Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo obiettivo per farmaci di Alzheimer

Iryna Ethell and Crystal PontrelloIryna Ethell and Crystal PontrelloScienziati biomedici dell'University of California Riverside (UCR), hanno identificato un nuovo collegamento tra una proteina chiamata beta-arrestina e la memoria a breve termine, che potrebbe aprire nuove porte per il trattamento terapeutico dei disturbi neurologici, in particolare l'Alzheimer.

La beta-arrestina è espressa in varie cellule del corpo, comprese le cellule dell'ippocampo, la regione del cervello coinvolta nell'apprendimento e nella formazione di memoria a breve termine.


La beta-arrestina, la cui assenza pregiudica l'apprendimento normale nei topi, è una delle molte "proteine strutturali"; proteine che supportano le connessioni tra i neuroni nel cervello. Con lo sviluppo del cervello, si formano nuove connessioni chiamate sinapsi tra i neuroni. Nell'ippocampo, la formazione di sinapsi è un processo continuo. Man mano che impariamo qualcosa di nuovo, si formano nuove connessioni e alcune vecchie diventano più forti attraverso un processo noto come potenziamento a lungo termine (LTP). Ma poiché il cervello ha solo una capacità limitata, deve eliminare altre connessioni vecchie attraverso un processo noto come depressione a lungo termine (LTD), al fine di permettere la formazione di nuove sinapsi.


La tubulina citoscheletrica di alcune cellule endoteliali
marcata in verde, l'actina in rosso, osservata in
microscopia confocale. (Foto Wilipedia)


I ricercatori hanno riferito on-line la scorsa settimana nei Proceedings of the National Academy of Sciences che la beta-arrestina svolge un ruolo importante nella plasticità delle connessioni sinaptiche e della LTD, regolando l' "actina citoscheletro", una rete dinamica filamentosa di proteine che costituisce la "spina dorsale "dei neuroni ed è implicata nella formazione e smontaggio di nuove e vecchie connessioni sinaptiche.


"In alcune condizioni patologiche, come l'Alzheimer, la perdita delle connessioni sinaptiche vecchie supera di gran lunga la formazione di nuove, con conseguente perdita complessiva delle sinapsi e la perdita di memoria a breve termine"
, ha dichiarato Iryna M. Ethell, professore associato di scienze biomediche e autore principale dello studio di ricerca. "Il nostro lavoro, fatto sui topi, mostra che se la beta-arrestina viene rimossa dai neuroni, si impedisce questa perdita di sinapsi. Ma sappiamo anche che la beta-arrestina è necessaria per il normale apprendimento e per la memoria, così che si deve stabilire un delicato equilibrio. Questo equilibrio potrebbe essere facilmente raggiunto attraverso dei farmaci in futuro" .

 

Iryna Ethell and Crystal PontrelloIryna Ethell and Crystal Pontrello
Iryna Ethell (a sinistra), professore associato di scienze biomediche all'UC Riverside, assieme a Crystal Pontrello, ricercatrice postdottorato, nel suo laboratorio. Photo credit: UCR Strategic Communication.

Questa è la prima volta che dei ricercatori di qualunque parte collegano la beta-arrestina all'Alzheimer e alla capacità di apprendimento / memorizzazione. La Ethell ha spiegato che la beta-arrestina può essere visualizzata come una energia fornita ad un burattinaio (citoscheletro) che controlla le corde delle marionette (inter-connessioni neuronali). Perchè abbia luogo il normale apprendimento, il burattinaio ha bisogno di spostare le stringhe in un ordine specifico. Ma nei pazienti affetti da Alzheimer, questa fornitura di energia si sovra-attiva e le corde sono tirate in modo disordinato, provocando la rottura delle corde (perdita di sinapsi) e il collasso delle marionette.


Mentre la rimozione delle beta-arrestina dovrebbe prevenire il collasso, una completa perdita di beta-arrestina significherebbe il blocco totale di movimento delle marionette (cioè, nessun apprendimento nel cervello), fatto altrettanto indesiderabile. "Una regolazione selettiva dell'attività della beta-arrestina è pertanto necessaria per ridurre parzialmente lo smontaggio delle sinapsi", ha detto Crystal G. Pontrello, prima autrice del documento di ricerca e ricercatore postdottorato nel laboratorio della Ethell. "Quello che si vuole, idealmente, è solo l'eliminazione di alcune vecchie connessioni sinaptiche non utilizzate, in modo che vi sia spazio per lasciare lo spazio alle nuove".


Ethell e Pontrello sono state coadiuvate nella ricerca da Yu Min-Sun, Alice Lin, Todd A. Fiacco e Kathryn A. Defea della UC Riverside. La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Pubblicato da Iqbal Pittalwala in UCR Today il 8 febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.