Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una copia della variante genetica protettiva aiuta a evitare l'Alzheimer ad esordio precoce

In una famiglia allargata con una forma ereditaria di Alzheimer ad esordio precoce, 27 membri portatori di una copia della variante genetica ApoE3 Christchurch hanno visto l'insorgenza della malattia di 5 anni dopo quelli senza la variante.

 

Si sta diffondendo una storia scientifica che è iniziata con la scoperta in una singola paziente straordinaria. Nel 2019, un team internazionale che includeva ricercatori del Mass Eye and Ear e del Massachusetts General Hospital (MGH) di Boston, ha riferito il caso di una paziente che non ha sviluppato alcun deterioramento cognitivo fino a 80 anni, nonostante facesse parte di una famiglia con rischio genetico estremamente elevato di morbo di Alzheimer (MA) ad esordio precoce.


Oltre ad avere la variante genetica che provoca una forma autosomica dominante del MA, la donna aveva due copie di una rara variante del gene ApoE3, chiamata Christchurch (ApoE3Ch). Ora, il team di ricerca riferisce di altri 27 membri della famiglia portatori solo di una copia della variante, che hanno avuto un ritardo nell'insorgenza della malattia.


Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, rappresenta la prima prova che avere una copia della variante Christchurch può conferire un certo livello di protezione dal MA dominante autosomico, anche se meno pronunciata rispetto a quando sono presenti due copie. I risultati hanno importanti implicazioni per lo sviluppo dei farmaci, suggerendo i potenziali effetti di puntare questo percorso genetico.


“Come medico, sono fortemente incoraggiata dai nostri risultati, in quanto suggeriscono il potenziale di ritardare il declino cognitivo e la demenza negli anziani. Ora dobbiamo sfruttare queste nuove conoscenze per sviluppare trattamenti efficaci per la prevenzione della demenza", ha affermato la prima coautrice Yakeel T. Quiroz PhD, neuropsicologa clinica, ricercatrice di neuroscansioni e direttrice del laboratorio di neuroscansione nei dipartimenti di psichiatria e neurologia dell'MGH. "Come neuroscienziata, sono elettrizzata dalle nostre scoperte perché sottolineano la complessa relazione tra ApoE e una mutazione deterministica per il MA, che apre potenzialmente la strada ad approcci di trattamento innovativi per il MA, incluso puntare percorsi legati all'ApoE".


La Quiroz, il suo team dell'MGH e il coautore senior Joseph Aboleda-Velasquez MD/PhD, scienziato associato al Mass Eye and Ear, hanno lavorato con i loro colleghi in Colombia nell'ambito dello studio sui biomarcatori MGH Colombia-Boston (COLBOS) per esaminare i componenti della famiglia più grande al mondo con una variante genetica chiamata mutazione 'Paisa' (presenilina-1 E280A). La mutazione Paisa è una variante autosomica dominante, il che significa che ereditare anche solo una copia del gene mutato da un genitore è sufficiente per causare una condizione genetica.


La famiglia è composta da circa 6.000 parenti di sangue, circa 1.200 dei quali sono portatori della variante Paisa destinati a sviluppare il MA. La maggior parte sviluppa un lieve deterioramento cognitivo già dai 40 anni, la demenza a 50 anni e muore per complicanze della demenza tra 60 e 70 anni. Francisco Lopera MD, direttore del Grupo de Neurociencias de Antioquia di Medellín, in Colombia, e coautore senior dello studio su NEJM, è il neurologo che ha scoperto questa famiglia, seguendola negli ultimi 40 anni.


"Sappiamo che le varianti cliniche e biologiche di ApoE3Ch proteggono dal MA", ha affermato Lopera. “Le origini della malattia e la sua cura possono essere presenti in natura. Con questo in mente, dovremmo cercare in natura le soluzioni, continuando a osservarla e imitarla".


Oltre al caso clinico del 2019 su un membro della famiglia con due copie della variante Christchurch, gli studi molecolari hanno aggiunto ulteriori prove biologiche che la variante potrebbe avere un ruolo protettivo. Nel 2023, il team di ricerca ha identificato un'altra 'variante del gene di resilienza' chiamato Reelin-COLBOS che sembrava ritardare l'insorgenza dei sintomi in altri membri della famiglia. Il nuovo studio su NEJM riporta un gruppo più ampio di individui di questa famiglia portatori di una copia della variante Christchurch.


“Il nostro studio originale ci ha detto che la protezione era possibile e questa era una visione importante. Ma se una persona ha bisogno di due copie di una rara variante genetica, è solo una questione di fortuna", ha detto Arboleda-Velasquez. “Il nostro nuovo studio è significativo perché aumenta la nostra fiducia che questo obiettivo non solo sia protettivo, ma trattabile con farmaci. Pensiamo che le terapie ispirate agli umani protetti abbiano molte più probabilità di funzionare e di essere più sicure".


Il team di ricerca ha valutato 1.077 discendenti della famiglia colombiana, identificando 27 membri della famiglia portatori sia della mutazione Paisa che di 1 copia della variante Christchurch. In media, questi membri della famiglia hanno iniziato a mostrare segni di compromissione cognitiva a 52 anni, rispetto a un gruppo abbinato di membri della famiglia che non avevano la variante, che ha iniziato a mostrare segni a 47 anni. Quei membri della famiglia hanno anche mostrato segni di demenza 4 anni dopo quelli che non portavano la variante.


Due di questi individui hanno avuto scansioni cerebrali funzionali, che hanno mostrato livelli più bassi di tau e la conservazione delle attività metaboliche in aree di solito coinvolte nel MA, anche in presenza di placche amiloidi, le proteine ​​considerate un segno distintivo del MA. Il team ha anche analizzato campioni di autopsia di 4 individui deceduti che hanno mostrato meno patologia nei vasi sanguigni, una caratteristica che appare importante per gli effetti protettivi dell'ApoE3 Christchurch.


Gli autori notano che il loro studio era limitato a un numero relativamente piccolo di persone portatrici di entrambe le varianti Paisa e Christchurch e di una famiglia singola e allargata. Scrivono che servono ulteriori studi che coinvolgono campioni più grandi ed etnicamente diversi di MA per chiarire l'effetto protettivo della variante Christchurch e aiutare a determinare se i risultati della famiglia in Colombia possono tradursi in scoperte rilevanti per il trattamento delle forme sporadiche del MA.


“Come prossimo passo, cercheremo di capire meglio la resilienza cerebrale tra i restanti familiari portatori di una copia della variante Christchurch. Ciò implica eseguire scansioni di risonanza magnetica strutturale e funzionale e valutazioni cognitive, nonché analizzare i campioni di sangue per valutare i loro profili di proteine ​​e biomarcatori", ha affermato la Quiroz. "Il coinvolgimento nella ricerca mostrato dai nostri pazienti colombiani con MA dominante autosomico e dalle loro famiglie è stato indispensabile nel rendere possibile questo studio e permetterci di continuare a lavorare verso interventi per questa malattia devastante".

 

 

 


Fonte: Mass General Brigham (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: YT Quiroz, [+28], JF Arboleda-Velasquez. APOE3 Christchurch Heterozygosity and Autosomal Dominant Alzheimer’s Disease. New England Journal of Medicine, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.