Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Resettare e capire il nostro orologio metabolico

Tutti abbiamo sentito parlare dei ritmi circadiani, le oscillazioni di circa 24 ore dei processi biologici che avvengono in molti organismi viventi. Eppure, nonostante tutta l'influenza che hanno su molti aspetti della nostra vita (dal sonno, al sistema immunitario e, in particolare, al metabolismo) si conosce relativamente poco dei ritmi circadiani dei mammiferi e dei processi interdipendenti che compongono questo complesso orologio biologico.


Con un'analisi intensiva e dei modelli digitali, i ricercatori della University of California di Santa Barbara (UCSB) hanno acquisito nuove conoscenze sui fattori che influenzano queste oscillazioni, e i risultati potrebbero prestarsi alla regolazione e al controllo farmacologico dei ritmi circadiani. Il loro lavoro è anticipato in Proceedings of National Academy of Sciences.


"Il nostro gruppo è affascinato dai ritmi circadiani da oltre 10 anni, in quanto rappresentano un meraviglioso esempio di controllo robusto su scala molecolare presente in natura", ha detto Frank Doyle, presidente del Dipartimento di Ingegneria Chimica della UCSB e ricercatore principale del team della UCSB. "Siamo da sempre stupiti dai meccanismi che la natura usa per controllare questi orologi, e cerchiamo di svelare i loro principi per applicazioni di ingegneria, e per far luce sui meccanismi cellulari sottostanti, per uso medico".


"Di solito ci si focalizza sul metabolismo, sulla divisione cellulare e su altri processi cellulari generici, ma le oscillazioni circadiane sono altrettanto centrali nell'organizzazione della vita", ha dichiarato Peter St. John, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Chimica e autore principale dello studio. La pressione sanguigna, egli osserva, varia con l'ora del giorno, così come l'acuità visiva, l'olfatto e il gusto. Alcuni ormoni vengono rilasciati in determinati momenti per fare i loro compiti. Ci assopiamo o diventiamo più vigili in diverse ore. Tutti questi alti e bassi diversi, ascese e cadute, sono il risultato del nostro ritmo circadiano.


"Ci sono geni e proteine ​​che vengono espressi nelle cellule e la loro attività (livello di espressione) cambia con l'ora del giorno", spiega St. John. "Queste oscillazioni sono causate da circuiti genetici. Così quando un gene è prodotto, dopo aver raggiunto la sua forma finale si spegne automaticamente". Le proteine ​​ed i geni vengono eliminati, dopo di che la produzione ricomincia, in un ciclo che si completa in circa 24 ore. Anche se la genetica ha un ruolo in questi ritmi - per esempio, se i genitori erano nottambuli, è probabile che lo sarà anche la prole - anche l'ambiente, le abitudini e gli stili di vita influenzano l'orologio. "Non è solo un oscillatore che gira liberamente", ha detto St.John. "Prende i segnali dalla luce. Ad esempio, se fa chiaro presto alla mattina, farà accelerare qualcosa, e quindi la fase viene regolata sull'ora del giorno". Altre influenze comprendono il cibo (non tanto ciò che si mangia, ma quando), i farmaci, il lavoro a turni e i viaggi frequenti su fusi diversi.


I ritmi circadiani più salutari sono quelli considerati di "grande-ampiezza", con processi diversi e complementari nel corpo durante fasi diurne e notturne distinte e regolari. "Siamo animali molto diversi tra la notte e il giorno", ha detto St.John. "Se si è a digiuno durante la notte e si è addormentati, le richieste sulle cellule saranno molto diverse di quando si è svegli e si va in giro. C'è questa separazione temporale tra i geni di cui si ha bisogno durante il giorno e quelli necessari durante la notte".


I problemi arrivano quando l'ampiezza viene repressa, spesso a causa degli orari e degli stili di vita di oggi. Troppa luce di notte, ore di sonno insufficienti o irregolari, e mangiare o fare esercizio troppo tardi la sera sono tutte abitudini che non consentono la necessaria attività cellulare delle fasi notturne. Questo a sua volta può portare a disturbi come il diabete, le malattie cardiache e l'obesità. In studi molto preliminari, anche l'Alzheimer e talune patologie del fegato sono state associate ai ritmi di bassa ampiezza.


Ristabilire i ritmi circadiani di grande ampiezza potrebbe essere semplice (richiede di modificare i nostri programmi), ma per alcune persone (quelle con disturbi del sonno, per esempio, o quelle il cui lavoro richiede molte ore e irregolarità) può essere difficile, se non impossibile. Studiando la regolazione delle proteine ​​dell'orologio chiamate Period (PER) e Cryptochrome (CRY) - proteine ​​ritenute coinvolte nel metabolismo - St.John e Doyle sono riusciti a modellare i meccanismi di due piccole molecole farmacologiche - Longdaysin e KL0001 - che regolano l'espressione delle proteine ​​dell'orologio. Le informazioni che hanno acquisito potrebbero portare a terapie che possono aiutare le persone che hanno ritmi circadiani repressi.


"Tutti pensavano che queste fossero proteine ​​molto simili", ha detto St.John. "Si legano le une con le altre. Entrano insieme nel nucleo". Il presupposto era che le perturbazioni su tali proteine ​avrebbero potuto produrre risultati simili. "Ma quando abbiamo analizzato i dati", ha continuato St. John, "si è scoperto che quando si stabilizza la PER si inducono ritmi di ampiezza più elevata, ma quando si stabilizza la CRY si ottengono ritmi di ampiezza inferiore".


Questi risultati - ottenuti studiando cellule umane in coltura che si illuminano a seconda della loro fase circadiana, così come attraverso la modellazione al computer - fanno luce sui meccanismi che stanno dietro l'aspetto metabolico dei ritmi circadiani e spianano la strada a terapie farmacologiche che potrebbero diminuire il rischio di malattie da ritmi perturbati.


I ricercatori della University of California hanno lavorato in collaborazione con gli scienziati sperimentali Tsuyoshi Hirota e Steve Kay della Univresity of California di San Diego e della University of Southern California, rispettivamente. "Queste partnership collaborative con scienziati della vita sono cruciali per il successo di un progetto come questo", ha detto Doyle, "e questo tipo di gruppo di ricerca collaborativa può implementare il paradigma della biologia dei sistemi con la modellazione matematica combinata alla biologia sperimentale di alta capacità".


Studi di modellazione futuri cercheranno di determinare se c'è una fase ottimale per prendere un farmaco o un'altro, per migliorare l'ampiezza dei ritmi circadiani. Il lavoro sperimentale si concentrerà sul miglioramento della specificità e della biodisponibilità: la quantità del farmaco che raggiunge effettivamente i tessuti bersaglio prima di essere eliminata dal corpo.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - Santa Barbara.

Riferimenti:  P. C. St. John, T. Hirota, S. A. Kay, F. J. Doyle. Spatiotemporal separation of PER and CRY posttranslational regulation in the mammalian circadian clock. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2014; DOI: 10.1073/pnas.1323618111

Pubblicato da Sonia Fernandez in news.ucsb.edu  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.