Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Collegate funzioni dei neuroni con le varianti genetiche dell'Alzheimer

Una ricerca ha svelato nuove varianti genetiche non codificanti associate al funzionamento delle microglia nell'Alzheimer.

immunofluorescence staining of microglia specific marker IBA 1Colorazione a immunofluorescenza del marcatore IBA-1 specifico delle microglia (Fonte: Yang et al. 2023)

Degli scienziati che studiano il morbo di Alzheimer (MA) hanno identificato migliaia di varianti genetiche nel genoma, implicate nello sviluppo di questa malattia neurodegenerativa progressiva.


Queste varianti sono situate prevalentemente in regioni genomiche che non codificano proteine, rendendo difficile capire quali varianti conferiscono il rischio di MA agli individui. Una volta gli scienziati pensavano che le varianti non codificanti fossero 'DNA spazzatura'.


Negli ultimi anni, si è riconosciuto il ruolo di queste varianti nel controllo dell'espressione genica in vari tessuti e tipi di cellule. Tuttavia, collegare queste varianti non codificanti ai geni che regolano, e i loro effetti sulle funzioni correlate al MA, è un compito improbo.


Ora, ricercatori dell'Università della Carolina del Nord di Chapel Hill e dell'Università della California di San Francisco, hanno identificato i collegamenti delle varianti di rischio con le funzioni delle microglia e quindi come possono contribuire al MA.


"Le microglia sono cellule immunitarie del cervello di fondamentale importanza per il MA"
, ha affermato Yun Li PhD, professore di genetica e biostatistica dell'UNC e dell'UNC Gillings School of Global Public Health. “Il nostro studio si concentra esattamente su regioni genomiche cruciali che sono importanti per regolare le microglia. Queste varianti e regioni che abbiamo scoperto serviranno da ottimo punto di partenza per condurre ulteriori esperimenti sulle microglia".


Li e Yin Shen PhD, prof.ssa associata dell'Institute of Human Genetics e del Dipartimento di Neurologia della UC-San Francisco, e i loro team, nello studio pubblicato su Nature Genetics hanno eseguito un'analisi dettagliata di potenziali regioni funzionali delle microglia che ospitano varianti genetiche associate al MA, e hanno scoperto 181 nuove regioni di interesse contenenti 308 varianti prioritarie, delle quali in precedenza non si conosceva il ruolo nel MA.

 

Mappatura fine e CRISPRi

Li e i suoi colleghi sono partiti da 37 loci genetici associati al MA per dare la priorità alle varianti di rischio e alle loro potenziali regioni funzionali residenti (regioni cis-regolatorie candidate o cCRE) nelle microglia, attraverso un processo chiamato mappatura fine. Un locus alla volta, hanno studiato le varianti associate con una speciale considerazione delle firme epigenetiche e delle annotazioni di interazione del genoma 3D che indicano la loro probabilità di funzionamento nelle microglia.


Dopo aver dato priorità alle varianti che hanno maggiori probabilità di esercitare il loro effetto sul MA attraverso la funzione regolatoria genica nelle microglia, hanno eseguito esperimenti di selezione di interferenza CRISPR (CRISPRi) per definire esattamente le regioni che influenzano l'espressione genica delle microglia usando microglia differenziate da cellule staminali umane pluripotenti.


Usando questa tecnologia di editing epigenomico, i ricercatori possono 'perturbare' le regioni candidate per vedere se qualsiasi regione genomica testata può influire sull'espressione genica a valle. Hanno scoperto che lo spegnimento di una regione può spesso avere un impatto su un 'intero quartiere' di geni, proprio come un blackout della rete elettrica.


"Abbiamo fatto la domanda sbagliata", ha detto Li. “Dovremmo chiederci cosa sta influenzando sulle microglia il gene o i geni puntati di queste varianti. A volte, una variante può influire sull'espressione di più geni nel quartiere".

 

Identificarne uno tra i tanti

Inoltre, ciascuna regione potrebbe contenere diverse varianti genetiche associate al MA. I ricercatori dovevano quindi individuare quali varianti sono causali tra le tante identificate attraverso l'analisi genetica. Tale precisione è cruciale per comprendere i meccanismi con cui le varianti non codificanti contribuiscono allo sviluppo del MA.


Il team ha impiegato una tecnica di editing del genoma all'avanguardia (prime editing), che ha consentito loro di introdurre una singola sostituzione della base di DNA alla volta e di valutare la funzione delle singole varianti nel locus a rischio MA TSPAN14. Attraverso questo metodo, sono riusciti a identificare una variante specifica, differenziandola da un'altra che è quasi perfettamente correlata e nella stessa regione cCRE, come responsabile dell'espressione di TSPAN14.

 

Collegare varianti non codificanti alle funzioni, oltre l'espressione genica

Ancora più importante, la variante responsabile ha ulteriormente influito negativamente su una cascata di processi cellulari a valle, tra cui la maturazione della proteina ADAM10 e la triturazione del TREM2 solubile nelle microglia. Poiché tutti e tre i geni di cui sopra sono noti per essere geni a rischio del MA, lo studio collega con successo una variante non codificante del MA alle funzioni delle microglia al di là del controllo dell'espressione genica.


I loro risultati di ricerca, ha affermato Li, fungeranno da nuova base da cui altri ricercatori possono scoprire più varianti causali di MA, prevedere i rischi della malattia e sviluppare terapie più efficaci. [...]

 

 

 


Fonte: University of North Carolina Health Care (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: X Yang, [+25], Y Shen. Functional characterization of Alzheimer’s disease genetic variants in microglia. Nature Genetics, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)