Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Telomeri: alterare il meccanismo dell'invecchiamento cellulare

Studiando i processi che si verificano alle estremità dei cromosomi, un team di ricercatori di Heidelberg ha svelato un meccanismo importante che ci fa capire meglio l'invecchiamento cellulare.


Gli scienziati si sono concentrati sulla lunghezza delle estremità cromosomiche, i cosiddetti telomeri, che possono essere manipolati sperimentalmente. La loro ricerca, condotta al Centro di Biologia Molecolare della Heidelberg University (ZMBH), consente di usare nuovi approcci per lo sviluppo di terapie contro le perdite di tessuto e i cedimenti degli organi associati alla senescenza (l'invecchiamento cellulare).


I risultati della ricerca possono essere rilevanti per anche il trattamento del cancro e sono stati pubblicati di recente sulla rivista Nature Structural & Molecular Biology.


Ogni cellula contiene una serie di cromosomi dove la grande maggioranza delle informazioni genetiche sono memorizzate in forma di DNA. Queste informazioni devono essere protette per garantire il corretto funzionamento della cellula. Per questo obiettivo, le estremità stesse dei cromosomi, i telomeri, hanno un ruolo importante nel proteggere il DNA cromosomico dalla degradazione. "Possiamo immaginare che i telomeri siano come i fermi in plastica alle estremità dei lacci delle scarpe. Senza di loro, le estremità dei lacci si consumano e alla fine l'intero laccio non funziona correttamente", spiega il dottor Brian Luke. Il suo gruppo di ricerca al ZMBH é concentrato principalmente sul modo in cui i telomeri proteggono il DNA.


La comunità scientifica sa bene che i telomeri si accorciano ogni volta che una cellula si divide e alla fine diventano così corti che non possono più proteggere i cromosomi. Il cromosoma non protetto finisce per inviare segnali che impediscono alla cellula di dividersi ulteriormente, uno stato denominato "senescenza". Le cellule diventano senescenti più spesso con l'età, contribuendo alla perdita di tessuto e al cedimento degli organi. "In alcune malattie, i pazienti hanno telomeri molto corti già alla nascita e di conseguenza sperimentano gravi perdite di tessuto e disfunzioni di organi in età precoce", dice lo scienziato di Heidelberg.


Il gruppo di ricerca guidato dal Dr. Luke ha ora scoperto che l'attivazione o lo spegnimento della trascrizione dei telomeri possono avere effetti drastici sulla loro lunghezza. La trascrizione è il processo di produzione di una molecola di RNA dal DNA. Solo recentemente si é dimostrato che avviene nei telomeri, ma il significato funzionale di questa scoperta è rimasto un mistero. I biologi molecolari Bettina Balk e André Maicher sono ora riusciti a dimostrare che l'RNA stesso è il regolatore chiave che guida i cambiamenti della lunghezza dei telomeri, soprattutto quando si attacca al DNA telomerico per produrre una cosiddetta "molecola ibrida RNA-DNA".


"Abbiamo cambiato sperimentalmente la quantità di ibridi RNA-DNA alle estremità dei cromosomi. Possiamo perciò o accelerare o diminuire il tasso di senescenza cellulare influenzando direttamente la lunghezza dei telomeri", spiega Bettina Balk. Secondo André Maicher, questo potrebbe essere un primo passo verso terapie centrate sui telomeri contro la perdita di tessuti o i cedimenti di organi. Per quanto riguarda le malattie, resta da stabilire se, alterando i ritmi di trascrizione dei telomeri, si può effettivamente migliorare lo stato di salute.


Questo approccio è importante anche per le cellule tumorali, che non sono senescenti e sono quindi considerate immortali. "Il controllo della lunghezza dei telomeri, basata sulla trascrizione, può quindi valere anche per il trattamento del cancro", sottolinea il Dott. Luke.


Il gruppo di ricerca del Dr. Luke fa parte del Research Network Aging (NAR) all'Università di Heidelberg e riceve finanziamenti dal Baden-Württemberg Stiftung. Ulteriori finanziamenti provengono dalla German Research Foundation, nel quadro del Collaborative Research Centre “Cellular Surveillance and Damage Response” della Heidelberg University.

 

 

 

 

 


Fonte: Heidelberg, Universität.

Riferimenti: Bettina Balk, André Maicher, Martina Dees, Julia Klermund, Sarah Luke-Glaser, Katharina Bender, Brian Luke. Telomeric RNA-DNA hybrids affect telomere-length dynamics and senescence. Nature Structural & Molecular Biology, 2013; DOI: 10.1038/nsmb.2662

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.