Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer può danneggiare il cervello in due fasi: quali tipi di cellule si guastano prima?

which cell types may be harmed first by Alzheimer byAllen InstituteLo studio di mappatura cerebrale ha scoperto quali tipi di cellule possono danneggiarsi prima nell'Alzheimer. Fonte: Allen Institute, Seattle

Il morbo di Alzheimer (MA) può danneggiare il cervello in due fasi distinte, in base a una nuova ricerca finanziata dai National Institutes of Health (NIH) che ha usato sofisticati strumenti di mappatura cerebrale.


Secondo i ricercatori che hanno svelato questa nuova visione, la prima fase iniziale parte lentamente e silenziosamente - prima che le persone subiscano problemi di memoria - danneggiando solo alcuni tipi di cellule vulnerabili. Al contrario, la seconda fase, avanzata, provoca danni molto più distruttivi e coincide con la comparsa di sintomi e col rapido accumulo di placche, grovigli e altri tratti distintivi del MA.


"Una delle sfide della diagnosi e del trattamento del MA è che gran parte del danno al cervello si verifica molto prima che appaiano sintomi. La capacità di rilevare questi primi cambiamenti implica che, per la prima volta, possiamo vedere cosa sta succedendo al cervello di una persona durante i primi periodi della malattia", ha spiegato Richard J. Hodes MD, direttore del National Institute on Aging dei NIH. "I risultati alterano fondamentalmente la comprensione degli scienziati su come il MA danneggia il cervello e guideranno lo sviluppo di nuovi trattamenti per questo disturbo devastante".


Gli scienziati hanno analizzato il cervello di 84 persone e i risultati, pubblicati su Nature Neuroscience, suggeriscono che il danno a un tipo di cellula, chiamato neurone inibitorio, durante la fase iniziale può innescare i problemi del circuito neurale che sono alla base della malattia. Inoltre, lo studio ha confermato i risultati precedenti su come la malattia danneggia il cervello e ha identificato molti nuovi cambiamenti che potrebbero verificarsi durante il suo decorso.


In particolare, gli scienziati hanno usato strumenti di analisi genetica avanzati per studiare le cellule del giro temporale medio, una parte del cervello che controlla il linguaggio, la memoria e la vista. Il giro ha dimostrato di essere vulnerabile a molti dei cambiamenti visti tradizionalmente durante il MA. È anche la parte del cervello che i ricercatori hanno mappato a fondo nei donatori di controllo.


Confrontando i dati dei donatori di controllo con quelli delle persone con MA, gli scienziati hanno creato una cronologia genetica e cellulare di ciò che accade in tutta la malattia. Gli studi finora avevano suggerito che il danno causato dal MA avviene in diverse fasi, caratterizzate da livelli crescenti di morte cellulare, infiammazione e accumulo di proteine ​​sotto forma di placche e grovigli.


Al contrario, questo studio suggerisce che la malattia cambia il cervello in due 'epoche' - o fasi - e molti dei cambiamenti studiati tradizionalmente si verificano rapidamente durante la seconda fase. Ciò coincide con la comparsa di problemi di memoria e altri sintomi. I risultati suggeriscono anche che i primi cambiamenti si verificano gradualmente e 'silenziosamente' nella prima fase, prima della comparsa di eventuali sintomi.


Questi cambiamenti includono l'accumulo lento delle placche, l'attivazione del sistema immunitario del cervello, il danno all'isolamento cellulare che aiuta i neuroni a inviare segnali (mielina) e la morte di cellule chiamate neuroni inibitori della somatostatina (SST). L'ultima scoperta è stata sorprendente per i ricercatori. In precedenza, gli scienziati  pensavano che il MA danneggiasse principalmente i neuroni eccitatori, che inviano segnali neurali che attivano altre cellule. I neuroni inibitori inviano segnali calmanti ad altre cellule.


Gli autori dello studio hanno ipotizzato che la perdita di neuroni inibitori della SST potrebbe innescare i cambiamenti ai circuiti neurali del cervello che sono alla base della malattia. Di recente, uno studio separato di mappatura cerebrale, condotto da ricercatori del MIT, ha scoperto che un gene chiamato reelina può essere associato alla vulnerabilità di alcuni neuroni nel MA. Ha anche dimostrato che le cellule cerebrali a forma di stella chiamate astrociti possono fornire resilienza, cioè resistere al danno causato dalla malattia.


I ricercatori hanno analizzato cervelli del Seattle Alzheimer’s Disease Brain Cell Atlas (SEA-AD), progettato per creare una mappa altamente dettagliata del danno cerebrale che si verifica durante la malattia. Il progetto è stato guidato da Mariano I. Gabitto PhD e Kyle J. Travaglini PhD dell'Allen Institute di Seattle. Gli scienziati hanno usato strumenti per studiare oltre 3,4 milioni di cellule cerebrali da donatori che sono morti in varie fasi del MA. I campioni di tessuto sono stati ottenuti dallo studio Adult Changes in Thought e dall'Alzheimer’s Disease Research Center dell'Università di Washington.


"Questa ricerca dimostra come le nuove potenti tecnologie fornite dalla BRAIN Initiative dei NIH stiano cambiando il modo in cui comprendiamo le malattie come il MA. Con questi strumenti, gli scienziati possono rilevare i primi cambiamenti cellulari nel cervello per creare un quadro più completo di ciò che accade nel corso dell'intero ciclo della malattia", ha affermato John Ngai PhD, direttore della Brain Initiative®. "Le nuove conoscenze fornite da questo studio possono aiutare gli scienziati e gli sviluppatori di farmaci in tutto il mondo a sviluppare diagnostiche e trattamenti mirati a fasi specifiche del MA e di altre demenze".

 

 

 


Fonte: NIH/National Institute on Aging (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MI Gabitto, [+105], ES Lein. Integrated multimodal cell atlas of Alzheimer’s disease. Nature Neuroscience, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.