti. In altre parole, il cervello dei vecchi musicisti ha una rappresentazione molto più dettagliata, pulita e precisa del segnale vocale, che è probabilmente il motivo per cui sono molto più sensibili e più bravi a comprendere il linguaggio".


Bidelman ha collaborato con lo scienziato senior Claude Alain, assistente direttore del RRI della Baycrest e una delle principali autorità nello studio delle differenze nell'attività corticale uditiva legate all'età.


Queste ultime scoperte si aggiungono alle evidenze che la formazione musicale non potenzia solo la cognizione del cervello giovane in sviluppo, ma che questi miglioramenti neurali si estendono per tutta la vita fino all'età avanzata, quando il cervello ne ha più bisogno, per contrastare il declino cognitivo. I risultati sottolineano anche l'importanza dell'istruzione musicale nelle scuole e nei programmi riabilitativi per anziani.


In questo studio hanno messo le cuffie, in un ambiente di laboratorio controllato, 20 adulti sani anziani (età 55-75), 10 musicisti e 10 non musicisti, ed è stato loro chiesto di identificare dei suoni casuali del linguaggio. Alcuni dei suoni erano suoni di una singola vocale, come "ooo" o "ahhh", altri più ambigui come un mix di due suoni che sfidava di più le loro capacità di elaborazione uditiva per categorizzare correttamente il suono vocale.


Durante i cicli di test, i ricercatori hanno registrato l'attività neurale di ciascun partecipante con l'elettroencefalografia. Questa tecnica di imaging cerebrale misura in modo molto preciso la temporizzazione esatta dell'attività elettrica che avviene nel cervello in risposta agli stimoli esterni. Questo viene visualizzato in forma di onda sullo schermo del computer. I ricercatori usano questa tecnologia per studiare come il cervello dà un senso al nostro ambiente acustico complesso e come l'invecchiamento impatta sulle funzioni cognitive.


Secondo il lavoro pubblicato da Bidelman e Alain, le risposte del cervello dei musicisti anziani mostrano "una elaborazione neurofisiologica più efficiente e robusta del linguaggio, su più livelli di elaborazione uditiva, fatto che corrisponde ai miglioramenti riportati per i musicisti più giovani".


Bidelman sta attualmente collaborando con Alain e il RRI su uno studio randomizzato di formazione di anziani per valutare se questi benefici emergono con un intervento musicale di breve termine.

 

 

 

 

 


Fonte: Baycrest Centre for Geriatric Care (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  G. M. Bidelman, C. Alain. Musical Training Orchestrates Coordinated Neuroplasticity in Auditory Brainstem and Cortex to Counteract Age-Related Declines in Categorical Vowel Perception. Journal of Neuroscience, 2015; 35 (3): 1240 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3292-14.2015

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.