Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'importanza del rame sul cervello, non solo per l'Alzheimer

L'importanza del rame sul cervello, non solo per l'AlzheimerImmagine di scansione a due fotoni del CF3 dimostra che l'aggiunta acuta di dosaggi BCS riduce anche i raggruppamenti labili di rame nei neuroni retinici.Negli ultimi anni si è dimostrato che il rame ha un ruolo essenziale nella salute del cervello umano.


Una ossidazione impropria del rame è stata collegata a diversi disturbi neurologici, tra cui l'Alzheimer, il Parkinson e il Menkes' e Wilson.


Il rame è stato inoltre individuato come ingrediente essenziale negli enzimi che attivano i neurotrasmettitori del cervello in risposta agli stimoli.


Ora un nuovo studio condotto da ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab) del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti (DOE) ha dimostrato che sono essenziali livelli di rame adeguati per la salute del cervello a riposo.


"Usando le nuove tecniche di scansione molecolare, abbiamo identificato il rame come modulatore dinamico dell'attività spontanea che sviluppa i circuiti neurali, quell'attività di base dei neuroni senza stimoli attivi (tipo quando si dorme o si sogna ad occhi aperti) che permette ai circuiti di riposare e adattarsi", dice Chris Chang, chimico di facoltà della Divisione di Scienze Chimiche del Berkeley Lab che ha condotto questo studio. "Il rame è stato considerato finora un co-fattore metabolico statico che deve essere sepolto all'interno di enzimi per proteggere dalla generazione di specie reattive dell'ossigeno e dai conseguenti danni dei radicali liberi. Abbiamo dimostrato che i gruppi di rame dinamici e a legame debole possono modulare l'attività neurale e sono essenziali per il normale sviluppo delle sinapsi e dei circuiti".


Anche se il cervello umano rappresenta solo il 2 per cento della massa totale del corpo, esso consuma il 20 per cento dell'ossigeno acquisito attraverso la respirazione. Questa forte domanda di ossigeno e il metabolismo ossidativo implicano che il cervello ospita la quantità di rame più alta del corpo, così come di ferro e zinco. Negli ultimi anni, Chang e il suo gruppo di ricerca alla University of California di Berkeley hanno sviluppato una serie di sonde fluorescenti per visualizzare le molecolare di rame nel cervello. "La mancanza di metodi per monitorare i cambiamenti dinamici del rame in interi organismi viventi ha reso finora difficile determinare le complesse relazioni tra lo stato del rame e le varie fasi di salute e malattia", ha detto Chang. "Stiamo progettando sonde fluorescenti che possono mappare il movimento del rame nelle cellule vive, nei tessuti e anche in organismi modello, come i topi e i pesci zebra".


Per questo ultimo studio, Chang e il suo gruppo hanno sviluppato una sonda fluorescente chiamata Rame Fluoro-3 (CF3) che può essere usata per vedere uno e due fotoni di ioni di rame. Questa nuova sonda ha permesso loro di esplorare i potenziali contributi alla segnalazione cellulare delle forme debolmente legate di rame nei neuroni dell'ippocampo e del tessuto retinico.


Chang e il suo gruppo hanno dimostrato che i neuroni e il tessuto neurale mantengono depositi di rame debolmente legato che possono essere attenuati dalla chelazione, per creare quello che viene chiamato un «gruppo di rame labile». La distruzione mirata di questi gruppi di rame labile con una chelazione acuta o l'abbattimento genetico del canale di ioni di rame CTR1 (=trasportatore 1 di rame) alterano l'attività neurale spontanea nell'ippocampo in sviluppo e nei circuiti retinici.


"Abbiamo dimostrato che l'aggiunta del disolfonato chelante del rame bathocuproine (BCS) modula la segnalazione del rame che diventa modulazione dell'attività neurale", dice Chang. "La chelazione acuta del rame a seguito di BCS supplementare nelle colture ippocampali dissociate e nel tessuto retinico intatto in sviluppo rimuove il rame, determinando una eccessiva attività spontanea".


I risultati di questo studio suggeriscono che la cattiva gestione di rame nel cervello, che è stata collegata all'Alzheimer, al Wilson e ad altri disturbi neurologici, può contribuire anche alla disregolazione della segnalazione nelle comunicazioni da cellula a cellula. "Questi risultati hanno implicazioni terapeutiche in quanto il bisogno di un paziente di integratori di rame o di rame chelante dipende dalla quantità di rame presente e dov'è nel cervello", dice Chang. "Questi risultati evidenziano anche la necessità di continuare a sviluppare le sonde di scansione molecolare come strumenti di screening pilota per aiutare a scoprire la biologia unica ed inesplorata dei metalli nei sistemi viventi".

 

*******
Questa ricerca è stata sostenuta dai National Institutes of Health e dallo Howard Hughes Medical Institute.

 

 

 

 

 


FonteDOE/Lawrence Berkeley National Laboratory  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Sheel C. Dodani, Alana Firl, Jefferson Chan, Christine I. Nam, Allegra T. Aron, Carl S. Onak, Karla M. Ramos-Torres, Jaeho Paek, Corey M. Webster, Marla B. Feller, Christopher J. Chang. Copper is an endogenous modulator of neural circuit spontaneous activity. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2014; 111 (46): 16280 DOI: 10.1073/pnas.1409796111
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.