Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Inquinamento promuove neuroinfiammazione, accelera declino cognitivo e aumenta rischio di demenza

Questo è il primo studio eseguito in Danimarca che mostra un legame tra inquinamento atmosferico e demenza.

 

I risultati della nuova ricerca suggeriscono che l'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico porta ad un aumento del rischio di demenza in Danimarca.


"Troviamo anche un'associazione con il rumore, ma questo sembra essere spiegato principalmente dall'inquinamento atmosferico. Il nostro studio è in linea con la crescente conoscenza internazionale su questo argomento", afferma Zorana Jovanovic Andersen, prof.ssa della Sezione di Sanità Ambientale.


Questa è una scoperta importante a conferma che l'inquinamento atmosferico, al di là degli effetti ben noti sul sistema respiratorio e cardiovascolare, ha anche un grande impatto sul nostro cervello, promuovendo l'infiammazione, accelerando il declino cognitivo e aumentando il rischio di demenza. Zorana Jovanovic Andersen spiega:

"Questo è il primo studio in Danimarca a mostrare un legame tra inquinamento atmosferico e demenza. Sebbene i livelli di inquinamento atmosferico in Danimarca siano diminuiti e siano relativamente bassi, rispetto al resto dell'Europa e del mondo, questo studio mostra che ci sono comunque effetti significativi e preoccupanti sulla salute che richiedono più azioni e politiche per ridurre l'inquinamento dell'aria.

"Visto che vivremo più a lungo e sempre più persone verranno diagnosticate con demenza, questa scoperta è importante in quanto offre l'opportunità, pulendo l'aria che respiriamo, di prevenire nuovi casi di demenza e di garantire un invecchiamento più sano".

 

Studio unico internazionale

Lo studio ha seguito una coorte di infermieri per 27 anni, dal 1993 al 2020. Stéphane Tuffier, assistente di ricerca dello stesso dipartimento afferma:

“Questo studio è unico in termini internazionali, e necessario per lo sviluppo della demenza, che può richiedere molti anni. Secondo, l'inquinamento atmosferico è stato stimato per ciascun partecipante per un totale di 41 anni (dal 1979 al 2020), il che è anche incredibile.

"Terzo, abbiamo avuto ampi dettagli sullo stile di vita e sulla socioeconomia dei partecipanti e tutte le nostre analisi li hanno considerati. La novità di questo studio è nei dati molto dettagliati e accurati che abbiamo usato.

“Gli infermieri con maggiore attività fisica avevano un rischio inferiore di demenza quando esposti all'inquinamento atmosferico rispetto agli infermieri con meno attività fisica. Ciò indica che l'attività fisica potrebbe mitigare gli effetti avversi dell'inquinamento atmosferico sul declino cognitivo e sul rischio di demenza".

 

 

 


Fonte: University of Copenhagen via EurkAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: TS Zhang, [+11], ZJ Andersen. Long-term exposure to air pollution and road traffic noise and incidence of dementia in the Danish Nurse Cohort. Alzheimer's Dement, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)