Si ritiene che prevenire il diabete o ritardarne l'insorgenza possa allontanare il declino cognitivo; il legame è stato confermato con forza dai risultati di uno studio di 9 anni condotto da ricercatori della University of California, San Francisco (UCSF ) e dal San Francisco VA Medical Center.
Mentre ricerche precedenti hanno esaminato il declino cognitivo nelle persone che avevano già il diabete, il nuovo studio è il primo a dimostrare che il maggior rischio di declino cognitivo è presente anche tra le persone che sviluppano il diabete più tardi nella vita e il primo studio che collega il rischio di declino cognitivo alla gravità del diabete.
Il risultato è l'ultima scoperta di uscire dallo studio Health, Aging, and Body Composition (Health ABC), che ha arruolato 3.069 adulti di oltre 70 anni in due cliniche di comunità a Memphis/TN e Pittsburgh/PA all'inizio nel 1997. Tutti i pazienti hanno dato campioni di sangue periodicamente e hanno fatto test cognitivi regolari nel corso del tempo. Quando è iniziato lo studio, centinaia di quei pazienti avevano già il diabete. Dieci anni più tardi, molti più di loro avevano sviluppato il diabete, e molti soffrivano anche di declino cognitivo. Come descritto questa settimana in Archives of Neurology, questi due esiti di salute sono strettamente legati.
Le persone che avevano il diabete all'inizio dello studio hanno mostrato un declino cognitivo più rapido rispetto alle persone che lo hanno sviluppato nel corso dello studio - e queste persone, a loro volta, tendevano ad essere in condizioni peggiori di chi non ha mai sviluppato il diabete del tutto. Lo studio ha anche dimostrato che i pazienti con una forma di diabete più grave, che non controllano i livelli di zucchero nel sangue, hanno sviluppato un declino cognitivo più rapido.
"Sia la durata che la gravità del diabete sono fattori molto importanti", ha detto Kristine Yaffe, MD, l'autrice principale dello studio. "E' un'altro pezzo del puzzle, in termini di collegamento tra diabete e invecchiamento cognitivo accelerato". La Yaffe (foto) è docente Roy e Marie Scola di Psichiatria; professore nei dipartimenti di Psichiatria, Neurologia ed Epidemiologia e Biostatistica della UCSF, e Direttore di Psichiatria Geriatrica e Direttore del Memory Disorders Clinic al San Francisco VA Medical Center.
Una questione importante per gli studi futuri, ha aggiunto, sarebbe controllare se gli interventi che effettivamente prevengono, ritardano e/o controllano meglio il diabete, riducono anche il rischio di deterioramento cognitivo più tardi nella vita.
Diabete e declino cognitivo
Il diabete è una malattia cronica e complessa caratterizzata da alti livelli di zucchero nel sangue che si verificano a causa di problemi con l'ormone insulina, che regola i livelli di zucchero nel sangue. E' causata dall'incapacità di produrre insulina (tipo 1) o dall'incapacità di rispondere correttamente all'insulina (tipo 2).
Preoccupazione grave per la salute negli Stati Uniti, il diabete di tutti i tipi colpisce circa l'8,3 per cento della popolazione degli Stati Uniti - circa 25,8 milioni di persone - e costa ai contribuenti degli Stati Uniti più di 200 miliardi di dollari all'anno. Nella sola California, circa 4 milioni di persone (uno ogni sette adulti) ha il diabete di tipo 2 e altri milioni sono a rischio di sviluppo. Questi numeri sono pronti a esplodere nei prossimi 50 anni, se non si fa di più per prevenire la malattia. Nel corso degli ultimi decenni, gli scienziati si sono resi conto che il diabete colpisce molti tessuti e organi del corpo, compreso il cervello e il sistema nervoso centrale - soprattutto perché il diabete pone le persone a rischio di declino cognitivo più tardi nella vita.
Nel loro studio gli scienziati hanno esaminato un marcatore del sangue noto come "emoglobina glicosilata", una misura standard della gravità del diabete e della capacità di controllarlo nel tempo. L'indicatore mostra segni di glicemia alta perché queste molecole di zucchero si attaccano permanentemente alle proteine di emoglobina nel sangue. La Yaffe e i suoi colleghi hanno scoperto che livelli più alti di questo biomarcatore erano associati a disfunzioni cognitive più gravi.
Mentre il meccanismo sottostante che rappresenta il legame tra diabete e rischio di declino cognitivo non è completamente noto, dice la Yaffe, può essere correlato ad una proteina umana conosciuta come enzima degradante l'insulina, che svolge un ruolo importante nella regolazione dell'insulina, l'ormone chiave legato al diabete. Questo stesso enzima degrada anche una proteina nel cervello nota come beta-amiloide, una proteina del cervello collegata all'Alzheimer.
Oltre alla UCSF, gli autori di questo studio erano affiliati all'Università del Tennessee, al National Institute on Aging e all'Università di Pittsburgh.
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Fonte: Materiale della University of California - San Francisco. Articolo originale scritto da Jason Bardi.
Riferimento:Kristine Yaffe, Cherie Falvey, Nathan Hamilton, Ann V. Schwartz, Eleanor M. Simonsick, Suzanne Satterfield, Jane A. Cauley, Caterina Rosano, Lenore J. Launer, Elsa S. Strotmeyer, and Tamara B. Harris. Diabetes, Glucose Control, and 9-Year Cognitive Decline Among Non-Demented Older Adults Without Dementia. Archives of Neurology, June 18, 2012.
Pubblicato in ScienceDaily il 21 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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