Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer familiare trasferito nei topi con trapianto di midollo osseo

Il morbo di Alzheimer (MA) familiare può essere trasferito tramite trapianto di midollo osseo, secondo quanto comunicato da ricercatori su Stem Cell Reports. Quando il team ha trapiantato le cellule staminali del midollo osseo di topi portatori di una versione ereditaria del MA in topi di laboratorio normali, i destinatari hanno sviluppato il MA, e a un ritmo accelerato.


Lo studio evidenzia il ruolo nello sviluppo del MA dell'amiolide che ha origine al di fuori del cervello, il che cambia il morbo da malattia prodotta esclusivamente nel cervello a malattia più sistemica. Sulla base delle loro scoperte, i ricercatori affermano che i donatori di sangue, tessuti, organi e cellule staminali dovrebbero essere sottoposti ad esame per il MA per prevenirne il trasferimento involontario durante le trasfusioni di prodotti ematici e nelle terapie cellulari.


"Ciò supporta l'idea che il MA è una malattia sistemica in cui l'amiloide che è espressa al di fuori del cervello contribuisce alla patologia del sistema nervoso centrale", afferma l'autore senior Wilfred Jefferies, immunologo dell'Università della British Columbia (Canada). "Mentre continuiamo a esplorare questo meccanismo, il MA può essere la punta dell'iceberg e dobbiamo avere controlli ed esami molto migliori dei donatori usati nei trapianti di sangue, organi e tessuti, nonché nei trasferimenti delle cellule staminali derivate dall'uomo o di prodotti del sangue".


Per verificare se una fonte periferica di amiloide potrebbe contribuire allo sviluppo del MA nel cervello, i ricercatori hanno trapiantato il midollo osseo contenente cellule staminali da topi portatori di una versione familiare della malattia, una variante del gene della 'proteina precursore dell'amiloide' (APP) umana, che, quando scissa, mal ripiegata e aggregata, forma le placche amiloidi che sono un segno distintivo del MA.


Hanno eseguito trapianti in due diversi ceppi di topi destinatari: topi APP-knockout che mancavano del tutto del gene APP, e topi portatori del gene APP normale. In questo modello di MA ereditabile, i topi di solito iniziano a sviluppare placche a 9/10 mesi di età e i segni comportamentali di declino cognitivo iniziano ad apparire a 11/12 mesi di età. I destinatari del trapianto hanno iniziato a mostrare sorprendentemente sintomi di declino cognitivo molto prima, 6 mesi dopo il trapianto per i topi APP-knockout e 9 mesi per i topi 'normali'.


"Il fatto che abbiamo visto differenze comportamentali significative e declino cognitivo negli APP-knockout a 6 mesi è stato sorprendente ma anche intrigante perché non ha fatto che mostrare la comparsa della malattia che era accelerata dopo essere stata trasferita", afferma il primo autore Chahat Singh dil'Università della British Columbia.


Nei topi, i segni di declino cognitivo sono presenti come assenza di paura normale e perdita di memoria a breve e lungo termine. Entrambi i gruppi di topi riceventi hanno mostrato anche chiari tratti molecolari e cellulari del MA, tra cui barriere emato-encefaliche con perdite e accumulo di amiloide nel cervello.


Osservando il trasferimento di malattia nei topi APP-knockout che mancavano del tutto del gene APP, il team ha concluso che il gene mutato nelle cellule donate può causare la malattia, e verificare che gli animali riceventi portatori di un gene APP normale sono suscettibili alla malattia, suggerisce che la malattia può essere trasferita agli individui sani.


Poiché le cellule staminali trapiantate erano cellule ematopoietiche, cioè possono diventare cellule di sangue e immunitarie, ma non neuroni, la dimostrazione dei ricercatori dell'amiloide nel cervello dei topi APP-knockout mostra definitivamente che il MA può derivare da amiloide prodotta al di fuori del sistema nervoso centrale. Infine, la fonte della malattia nei topi è un gene APP umano, il che dimostra che il gene umano mutato può trasferire la malattia in una specie diversa.


Negli studi futuri, i ricercatori prevedono di verificare se trapiantare tessuti da topi normali a topi con MA familiare potrebbe mitigare la malattia e verificare se la malattia è trasferibile anche attraverso altri tipi di trapianti o trasfusioni e quindi espandere le indagini sul trasferimento della malattia tra le specie.


"In questo studio, abbiamo esaminato il trapianto di midollo osseo e cellule staminali. Tuttavia, successivamente sarà importante esaminare se la trasmissione involontaria della malattia avviene durante l'applicazione di altre forme di terapie cellulari, nonché esaminare direttamente il trasferimento della malattia da fonti contaminate, indipendentemente dai meccanismi cellulari", afferma Jefferies.

 

 

 


Fonte: Cell Press via Science Daily (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: CSB Singh, [+6], WA Jefferies. Conclusive demonstration of iatrogenic Alzheimer’s disease transmission in a model of stem cell transplantation. Stem Cell Reports, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.