Ricercatori della McMaster University di Hamilton / Ontario (Canada) hanno scoperto che un farmaco per la demenza largamente prescritto non aumenta il rischio di morte o di certi problemi del ritmo cardiaco, contrariamente agli avvertimenti in atto.
La loro revisione sistematica e meta-analisi, pubblicata il 5 aprile 2024 sul Journal of American Geriatrics Society, ha studiato il farmaco donepezil per capire se le persone che assumevano il farmaco avevano un rischio più alto di sviluppare aritmie cardiache fatali specifiche, relative all'intervallo QT (il tempo impiegato del sistema elettrico del cuore per svolgere il proprio lavoro e quindi ripartire), rispetto alle persone che non erano sulla terapia.
Il donepezil è uno dei farmaci più prescritti per la demenza, con quasi sei milioni di prescrizioni emesse nel 2020 negli Stati Uniti. È prescritto per aiutare a rallentare la progressione dei sintomi associati alla demenza, come la perdita di memoria, ma la sua efficacia è controversa. Il farmaco può causare vari effetti collaterali che possono essere abbastanza debilitanti, come nausea, perdita di appetito, sintomi urinari e diarrea.
"Abbiamo scoperto che non c'era alcuna associazione tra donepezil e questa specifica condizione cardiaca fatale", afferma Tina Nham, prima coautrice e residente di medicina geriatrica del 5° anno nel Dipartimento di Medicina della McMaster. "È bene che chi lo prescrive sappia che il donepezil potrebbe non essere un rischio così alto per questa aritmia fatale come si pensava in precedenza. Per i pazienti che lo stanno assumendo, c'è la paura che possa portare a diversi effetti collaterali sul cuore e questa revisione aiuta a demistificare alcune delle credenze che resistono da lungo tempo".
Come parte di questa revisione, i ricercatori hanno analizzato 60 studi randomizzati che comprendevano in totale oltre 12.000 persone. Gli studi precedenti che avevano avvertito il rischio di problemi di salute erano carenti, alcuni avevano coinvolto poche persone e/o mancavano di un gruppo adeguato di confronto, affermano i ricercatori.
“Sfortunatamente le nostre attuali terapie farmacologiche per la demenza, incluso il donepezil, non danno risultati su esiti importanti come mantenere i pazienti funzionanti a casa con le loro famiglie, ma almeno la preoccupazione per l'aritmia cardiaca e la relativa morte o sincope (svenimento) non sembra essere un problema importante", afferma Anne Holbrook, prof.ssa del Dipartimento di Medicina, direttrice della divisione di farmacologia clinica e tossicologia e autrice senior dello studio.
Tali revisioni sono importanti per demistificare i rischi preconcetti associati a farmaci come il donepezil, afferma Cristian Garcia, primo coautore e studente di medicina del secondo anno nella Facoltà di Medicina dell'Università di Toronto.
"Siamo in grado di mettere in discussione la precedente qualità delle prove e chiederci perché le cose stanno così", afferma Garcia. "Possiamo pescare tra prove affidabili e fornire ai pazienti e ai medici una certa rassicurazione".
La demenza è una preoccupazione crescente con l'invecchiamento della popolazione. Si stima che oltre 733.000 persone avessero la demenza a gennaio 2024 in Canada. L'Alzheimer's Society stima anche che ci siano 15 nuove diagnosi di demenza ogni ora.
I ricercatori affermano che la loro revisione potrebbe anche aiutare a facilitare il lavoro per i medici che prescrivono questo farmaco. Ciò si rifletterebbe nell'eliminazione degli avvertimenti all'interno delle cartelle cliniche elettroniche (EMR) che in precedenza, ed erroneamente, hanno associato il donepezil ad aritmie fatali nell'intervallo QT.
“I medici ricevono un'enorme quantità di questi avvertimenti sulle cartelle cliniche che usano. Gli studi mostrano che la quantità di lavoro al computer che dobbiamo fare per superare questi avvertimenti può portare a problemi come burnout e stress del caregiver", afferma Nham.
I ricercatori affermano che è necessario più lavoro per determinare la sicurezza del donepezil per pazienti diversi, come quelli con malattie cardiache esistenti.
Fonte: Adam Ward in McMaster University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: T Nham, [+7], A Holbrook. Proarrhythmic major adverse cardiac events with donepezil: A systematic review with meta-analysis. J Am Geriatr Soc., 2024, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.