Un nuovo studio della University of Texas di Dallas dimostra che l'attività cerebrale che insorge prima di vedere un oggetto è legata al modo in cui lo stesso è ricordato in seguito.
Nello studio, pubblicato online su NeuroImage, i ricercatori hanno dimostrato che ricevere informazioni su una coppia di elementi prima di vederli può danneggiarne il ricordo. Inoltre, i ricercatori hanno anche scoperto che l'attività in diverse aree del cervello è legata in modo inaspettato a come l'informazione viene ricordata in seguito.
"Se sei interessato alla memoria, vorresti conoscere i fattori associati, sia quelli che la peggiorano, sia quelli che la migliorano", ha detto il dottor Richard Addante, docente senior nella Facoltà di Scienze Cerebrali e Comportamentali e autore principale della ricerca. "La conoscenza di questi fattori può portare allo sviluppo dei modi per contribuire a migliorare la memoria".
I ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale per cercare l'attività in diverse aree del cervello, mentre il partecipante decideva quale tra due parole o immagini si adattava nell'altra; per esempio un cane e una casa. Ma qualche momento prima di eseguire il compito, i partecipanti hanno visto un indizio: una "X" se stavano per vedere una parola o una "O" se avrebbero visto una immagine.
Circa 20 minuti più tardi, fuori dallo scanner MRI, i partecipanti sono stati testati sulla bontà del ricordo delle coppie di elementi. "Abbiamo scoperto che l'attività cerebrale, prima che le persone vedessero le informazioni, ha previsto il modo in cui le persone hanno finito per ricordare quelle informazioni su un test della memoria più tardi", ha detto Addante. "Quello che è veramente interessante era che l'attività cerebrale non prevedeva solo se si ricordavano le informazioni più tardi, ma il modo in cui le ricordavano".
Riceche precedenti avevano suggerito che vedere gli indizi potrebbe innescare una maggiore attività cerebrale nell'ippocampo e migliorare le possibilità di ricordare le informazioni. L'attività dell'ippocampo durante l'apprendimento è generalmente associata ad una migliore memoria. Questo studio ha trovato l'opposto.
La maggiore attività nell'ippocampo, prima che il partecipante vedesse i due elementi, prevedeva che il soggetto aveva più probabilità di dimenticare quali elementi c'erano nella coppia. Inoltre, una maggiore attività cerebrale nella corteccia frontale e parietale (aree di solito associate alla manutenzione della memoria) ha previsto una maggiore probabilità che il soggetto avrebbe erroneamente indicato gli oggetti come abbinati prima, anche se non lo erano.
"Inizialmente ci aspettavamo solo un'attività pre-stimolo della memoria nell'ippocampo, come indicato dagli studi precedenti, e si è verificata", ha detto Addante. "Ma quando abbiamo allargato la nostra analisi a tutto il cervello, abbiamo trovato un ampio modello di attività che poteva anche predire aspetti del comportamento successivi". I risultati suggeriscono che il modo in cui il cervello si prepara a studiare un evento può interessare la qualità del ricordo.
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Altri ricercatori della UT Dallas coinvolti nello studio sono il Dr. Michael Rugg, direttore del Centro Longevità Vitale, e il ricercatore Dr. Marianne de Chastelaine. La ricerca è stata finanziata dal National Institute of Mental Health.
Fonte: University of Texas at Dallas (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Richard James Addante, Marianne de Chastelaine, Michael D. Rugg. Pre-stimulus neural activity predicts successful encoding of inter-item associations. NeuroImage, 2015; 105: 21 DOI: 10.1016/j.neuroimage.2014.10.046
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