In precedenza ricercatori hanno suggerito che gli antiossidanti potrebbero contribuire a contrastare l'Alzheimer, ma questo nuovo studio rileva che un "cocktail" di vitamine E, C e acido alfa-lipoico non ha alcun effetto sugli specifici indicatori della malattia del cervello.
Gli integratori potrebbero anche accelerare il declino mentale, hanno detto i ricercatori.
"Molte, molte persone stanno prendendo questo tipo di integratori, con veramente poche giustificazioni scientifiche", ha detto il dottor Ronald Petersen, direttore del Centro di ricerca di Alzheimer alla Mayo a Rochester in Minnesota.
Trial clinico per esaminare gli effetti degli antiossidanti nell'Alzheimer sui biomarcatori del liquido cerebrospinale
Il rapporto di uno studio controllato e randomizzato, anticipato online da Archives of Neurology riporta che una combinazione antiossidante di vitamina E, C e acido α-lipoico (E / C / ALA) non ha mostrato cambiamenti in alcuni biomarcatori nel fluido cerebrospinale relativi all'Alzheimer.
Il danno ossidativo nel cervello è associato all'invecchiamento ed è diffuso nei pazienti di Alzheimer (AD). Alcuni studi osservazionali hanno suggerito che una dieta ricca di antiossidanti può ridurre il rischio di AD, ma studi clinici randomizzati sugli antiossidanti in AD hanno avuto risultati contrastanti, scrivono gli autori nelle premesse. Douglas R. Galasko (foto), MD, della University of California di San Diego, e colleghi hanno esaminato i cambiamenti nei biomarcatori del liquido cerebrospinale (CSF) legati all'Alzheimer e lo stress ossidativo, la cognizione e la funzionalità.
Lo studio ha esaminato 78 pazienti provenienti dall'Alzheimer's Disease Cooperative Study (ADCS) Antioxidant Biomarker, che sono stati divisi in tre gruppi: (1) 800 UI / al giorno di vitamina E (α-tocoferolo) più 500 mg / al giorno di vitamina C oltre a 900 mg / giorno di α-lipoico (E/C/ALA); (2) 400 mg di coenzima Q (CoQ) tre volte al giorno; (3)placebo. Sessantasei pazienti hanno fornito campioni di liquido cerebrospinale adatti per le analisi biochimiche durante le 16 settimane di prova.
"La combinazione di E/C/ALA non ha influenzato i biomarcatori CSF relativi alla Αβ, tau o P-tau (che sono collegati all'AD)", è il commento degli autori. I risultati indicano che il gruppo E/C/ALA ha visto un abbassamento dei livelli di F2-isoprostano CSF, suggerendo una riduzione dello stress ossidativo nel cervello. Tuttavia, il trattamento consiglia cautela a causa del declino cognitivo più rapido valutato dal Mini-Mental State Examination (MMSE). "Non è chiaro se la riduzione relativamente piccola dei livelli di F2-isoprostano CSF osservati in questo studio possa portare benefici clinici in AD. Il declino più rapido del punteggio MMSE consiglia cautela e indica che la prestazione cognitiva avrebbe bisogno di essere valutata, se si procedesse a una sperimentazione clinica a più lungo termine di questa associazione antiossidante", concludono gli autori.
Gli autori notano anche che i risultati indicano che, mentre il CoQ è risultato sicuro e ben tollerato nei pazienti, l'assenza di un segnale biomarcatore nel liquido cerebrospinale suggerisce che il CoQ, alla dose testata, non migliora gli indici di stress ossidativo e la neurodegenerazione. "Questi risultati non supportano un'ulteriore sviluppo di test clinici del CoQ in AD", concludono i ricercatori.
*Questo lavoro è stato finanziato dal National Institute on Aging.
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Fonte: Archieves of Neurology
Riferimento: Galasko D, et al "Antioxidants for Alzheimer disease: a randomized clinical trial with cerebrospinal fluid biomarker measures". Arch Neurol 2012; DOI:10.1001/archneurol.2012.85.
Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 19 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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