Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio: "Demenza deriva dall'accumulo di RNA"

E' stata identificata dagli scienziati dell'Institute of Neurology della University College di Londra una nuova entità tossica associata a forme genetiche ereditarie della demenza e della malattia del motoneurone.


La tossina è il risultato di una mutazione genetica che porta alla produzione di molecole di RNA che potrebbero essere responsabili delle malattie. I risultati sono pubblicati sulla rivista Acta Neuropathologica.


La demenza frontotemporale e la malattia del motoneurone sono malattie neurodegenerative collegate che colpiscono circa 15.000 persone nel Regno Unito. La demenza frontotemporale causa cambiamenti profondi della personalità e del comportamento. La malattia del motoneurone porta a debolezza muscolare e a paralisi finale. La causa più comune conosciuta di entrambe le malattie è una mutazione genetica insolita nel gene C9orf72. La mutazione consiste nella replicazione massiccia di una breve stringa di lettere di DNA all'inizio del gene, che così produce migliaia di copie.


La nuova ricerca, finanziata da Alzheimer's Research UK e dal Medical Research Council, ha dimostrato che questa espansione del DNA agisce in un modo particolare, portando alla generazione di molecole di RNA impreviste che potrebbero causare la malattia. Quando un gene è attivato, viene generata una copia RNA del DNA del gene. Il codice DNA del gene ha una direzionalità, per cui è normalmente acceso solo in una direzione, definita 'direzione di senso'. La nuova ricerca dimostra che l'espansione del DNA è attivata in entrambe le direzioni. Ciò conduce alla produzione di RNA sia di senso normale che di senso opposto, definito 'RNA antisenso'. Entrambi i tipi di RNA si accumulano in aggregati nei neuroni di persone con demenza frontotemporale.


La ricerca dimostra che le persone con quantità maggiori di tali aggregati nel cervello sviluppano curiosamente la malattia prima di quelle con meno aggregati di RNA. Questa correlazione suggerisce che l'accumulo può essere importante nel causare la demenza frontotemporale e la malattia del motoneurone, rendendo l'espansione del gene C9orf72 nel DNA un potenziale bersaglio per la terapia.


Il dottor Adrian Isaacs, capo ricercatore dell'Institute of Neurology dell'UCL, ha dichiarato: "Questi risultati identificano nuove molecole, potenzialmente tossiche, nelle malattie causate da espansione del DNA. Il prossimo passo sarà determinare come riescono ad uccidere i neuroni e come fermarne l'accumulo".


Il dottor Simon Ridley, direttore della ricerca di Alzheimer's Research UK, l'organizzazione no-profit leader nella ricerca sulla demenza del Regno Unito, ha detto: "La scoperta del gene C9ORF72 è un importante passo avanti per la ricerca sulla demenza frontotemporale e la malattia del motoneurone, ed è positivo vedere ricercatori che iniziano a districare come questo gene può causare queste malattie in alcune persone".

"Alzheimer's Research UK è lieta di aver sostenuto questo studio promettente. Dipanando alcuni dei meccanismi biologici in gioco, questa ricerca potrebbe portarci più avanti nella strada verso nuovi trattamenti che sono assolutamente necessari alle migliaia di persone con queste malattie devastanti. Perchè questi risultati arrivino al loro pieno potenziale è fondamentale che continuiamo a investire in ricerca".

 

 

 

 

 


Fonte: University College London - UCL, via AlphaGalileo.

Riferimenti: Sarah Mizielinska, Tammaryn Lashley, Frances E. Norona, Emma L. Clayton, Charlotte E. Ridler, Pietro Fratta, Adrian M. Isaacs. C9orf72 frontotemporal lobar degeneration is characterised by frequent neuronal sense and antisense RNA foci. Acta Neuropathologica, 2013; DOI: 10.1007/s00401-013-1200-z

Pubblicato in alphagalileo.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)