Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca di Alzheimer: qualche buona notizia?

Alzheimer Research Ricercatori della Utah State University (USU) hanno scoperto che la progressione nel declino nel funzionamento cerebrale tra i pazienti di Alzheimer può essere notevolmente rallentata se il caregiver cambia semplicemente l'ambiente del paziente.

Più in particolare, il caregiver che utilizza i maggiori livelli di strategie di coping "positive" (far fronte concentrandosi sul problema, cercare maggiore sostegno sociale, contare sull'approvazione) può rallentare il progresso della demenza, misurato da una varietà di standard globali.


Storicamente, i pazienti il cui caregiver si affida maggiormente a strategie di coping "negative" (evitare, incolpare se stessi o gli altri, wishful thinking = credere vero qualcosa che si desidera) subiscono un calo più rapido nelle misure cognitive e funzionali, hanno detto i ricercatori, aggiungendo che il coping incentrato sul problema punta alla causa del problema in modo pratico, ad esempio trovando informazioni e prendendo il controllo della situazione. Ad esempio, si potrebbero valutare i pro e i contro delle varie opzioni per affrontare un problema stressante.


"Questo studio è un evento innovativo nella lotta contro la demenza, compreso l'Alzheimer, che è così pervasivamente devastante per gli individui e le famiglie, stante in particolare le limitate opzioni di trattamento per i pazienti e le loro famiglie", dice il Dott. JoAnn Tschanz, professoressa all'USU e autrice principale dello studio. "Fatta eccezione per i sintomi psichiatrici, pochi studi hanno esaminato in che modo le caratteristiche del caregiver influenzano il tasso di progressione della demenza, e i nostri risultati mostrano associazioni significative tra le strategie di coping del caregiver e il tasso di declino cognitivo e funzionale nella demenza".


Lei dice che il Cache County Dementia Progression Study è la prima ricerca accademica pubblicata che mostra le prove che i fattori ambientali possono rallentare la progressione dell'Alzheimer, offrendo una speranza a coloro che cercano di mitigare gli effetti della malattia. L'Alzheimer è la forma più comune di demenza, che colpisce un americano anziano ogni otto. Malattia degenerativa del cervello, l'Alzheimer è l'unica malattia tra le prime 10 cause di morte a livello nazionale che, ad oggi, non può essere prevenuta, guarita o almeno rallentata.


La Tschanz ha dichiarato che i caregivers dovrebbero adottare un approccio problem-solving [incentrato sul problema] al caregiving. "Esempi possono essere il trovare un'attività stimolante per impegnare la persona assistita, o garantire adeguato controllo medico nei cambiamenti dei sintomi", ha detto. "Studi futuri possono usare i nostri risultati per sviluppare nuove opzioni terapeutiche incentrate sul caregiver e sugli altri fattori ambientali".


Condotto nella Cache County in Utah da un team di ricercatori USU insieme ai colleghi ricercatori della Johns Hopkins University, lo studio ha valutato 226 persone affette da demenza e i loro caregiver semestralmente fino a un massimo di sei anni. "L'uso maggiore di coping incentrato sul problema potrebbe essere di reciproco vantaggio sia per i pazienti e per i caregiver" dice la Tschanz. "Questa strategia di coping può realizzare lo sviluppo di un ambiente di cura su misura per le esigenze individuali del paziente. Inoltre, altre ricerche suggeriscono che il coping focalizzato sul problema è associato a minore disagio emotivo del caregiver. Tali strategie possono aiutare i caregiver ad affrontare lo stress del caregiving di demenza mentre si combatte la progressione della demenza nel paziente".


Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: American Association for Geriatric Psychiatry. Published by Elsevier Inc.

Riferimento: JoAnn T. Tschanz, Ph.D., Kathleen Piercy, Ph.D., Chris D. Corcoran, Sc.D., Elizabeth Fauth, Ph.D., Maria C. Norton, Ph.D, Peter V. Rabins, M.D., M.P.H., Brian T. Tschanz, Ph.D., M. Scott Deberard, Ph.D., Christine Snyder, B.A., Courtney Smith, B.S., Lester Lee, B.S., Constantine G. Lyketsos, M.D., M.H.S. Caregiver Coping Strategies Predict Cognitive and Functional Decline in Dementia: The Cache County Dementia Progression Study. The American Journal of Geriatric Psychiatry, Volume 21, Issue 1 , Pages 57-66, January 2013. PII: S1064-7481(12)00009-7 doi: 10.1016/j.jagp.2012.10.005.

Pubblicato da Shelley Emling in The Huffington Post il 9 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto: Flickr

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)